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Serenity890 più di un mese fa

La vera preghiera è il motore del mondo, perché lo tiene aperto a Dio. Per questo senza preghiera non c'è speranza, ma solo illusione”. Lo ha detto il Papa, presiedendo questo pomeriggio nella basilica di S. Sabina il rito dell'imposizione delle Ceneri, che segna l'inizio della Quaresima. Secondo Benedetto XVI, “non è la presenza di Dio ad alienare l'uomo, ma la sua assenza: senza il vero Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, le speranze diventano illusioni che inducono ad evadere dalla realtà”. Proprio per questo, ha proseguito il Pontefice, “parlare con Dio, rimanere alla sua presenza, lasciarsi illuminare e purificare dalla sua Parola, ci introduce invece nel cuore della realtà, nell'intimo Motore del divenire cosmico, ci introduce per così dire nel cuore pulsante dell'universo”. La preghiera, dunque, come antidoto a “menzogne nascoste”, “compromessi” e “diverse forme di egoismo”: “Senza la dimensione della preghiera – ha ammonito il Santo Padre - l'io umano finisce per chiudersi in se stesso, e la coscienza, che dovrebbe essere eco della voce di Dio, rischia di ridursi a specchio dell'io, così che il colloquio interiore diventa un monologo dando adito a mille auto giustificazioni”.

In questa prospettiva, la preghiera “è garanzia di apertura agli altri: chi si fa libero per Dio e le sue esigenze, si apre contemporaneamente all'altro, al fratello che bussa alla porta del suo cuore e chiede ascolto, attenzione, perdono, talvolta correzione ma sempre nella carità fraterna”. “La vera preghiera non è mai egocentrica, ma sempre centrata sull'altro”, ha assicurato il Pontefice, e come tale “esercita l'orante all''estasi' della carità, alla capacità di uscire da sé per farsi prossimo all'altro nel servizio umile e disinteressato”. “In armonica connessione con la preghiera”, ha proseguito il Papa riferendosi alle altre due pratiche quaresimali tradizionali, “anche il digiuno e l'elemosina possono essere considerati luoghi di apprendimento ed esercizio della speranza cristiana. I Padri e gli scrittori antichi amano sottolineare che queste tre dimensioni della vita evangelica sono inseparabili, si fecondano reciprocamente e portano tanto maggior frutto quanto più si corroborano a vicenda”. Grazie, quindi, “all'azione congiunta della preghiera, del digiuno e dell'elemosina”, ha osservato Benedetto XVI, “la Quaresima nel suo insieme forma i cristiani ad essere uomini e donne di speranza, sull'esempio dei santi”.

Gesù “ha sofferto per la verità e la giustizia, portando nella storia degli uomini il vangelo della sofferenza, che è l'altra faccia del vangelo dell'amore”. Oltre al tema della preghiera, durante il rito delle imposizione delle Ceneri il Papa ha trattato il tema della sofferenza, partendo dalla consapevolezza che “la misura dell'umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”. “Dio non può patire, ma può e vuole com-patire”, ha ricordato il Santo Padre: “dalla passione di Cristo può entrare in ogni sofferenza umana” la “consolazione dell'amore partecipe di Dio”. La Pasqua, verso cui la Quaresima è protesa, ”è il mistero che dà senso alla sofferenza umana”, le parole del Papa, secondo cui “il cammino quaresimale, ci fa rivivere quanto avvenne nel cuore divino-umano di Cristo mentre saliva a Gerusalemme per l'ultima volta, per offrire se stesso in espiazione. La sofferenza e la morte sono calate come tenebre via via che Egli si avvicinava alla croce, ma viva si è fatta anche la fiamma dell'amore”. Questo perché, ha spiegato il Pontefice, “la sofferenza di Cristo è tutta permeata dalla luce dell'amore” del Padre, che permette al Figlio di “andare incontro con fiducia al suo ultimo ‘battesimo', culmine della sua missione. Quel battesimo di dolore e d'amore, Gesù lo ha ricevuto per noi, per tutta l'umanità”.

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Serenity890 più di un mese fa

CONSIDERATA LA CRISI DI GOVERNO,,,,,,,,,TUTTI SAREMO TENUTI A CHIEDERE SCUSA ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA,,,,,,,,,,intelligenti pauca

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Serenity890 più di un mese fa

MONOLOGO DI GIORGIO GABER

Secondo me all’inizio c’è sempre una donna.
Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo…
Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell’amore.
Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un uomo… rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c’è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c’è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che si vanta di iniziare le donne ai piaceri dell’amore è come il turista che mostra alla guida le bellezze della città.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine “sfigata”.
Secondo me un uomo che dice di una donna “quella lì la dà via” meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che fa l’amore per interesse è una puttana. Se lo fa invece perché le piace è… non c’è la parola.
Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l’amore “Come con te con nessuno” andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi… forse una proiezione, un’immagine, un sogno. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me il primo maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Però io, se fossi stato Dio, non so se la donna l’avrei firmata.
Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: ‘Eh già, lui si difende… ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente… oppure si sente bloccato dall’eccessiva eccitazione…’ Il fatto che lei possa non piacere è un’ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna, l’angelo ingannatore. L’ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L’ha detto Goethe.
Donna, femina maliarda. L’ha detto Shakespeare.
Donna, sei tutta la mia vita. L’ha detto un mio amico ginecologo.
Secondo me una donna che oggi fa la madre di famiglia e rinuncia a lavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di lavorare e di fare la madre di famiglia… sbaglia. Sbaglia comunque. L’uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve fare. Forse è per questo che è così intronato. O forse anche per qualche altra ragione…

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Serenity890 più di un mese fa

Certe volte mi succede di sentirmi invisibile, di pensare di non poter fare la differenza nella vita degli altri, di non esistere. Mi viene qualche dubbio soltanto quando passo davanti ad uno specchio e vedo la mia faccia stanca che mi fissa con aria contrariata.

Certe volte mi convinco che ogni mio gesto sia inutile, che i miei respiri siano soltanto una perdita di tempo e l’indifferenza della maggior parte della gente conferma quasi sempre questa mia teoria.
Poi però ci sono alcune persone che, anche quando mi sento spenta, riescono a vedere la mia luce.
Poi però ci sono i giorni in cui qualcuno torna da me soltanto perché io sono stata gentile con lui.
Poi però ci sono giorni in cui mi dicono “sei bella” e invece io ero convinta di essere un disastro.
E mi dicono “stai bene così spettinata”, e io pensavo di no. “Stai bene così struccata”, e io pensavo di no. La verità è che non esistono giorni che non servono a niente, perché anche i giorni che si assomigliano, anche i giorni più grigi, sono necessari.
Non esistono sorrisi che ci potevamo risparmiare, parole gentili che era meglio non dire. Serve tutto. Noi serviamo. Noi brilliamo senza nemmeno saperlo, noi abbiamo un super potere: possiamo cambiare la giornata di una persona. In certi casi addirittura la vita. Non ci viene richiesto chissà che cosa, nessun gesto plateale, niente di sconvolgente: soltanto continuare a lottare senza distruggere gli altri, soltanto continuare a fare qualcosa che ci piace tanto, almeno una cosa piccola, soltanto continuare ad aggrapparsi alle stelle, almeno una notte all’anno, soltanto continuare a provarci, nonostante tutto.

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