Profilo BACHECA 4
Casualmente, mi soffermai su un dipinto che già avevo adocchiato più volte, ma che, in quel frangente, il riflesso del fuoco proveniente dal camino mi proponeva in una prospettiva nuova.
Si trattava di una grande opera pittorica a olio di scuola fiamminga, caratterizzata da colori vivaci e vigorose pennellate, ma quello che più impressionava della sua particolarità era il soggetto. Nuda, parzialmente celata da una pelliccia nera, una splendida donna, con il volto impresso in un sorriso, la folta capigliatura raccolta in una crocchia sulla quale la cipria pareva brina, adagiata su un’ottomana si sosteneva sul braccio sinistro. La sua mano destra giocherellava con una frusta mentre lei, con indolenza, puntava il piede scalzo su un uomo, prono innanzi a lei come uno schiavo o un cane, e quest’uomo, i cui lineamenti erano pesantemente scavati, ma ritratti con minuzia, lasciava trasparire una quieta malinconia e l’abnegazione della passione. Quegli guardava in direzione della donna con occhi appassionati e colmi di lussuria, ma era solo come sgabello che lei lo considerava. Quell’uomo era Severin, senza barba, più giovane di almeno una decina di anni.
“Venere in pelliccia!”, proruppi, indicando il quadro: “Tale e quale a come mi è apparsa in sogno.
E il Signore Onnipotente lo colpì e lo mise nelle mani di una donna.
(Venere in pelliccia)