*Già Già Già*
Per cattive compagnie
      non mi riferisco solo a gente cattiva, viziosa o distruttiva; di quelle si dovrebbe evitare la compagnia perché la loro influenza è velenosa e deprimente. 
     Mi riferisco soprattutto alla compagnia di persone amorfe, di gente la cui anima è morta, sebbene il corpo sia vivo; di gente i cui pensieri e la cui conversazione sono banali; che chiacchiera anziché parlare, e che esprime opinioni a cliché invece di pensare. 
     Erich Fromm, “L'arte di amare”

Per favore ri-leggiamolo. Più volte al giorno 

“– Ma tu mi ami? chiese Alice.
– No, non ti amo rispose il Bianconiglio.
– Alice corrugò la fronte ed iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
– Ecco, vedi? – disse Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesca a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno. La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò Alice no, non ti amo. Non posso farlo”

(Alice attraverso lo specchio)

Non è difficile decidere se vivere con o senza qualcuno: 
l’Amore conosce ogni risposta molto prima di noi.
Il vero atto di coraggio è farsi abitare.
Diventare casa, rifugio, braccia dalle quali non voler fuggire.
Perché so entrare in punta di piedi nel cuore di chi amo.
So restare senza far rumore.
So andare via lasciando in ordine e chiudendomi per sempre la porta alle spalle.
Ma non so se vorrò permettere ancora a qualcuno di entrare nei miei pensieri e nel mio cuore per stravolgere un equilibrio che mi è costato dolore e cadute.
Non so se accadrà contro ogni mia volontà.
Non so se la ragione avrà la meglio sulle emozioni.
Non so le emozioni mettereranno a tacere le paure.
So, però, che diventare la casa di un’altro essere umano è la dichiarazione d’Amore più profonda e sublime che possiamo costruire e alla quale possiamo ambire.
E dobbiamo esserne consapevoli.
Perché non dobbiamo diventare un prigione, 
ma un luogo dell’anima in cui il freddo e la paura diventano solo un ricordo da tenere lontano.
Amare è assumersi la responsabilità di un altro cuore, 
nel bene e nel male, 
al di là dell’enfasi iniziale.
Che anche quando non saprò più riconoscermi,
mi basterà guardarti per ricordare il mio nome.

- Natascja Di Berardino -