Non si può capire sempre tutto… Non si può davvero.
Non si può avere sempre l’umore giusto per comprendere, mettersi nei panni, assecondare, sopportare o supportare.
Non si può sempre accettare le scuse, i ritardi, le dimenticanze, le indelicatezze, gli errori, i “mi dispiace” detti dopo “pugni di vita” piantati in pieno viso.
No… non si può.
Non si può perché arriva un giorno in cui, all’improvviso, ti pesa tutto e quell’accomodante “non ti preoccupare, va tutto bene” si trasforma in un: “BASTA!”, gridato a pieni polmoni in faccia a chi della tua bontà ne ha abusato ad oltranza. Ed è come quel famoso bicchiere che cade mille volte, rimanendo intatto, e poi lo sfiori con un dito e si frantuma in mille pezzi. E tutti restano lì, a guardarlo sorpresi e a domandarsi come sia possibile…
Poi una voce suggerisce la risposta: “È fragile!”.
Già… fragile. Ogni tanto ce ne dimentichiamo… di essere fragili. Di esserlo tutti. Che lo sono anche le persone che ci amano. E che “c’è un limite a tutto” non è solo un modo di dire.
A raccogliere pezzi di vetro, si rischia sempre di tagliarsi. Per non ferirsi, non bisogna ferire.