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Cancro

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Agli uomini che ti telefonano mentre stanno andando dall'altra.

A quelli che spariscono per ore o giorni interi.

A quelli che "no, no..io non mi voglio impegnare" e poi hanno almeno cinque relazioni e quando camminano si sente il rumore delle catene a cui sono legati.

A quelli che si credono grandi conquistatori solo perché rimorchiano carne ed ossa sui siti.

A quelli che quando hai bisogno di loro, vanno altrove.

E poi agli altri uomini; a quelli che la vita non ha fatto sconti, a quelli che un amore vero lo volevano, ma lo volevano davvero e magari chissà...per poco tempo lo hanno avuto fra le mani,ma poi la terra ha tremato e si sono ritrovati soli, a raccogliere i cocci, a spostare macerie.

A quegli uomini che il rispetto sanno usarlo, che la dolcezza è l'unica arma che possiedono, che ti vorrebbero accanto mentre tornano a casa da soli.

A quegli uomini che conoscono l'immensità di un abbraccio, di due labbra, di un cuore che batte solo per te.

Agli uomini che non ci credono più, ma che sognano ancora un amore vero.

A tutti questi uomini io voglio dire grazie.

Ai primi perché mi hanno fatto capire cosa una donna deve meritare.

E ai secondi perché mi hanno dato la certezza che l'amore vero è possibile,basta saperlo riconoscere.

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adesso.aspetto.te 30 dicembre

"Faccio da sola, grazie.”

Inizi un giorno, per caso; magari il vicino che ti chiede se serve aiuto a portare la spesa o un collega che si propone di chiamarti l’ascensore visto che hai le mani impegnate. Inizi così per poi svegliarti un giorno e accorgerti che tutto ciò che fai, oggi, lo fai da sola.

Quasi come fosse una dipendenza, una necessità, un dovere. Come fosse l’unico modo al mondo di fare le cose. Da sola. E questa esigenza è diventata talmente istintiva che ti infastidisce terribilmente qualsiasi aiuto esterno, di qualsiasi natura. “FACCIO DA SOLA, GRAZIE”. Ti accorgi di rispondere in maniera pure un po’ arrogante a chi vorrebbe soltanto sollevarti da una fatica per il puro piacere di farlo; senza tornaconti personali, senza doppi fini.

Perché, per quanto difficile da creder sia, esistono anche le belle persone.

Però è più forte di te. Hai tutto sotto controllo, sei perfettamente organizzata, non-hai-bisogno-di-nessuno.

Sei talmente indipendente che neanche ricordi più cosa si prova a lasciarsi andare alle cure di qualcuno.

È una sorta di armatura che ti sei costruita per difenderti e non ti sei resa conto che, al contrario, a lungo andare ti potrebbe distruggere.

“Faccio da sola, grazie.”

Inizi un giorno, per caso, convinta che sarà la tua fortuna, poi diventa una dipendenza, e non fai altro che chiederti se, invece, sarà la tua condanna. 

 

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4
adesso.aspetto.te più di un mese fa

Ho imparato a voler bene a persone che non credevo di poter apprezzare e ho smesso di amarne altre che non credevo di poter dimenticare.
Ho compreso che sulla reciprocità si fondano i rapporti più autentici e ho scoperto che ci sono legami difesi così a lungo, che quando poi finiscono possono portarsi appresso persino le macerie del ricordo, lasciandoti addosso nient'altro che tracce impercettibili.
Ho imparato che ci sono persone con una considerazione di sé intoccabile e che questo non permette loro di riconoscere i propri limiti, né di provare ad aggiustarli. 
Mi sono accorta, crescendo, che i miei difetti coincidono esattamente con i miei pregi.
E ho fatto una gran fatica a capire da quale lato guardarmi.
Alla fine, mi sono guardata dal lato migliore: quello che mi concedeva di amarmi. 
S.

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6
adesso.aspetto.te più di un mese fa

Come sto, non lo so bene, serena credo con forti venti dentro.

Ospito precipitazioni quotidiane, pioggia che spacca le pietre e sole a dirotto.

Sono fatta di andamenti meteorologici contrastanti tra loro.

Faccio tornare il sole quando qualcuno mi è accanto e mi annuvolo da sola.

Come sto, non lo so bene, soffro di attacchi di cosmo,

mi lascio prendere dalla serenità e mi si vede il sole in faccia,

per i maltempi invece, scelgo con cura a chi mostrare i miei diluvi.

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12
adesso.aspetto.te più di un mese fa

Ogni tanto il mostro che ci portiamo dentro ha bisogno di sapere che di lui ci fidiamo. Ci chiede di non aver paura, di ascoltare, perché il massimo che ci potrà succedere sarà scoprire chi siamo. 

Ogni tanto il mostro che ci portiamo dentro ci ricorda che le battaglie, quelle importanti, si vincono in silenzio, ci ricorda di non credere alla perfezione ma di puntare alla felicità, che la fragilità è poesia quando la mostri alla persona giusta.

Di non temere di restare soli, ma di tenerci distanti da chi non vogliamo accanto. Di non aver paura di quel piccolo dolore che ci portiamo a spasso; l’importante è fare spazio e saper lasciare andare quando arriva il momento. 

Ogni tanto il mostro che ci portiamo dentro non sa come farsi sentire. Per questo è costretto ad urlare e ci ricorda di vivere, di sbagliare,di pensare di meno, di non allontanarci troppo da chi ci ama e di amare spietatamente anche a costo di farci male. 

Ogni tanto il mostro che ci portiamo dentro ci supplica di ricordare che i veri mostri sono quelli che ci dicono che ormai è troppo tardi per cedere alla gentilezza, per credere ai miracoli, per fare cazzate, per chiudere gli occhi prendere la rincorsa e provare a volare.

I veri mostri sono quelli che ci dicono che ormai non è più il tempo di crederci, che non è più il tempo di sognare.

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Che belli gli uomini quando si stringono nei cappotti e camminano veloci, quando si toccano la barba prima di radersi, quando cercano di riparare qualcosa e non riuscendoci ostentano ostinazione.

Che belli quando ci guardano di nascosto,quando ridono fortissimo, quando sono concentratissimi davanti ai fornelli, quando ti fanno un regalo e sono imbarazzati,

quando mentono e si vede e quando sono sinceri e non si vede.

Che belli gli uomini quando sono riservati e pensiamo siano timidi, quando non hanno voglia di ascoltare e ti sorridono lontanissimi.

Che belli quando sanno di tabacco e spezie, quando dormono scomposti, quando indovinano,quando ci sorprendono.

Che belli gli uomini quando ti soffermi ad osservarli,

quando pensi che una tale bellezza l’ha creata una donna.

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71
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C’è stato un momento in cui mi sono persa.

Ho perso tutto quello che avevo attaccato alla schiena, i vecchi paradigmi, forme,maschere,vergogna,senso di colpa,costumi e le regole.

Ho perso ore e orologio, calendario e aspettative, le speranze e le certezze.

Ho perso tutto ciò che era, tutte le inutili attese, tutto quello che avevo cercato,

tutto quello per cui avevo camminato e tutto ciò che avevo lasciato sul ciglio della strada. E così, nel perdere tutto, ho anche perso la paura, la paura della morte e la paura della vita, la paura di perdersi e la paura di perdere.

E completamente nuda, priva della vecchia pelle, ho trovato un cuore, un profondo tamburo ,e battito dopo battito ho capito di essere viva, eternamente viva, coraggiosamente libera.

 

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Dedicato agli uomini. A quelli che rispettano. Agli educati. Ai romantici. A quelli che un fiore lo regalano a prescindere dal giorno. A quelli che accompagnano. Agli amici, ai mariti, agli amanti, che non dimenticano mai la parità. A quelli che si son dovuti adattare alle nuove donne consapevoli. A quelli che amano. A quelli che fanno sorridere. Ai generosi, ai lavoratori instancabili, ai padri presenti ed affettuosi. A quelli che abbracciano anche senza un motivo. A quelli che accarezzano. A quelli che rendono felice una donna. A quelli che non si vergognano di provare emozioni. Uomini. Abbiate pazienza, sopportate queste donne alla riscossa. Ce lo dovete, in fondo. Vi abbiamo servito con riverenza per millenni. Concedeteci il riscatto. Vogliateci bene. Ce lo meritiamo entrambi.

 

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Nei periodi difficili vai avanti a piccoli passi. Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta. Non pensare al futuro, nemmeno a ciò che potrebbe accadere domani. Lava i piatti, togli la polvere. Scrivi una lettera. Prepara una minestra. Vedi? Stai andando avanti passo dopo passo. Fai un passo e fermati. Riposati. Fai un altro passo,poi un altro. Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi. E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.

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