Profilo BACHECA 7
La capacità di stupirsi per un dettaglio, quella stravagante abilità di restare a bocca aperta dopo aver grattato via la crosta di banalità che avvolge il quotidiano e i momenti che lo compongono, il talento di accorgersi delle cose. Mi chiedo quando sia finita.
Eppure ne avevo a disposizione parecchia, una scorta che credevo inesauribile. Mi bastava osservare, guardarmi intorno, e i miei occhi, lanciati a caso come una coppia di dadi sul tappeto verde, coglievano un baluginio, un movimento o una forma, per comprendere i quali non mi occorrevano le leggi della fisica, né della chimica, bastavano l’immaginazione e le parole di mio padre.
La mia riserva si è esaurita da un giorno all'altro, il serbatoio si è svuotato senza il conforto lampeggiante di una spia gialla che ti dice che a tutto c’è rimedio. Si è esaurita a tradimento, lasciandomi in panne.
All'orizzonte non si vedono stazioni di servizio e io sono stanco, ma non sfinito, e continuo a camminare a piedi con un bidone di plastica vuoto nelle mani.
Dai, versa da bere e poi mettiti comoda. Sdraiati sul divano e togliti le scarpe.
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Camminava circospetta in una zona franca. In quella striscia sottile di sabbia paludosa, la terra di nessuno che segna il confine tra due relazioni. Troppo lunga per non provare un senso di oppressione al petto al solo nominarla, la prima; ancora così in embrione per avere il coraggio di definirla tale, la seconda.
La mattinata era iniziata presto, molto presto. Era partita male, molto male. Ed era proseguita peggio, molto peggio...
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Non è per niente facile starti accanto, me lo sono sentito ripetere così tante volte e senza un tono da colpo basso che ho finito col crederci sul serio.
Sei perennemente insoddisfatto e smanioso, aggiungeva, e ti annoi facilmente. Troppo facilmente.
Forse per cancellare la smania, la noia e l'insoddisfazione basterebbe la capacità di guardare il mondo con occhi sempre diversi.
Gli occhi celesti di una bambina il primo giorno di asilo e gli occhi sconfinati di un pescatore in mare aperto. Gli occhi spossati di un randagio affamato. Gli occhi disincantati di uno sbirro con quindici anni di volante sulle spalle oppure gli occhi sconfitti di chi alle Olimpiadi è premiato con la medaglia d'argento. Gli occhi esausti di un medico del Pronto Soccorso, a fine turno. Gli occhi bugiardi di una puttana, ma anche gli occhi unici di una fotografa. Gli occhi trascurati di chi ha fatto l'assist. Gli occhi nuovi di un uomo che ha superato un infarto o gli occhi delusi di un cuoco che ha bruciato la cena. Gli occhi strafottenti di uno che ha in tasca il biglietto vincente. Gli occhi perplessi di una professoressa in pensione da un giorno e gli occhi inimmaginabili di un astronauta. Gli occhi di uno scrittore alla fine della prima stesura di un romanzo.
Forse basterebbe. Forse...