Non riesco più ad esserci per le persone che non ci sono per me. Non ho più forze per rincorrere chi sfugge, scappa, latita, scompare. Non ho più energie per capire, giustificare, mettermi nei panni.
Lascio andare.
Lascio fare.
Contemplo fini e distanze.
Le accetto con serenità.
Non sono diventata una persona peggiore… Sono solo più consapevole… Del mio valore. Del tempo “perso”. Dell’inutilità di stringere ciò che sfugge.
Ho imparato a guardarmi intorno, a guardarmi dentro, a riconoscere su chi poter contare, a privilegiare le affinità che non richiedono sforzi innaturali.
Non puoi forzare ciò che non c’è.
Non puoi desiderare per due.
E, per assurdo, se cala il numero di chi conta, ne aumenta il valore assoluto. Così mi sento più piena d’amore adesso dove, ovunque mi volto, riconosco chi mi riconosce, in reciproco valore.
Il tempo della qualità, non della quantità, è il tempo che ti vede adulto e felice.