Parigi
Da dove arriva inattesa
quella fisarmonica da strada?
Parigi. Dev’essere Parigi
sotto un cielo grigio
che fa i palazzi più belli
e complici le strade.
Intendo a meraviglia la canzone:
un valzer dimesso e ininterrotto
che passa sulle cose di Parigi.
E poi la pioggia che manca
non cadrà
o non sarebbe Parigi un’attrazione.
Perché
vedi
la pioggia con tutto il suo ciarlare
mi spezza la visione:
quel pianto trattenuto
velato
senza nebbia
che ancora si vede
poco prima di sera
quando finisco il mio lavoro
guardo fuori
e lenti si accendono i lampioni.
Eh sì
anche l’ora dev’esser quella giusta
incomparabile direi
per fare di Parigi una canzone!
E la strada che imbocco non di meno
la strada che percorro
bagaglio alla mano
senza pesi nel cuore
perché Parigi è nel cuore
la terra dove calmo e compiaciuto
cammino quasi sereno.
E lieta causa sono i miei anni
che non son pochi oramai:
tante le stagioni alle spalle
meno di certo delle cose passate.
Ma di quelle
mentre sto andando per Parigi
non ho quasi memoria
né vani rimpianti
né tanta nostalgia.
Sono i miei anni a guidarmi
e ad essi mi affido curioso di vedere
non più azzannato
da sogni impossibili
e storie velenose. I miei anni sereni
che mi fanno sentire la musica
di un tardo pomeriggio autunnale:
una semplice musica inattesa
in un giorno senza pioggia di Parigi
Parigi che nemmeno conosco
per non esserci stato.