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Capricorno

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Quadri

 

Solitudine e Poesia

    camminano per strada…

 

 

Grigia è la strada...

 

 

Ma Solitudine ispira

   e Poesia si veste da colomba…

 

 

E vola lontano…

 

 

verso un luogo

che Lei sola conosce…

 

 

Poi ritorna con tanti colori

luminosi e graditi…

 

Solitudine osserva e nota:

 

 

per strada splende la primavera!

 

 

 

Un sereno weekend

tutto a colori

 

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  Viaggiando   

                         

  Oggi ho rivisto l’arcobaleno.

   Era mattino e s’inarcava tra i monti

   e il mare. A una curva

   l’ho perso di vista   ma la scomparsa

   non mi ha disturbato:

   giocava con me l’arcobaleno

   lasciandomi negli occhi vividi colori.

 

 

   Quando vedo l’arcobaleno

   mi dico che andrà tutto bene.

 

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È primavera

 

Oggi c’è il sole.

Quel tuffo d’incerta primavera

dentro il lago

a rischiarar le acque

ci fa sentire nuovi

nell’aria frizzantina del mattino

di colore azzurrino.

Ci fa notare i fiori nelle aiuole.

E un culmine lontano

oltre il lago

manda multicolori

un bell’arcobaleno

che a scivolarci sopra si riscopre

cos’è che lega

l’una all’altra sponda.

 

E l’aria trema

a un tocco di chitarra che invita

a liberar le note dentro il cuore:

qualcuna sfugge

dritta in fondo al viale

a sussurrare...

 

E quando è sera

con mente leggera 

è bello immaginare tanto per fare

che a un suono di sirena

un che di primavera

bianco tra i capelli   forse un fiore

fermi la nave mia

nel tempo dell’amore.

 

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Primo mattino

 

C’è una liquida calma

interrotta da bianchi paesi

e da un filo sottile e lontano

che taglia l’immenso.

 

Dopo il vento notturno

il cielo ha colori confusi.

Ma il sole che spunta e rispunta

riscalda la scena

e brandelli di nuvole ferme

sospendono il tempo.

Ore otto di questo mattino:

uno sguardo alla quieta marina.

 

E poi ore nove:

una nave compare e dilegua

mentre l’uomo costeggia la riva

e il sole trapassa le nuvole

un po’ più deciso.

 

Ore otto ore nove:

un tempo in cui tutto si è mosso

mutando il suo volto velato

di un minimo appena.

Rimanendo in fondo com’era.

 

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fin_che_ci_sono 22 ore fa

 

 

    Per sempre

 

     Morirò?... macché!

     Morire è solamente un modo di dire.

     Andrò di fatto in un posto adeguato

     che ora non saprei come chiamare.

     Ma netta è l’impressione di tornare

     laddove vissi prima che nascessi

     e dove fatalmente ebbi a morire

     per qui trovarmi dipoi

     a ragionare su quanto ormai appurato:

     che tutto riaccadrà ancora e ancora

     un passo dopo l’altro   lemme lemme

     come in un cerchio senza inizio né fine.

 

     Son dunque eterno? Ebbene sì: eterno!

     Da oggi sarà questo il solido puntello

     di tutta la mia vita.

 

     E se un domani

     con un pensiero chiaro e diligente

     dovessi poi scoprire l’altra metà del Tutto

     (che cosa in fondo sia l’eternità: la mia 

     e per qual fine mi tocchi questa magia)

     ebbene: lo scriverò di getto

     e spero ardentemente

     che tu lo leggerai   fratello!

     non più ossessionato dalla morte

     eterno insieme a me   per sempre!

 

 

 

 

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        Non ascoltare i sogni

 

           non li svegliare   non domandare

           non attirarli su strade tenebrose.

 

           E non chiamarli   non ricordarli

           non osservarli neanche da lontano.

 

           Ma se non puoi ormai dimenticare

           non calpestarli come avanzi di galera   

           e non spregiarli

           se non sciolgono la pena.

 

           Perdonali soltanto e sarai libero.

           E quel che conta

           col tempo ancora lieve

           potrai salvarli vivendo i tuoi giorni.

 

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Sogni

 

Esiste il mare

ma anche la campagna dove incedo

tra zolle fumanti e solchi di aratro.

E che profumo d’erba e di lavoro!

Indubbiamente c’è meno solitudine

che al mare. Odo il canto del grillo

e il verso che modella l’usignolo.

 

Sarà la mia impressione

ma sento che in campagna

è sempre primavera

con fiori che sbocciano furtivi:

“nascenti e delicati”

secondo i versi di altra poesia.

 

Ma sono ancora quelli?

Fiori freschi  fiori appassiti...

La mente vola e scorge la montagna

sfiorata da un corvo maestoso

errante nella luce

aperto al vento.

Ma becca l’aria e il cielo oscura

e piove sul mio sogno.

 

Ancora qualche immagine tardiva

di sotto la palpebra assonnata.

E l’eco di un verso argentino:

forse l’usignolo.

 

Infine mi risveglio.

Riapro gli occhi intrisi di salsedine.

E resto trasognato

accanto a una barca silenziosa.

 

 

 

 

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*

 

L’uomo che passeggia lungo il viale

ha chiaro in volto l’aspetto fuggitivo.

Se lo guardi s’invola rapinoso

come stormo che non teme la tempesta.

S’invola verso un canto di sole.

Poi un fragore

uno schianto di nubi

e ritorna sfinito dal tuo regno di fiaba.

 

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Marzo

 

Sei tempo cupo e silenzio

e pioggia d’inverno

e onda possente minacciosa

che squassa la marina.

 

Sei vento furioso

che turba il sonno

agli esseri indifesi della terra.

 

Sei Marzo. Hai forti le braccia

dove riposa Primavera

in attesa che il sole la svegli

e intoni il suo canto fiorito.

 

 

 

 

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 Un ricordo

 

 Quando il giorno sta per finire

 e l'ora profonda in vanità

 può accadere che il tempo passato

 spalanchi le porte

 e regali un ricordo:

 un piano chiamato orto

 un piccoletto con briciole di pane

 e tanti pettirossi che le attendono

 sull'albero di quel nitido piano.

 

 Un lampo che balena nella sera

 con tutte le sembianze dell'attuale

 del vero   

 del piccoletto…

 e di un rumore per strada

 che spegne infine la visione

 restituendo il bimbo e i pettirossi

 a un cielo lontano

 dove volano ancora gli aquiloni.

 

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