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Oggi 27 gennaio milioni di italiani “ricorderanno” il trattamento che hanno subito gli ebrei europei tra la fine degli anni trenta e la prima metà degli anni quaranta del secolo scorso. Pubblicheranno immagini di uomini scheletrici confinati in un campo, foto accompagnate dalla scritta “per non dimenticare”. Diranno che le discriminazioni sono un abominio, che il razzismo dello Stato va sempre condannato. Condivideranno sui profili Facebook memorie e poesie scopiazzate da internet, frammenti di libri che non hanno mai letto, scene di film visti controvoglia. Scorreranno le immagini di negozi con il cartello “questo negozio è ariano”. Uomini e donne di ogni età dedicheranno almeno un post per dimostrare agli altri e a se stessi di essere sensibili e “umani”. Dalle loro parole sembrerebbe che queste persone avrebbero rischiato la vita per salvare un ebreo, seppur sconosciuto.

Peccato che la loro è solo ipocrisia. Poco dopo essersi proclamati paladini dei diritti umani, continueranno ad avallare le scelte del governo che ha tolto e continua a erodere i diritti, la libertà e quindi la dignità dei non vaccinati. La maggior parte di questi che il 27 gennaio si fanno prendere dai palpiti del cuore per ingiustizie che non hanno mai visto con i propri occhi, sì perché è facile condannare il passato che non puoi cambiare, girano la testa dall’altra parte quando le ingiustizie si consumano tutti i giorni nell’indifferenza generale di una maggioranza obbediente e ipocrita.

Alcuni, dopo il post su Anna Frank, riprenderanno a insultare i “no vax”, ad accettare che milioni di italiani da mesi vengono buttati fuori dalla società, trattati come criminali, alcuni si spingeranno oltre e continueranno ad augurare ai non inoculati di finire in terapia intensiva, di morire. In televisione qualcuno ha detto che vanno arrestati, presi a fucilate. Medici e infermieri hanno dichiarato pubblicamente non solo di non volerli curare (cosa che già avviene), ma di volerli torturare. Qualcuno con un po’ più di fantasia ha esternato il perverso desiderio di internarli in campi di concentramento.

Gli smemorati di fine gennaio dimenticano che il carattere tipico di una dittatura è quello di convincere la maggioranza che esiste una minoranza da sopprimere perché causa di tutti i mali. E da questa convinzione indotta da persone pagate per fare propaganda, si arriva ad accettare che qualsiasi azione contro queste persone, non solo è lecita, ma è necessaria per la “salute pubblica”, anche se si tratta di veri e propri crimini contro persone innocenti, che hanno solo la colpa di non essersi sottomessi al ricatto dello Stato.

Non entriamo nel merito delle questioni sanitare, chi non ha capito che tutto questo non ha nulla a che vedere con un virus che può essere curato a casa, è talmente plagiato dalla propaganda che probabilmente non lo capirà mai. È comodo non fare sforzi mentali, dare la colpa agli altri e sentirsi dalla parte giusta della società, è esattamente ciò che faceva il regime che oggi -a parole- decine di milioni di persone dicono di condannare.

Nessuno è innocente. I vaccinati che dicono di essere contrari al green pass e alla vaccinazione obbligatoria, ma non hanno mosso un dito per impedirlo, sono ugualmente colpevoli. Sono colpevoli tutti quelli che per vivere mostrano con spensieratezza la tessera verde, sono colpevoli tutti quelli che forse non godono, ma comunque non trovano abominevole una discriminazione basata sulla pseudoscienza. Sono colpevoli tutti quelli che hanno interiorizzato questo sistema: per avere i tuoi diritti, ti devi inoculare periodicamente una dose come fedeltà al regime. Come se tutto questo fosse normale.

La colpa è solo in parte del governo. Il vero problema è l’indifferenza, l’egoismo e la cattiveria di persone che si sono sottomesse per pigrizia. Nessun regime si regge senza consenso. Se domani dovessero deportare i non vaccinati in qualche campo, questa specie di uomini penserebbero “colpa loro che non si sono vaccinati”.

 

Buona giornata dell'ipocrisia!

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