Di una persona non basta averne voglia, bisogna sentirne la fame.
Profilo BACHECA 30
https://youtu.be/BPu8cCxGSC0
Io esigo un po’ di poesia, altrimenti appassisco, mi spengo, mi deterioro. Alzarsi ogni mattina e vedere solo sguardi vuoti, sentire discorsi pratici e razionali, oppure battute senza senso, mi fa consumare dentro. Vivere così mi stanca. Non è correre da una parte all’altra, non avere un attimo di respiro. Non è il lavoro, il telefono che suona.È la mancanza di poesia e di bellezza che mi sfinisce. Come quando le persone si dimenticano di baciarsi, di abbracciarsi e di guardare il cielo. Come quando le parole delle canzoni sono solo parole e non più storie. Come quando non ringrazi più per la bella serata, per la bella giornata, per un bel gesto.
La poesia, per me, è far caso a quello che ci circonda, è il coraggio di commuoversi ancora, è la fantasia che trasforma un foglio di carta in un fiore. La poesia, per me, è dire “me ne frego di tutto e vado al mare”, è saltare nelle pozzanghere anche quando si è grandi, fare “m’ama o non m’ama” con le margherite, aspettare l’alba insieme a qualcuno che ci vuole bene.
È continuare a giocare anche se tutti ti guardano male, è alzarsi un po’ brilli alla fine di una cena e improvvisare un lento. Io senza non ce la faccio, sul serio, mi spavento, mi manca il respiro, non sono io, e forse dovrei crescere, ma se crescere vuol dire smettere di sentire, allora no, ci rinuncio, perché io voglio sentire tutto, perché io voglio fare la rivoluzione.
Tanti paesi
e il tuo posto nel mondo
era la mia spalla.
R. Sarmenteros
Che ci sono persone alle quali semplicemente non piacete, qualsiasi cosa facciate.
Che nonostante pensiate di essere furbi, non lo siete molto.
Che, con buona pace delle stronzate maschiliste, il pianto maschile in pubblico non soltanto è molto mascolino ma può anche farvi sentire bene.
Che condividere significa parlare. (…)
Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso.
Che la solitudine non è una funzione di isolamento.
Che a volte agli esseri umani basta restare seduti in un posto per provare dolore.
Che la preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi.
Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza.
Che concentrarsi intensamente su qualcosa è un lavoro duro.
Che è semplicemente più piacevole essere felici che incazzati.
Che ci vuole un grande coraggio per mostrarsi deboli.
Che gli altri, anche se sono stupidi, riescono spesso a vedere cose di voi che voi non riuscite a vedere.
Che il possesso di molto denaro non immunizza la gente dalla sofferenza e dalla paura.
Che provare a ballare da sobri è tutto un altro paio di maniche.
Che anche della generosità anonima si può abusare.
Che fare sesso con qualcuno per cui non provate nulla lascia una sensazione di solitudine maggiore che non farlo affatto, dopo.
Che è consentito volere.
Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi dagli altri. Che questo non è necessariamente perverso.
Che è possibile che gli angeli esistano, però ci sono persone che potrebbero essere angeli.
Infinite Jest, David Foster Wallace