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Le case di ringhiera milanesi, che spettacolo!

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Scala di Palazzo Biscari,

Catania

1750 - 1757

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Sostanza degli incubi? No. Tentacoli di calamaro. Premiati con menzione onoraria ai Vizzies 2008, questi mostri che vedete sono delle ventose sul tentacolo del calamaro atlantico (Loligo Pealeii), viste al microscopio elettronico a scansione con falsi colori. Le ventose misurano circa 400 micron e hanno delle "zanne" di chitina, permettendo al calamaro di avere una presa solida.

 

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Sostanza degli incubi? No. Tentacoli di calamaro. Premiati con menzione onoraria ai Vizzies 2008, questi mostri che vedete sono delle ventose sul tentacolo del calamaro atlantico (Loligo Pealeii), viste al microscopio elettronico a scansione con falsi colori. Le ventose misurano circa 400 micron e hanno delle "zanne" di chitina, permettendo al calamaro di avere una presa solida.

 

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Per un paio di giorni è possibile andare in alcune biblioteche e affittare un "libro umano". Ci si registra, si sfoglia il catalogo scegliendo tra varie indicizzazioni come ad esempio "rifugiato", "disoccupato", "musulmano", "bipolare" e si può rubare mezz'ora del tempo di una persona che fa parte di una minoranza discriminata e ascoltarla, per poterne conoscere e apprezzare la storia al di là del termine con cui è stata indicizzata nel catalogo, per capire quanto sia sbagliato giudicare il libro dalla copertina. Si tratta di un progetto nato in Danimarca, a Copenhagen, nel '93 grazie ad un gruppo di studenti rimasti molto colpiti dall'aggressione a sfondo razziale di un loro compagno. Poiché ritenevano che la comprensione fosse un prerequisito per sviluppare tolleranza e accettazione, fondarono l'associazione "Stop the Violence" che fece da base per lo sviluppo dell'iniziativa globale chiamata Human Library, che dal 2003 è riconosciuta dal Consiglio Europeo come iniziativa di buona prassi e l'adozione ne è incoraggiata nelle nazioni. Al momento l'organizzazione è attiva in cinquanta Paesi tra cui l'Italia e in alcune biblioteche è un evento permanente, come ad esempio in Corea del Sud e in Tasmania, mentre in altri Paesi è allestito soltanto temporaneamente.

 

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L'immagine può contenere: notte e cielo

Il teatro dell'opera di Sydney illuminato con The Tree of Life di Gustav Klimt in occasione del Vivid Sydney, un evento che si svolge ogni anno a maggio e giugno nella città australiana.

 

 

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La leggenda del filo rosso del destino (in giapponese 運命の赤い糸 Unmei no akai ito), è nata in Cina ma diffusa moltissimo in Giappone, fino a diventare una vera e propria storia legata al folklore e alle credenze.

Si dice che ogni persona, appena nata, abbia questo filo rosso legato al mignolo della mano sinistra (guarda caso, dalla parte del cuore) un filo, che dall'altra estremità è legato alla persona con cui si è destinati a passare il resto della propria vita insieme, insomma la propria anima gemella, senza badare all'età, all'orientamento sessuale, al ceto sociale o alla distanza stessa.

Il filo è molto lungo, non può essere visto ed è indistruttibile. Proprio per il fatto che sia lunghissimo, vengono a formarsi molti nodi, che stanno a significare, che ci sono molti problemi da risolvere, prima di arrivare alla persona amata. Ogni nodo che si riesce a sciogliere sta a significare strada in meno da percorrere per arrivare alla proprio anima gemella. Passo dopo passo, inevitabilmente, si arriva a lei/lui per passare tutta la vita insieme.

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Un pellicano dalmata che “dorme” con un occhio aperto e con metà cervello a riposo.
Ha l’enorme becco seppellito nelle piume del suo schienale per poter respirare il calore che emana il suo stesso corpo, per riscaldarsi nelle notti più fredde.

La fotografia è stata presentata al concorso Wildlife Photographer of the Year nel 2003 dal tedesco Helmut Moik 

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Nessuna descrizione della foto disponibile.

😱

 

Più di dieci anni fa, la comunità scientifica rimase abbastanza sconvolta dalla scoperta di alcune rane che presentavano delle bizzarre malformazioni alle zampe.
Ma c'è di più, molto di più.
Queste rane avevano più di quattro zampe, caratteristica abbastanza insolita per questi animali.
Gli scienziati, non capendo la causa di questo soprannumero di zampe, attribuì la colpa all'#inquinamento antropico o alle #mutazioni genetiche causate dai raggi UV.
In realtà, qualcosa di molto più subdolo e quasi inverosimile si celava in questa misteriosa e assai bizzarra malformazione.
Quasi otto dopo dall'osservazione di questi anfibi, la comunità scientifica trovò il responsabile che aveva deturpato la consueta anatomia delle rane.
Niente inquinamento antropico, niente radiazioni UV.
Il responsabile si chiama Ribeiroia ondatrae, un #parassita.
Il #Ribeiroia ondatrae è un trematode appartennte al Phylum dei #Platelminti, comunemente chiamati "vermi piatti".
Si tratta di un parassita che, nel corso del suo ciclo vitale infesta prima i #molluschi, poi gli #anfibi e, infine, gli #uccelli; tre gruppi animali completamente differenti tra di loro.
E in effetti, il Ribeiroia ondatrae possiede le più raffinate tecniche di parassitosi.

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