Profilo BACHECA 5
È tutto chiaro
Io sono qui
tu sei lì
ma io ti vedo
ti sento
potrei indovinare i tuoi passi
gesti
mo(vi)menti.
Ora apri la finestra
è l’ora
la sera sparge
malinconiche blue notes
e arrivano qui.
È tutto così nitido
ciò che non abbiamo
ma che sappiamo
due rette s’incontrano
nell’impossibile equazione
un compasso senza mina
incide sul foglio
un cerchio dalla traccia perfetta.
lf tdr
Ci sono persone che nei loro ragionamenti usano sempre gli stessi schemi e arrivano sempre alle stesse conclusioni.
Non si sforzano di cambiare il punto di vista, scombussolerebbe la percezione che hanno delle cose e di conseguenza di se stessi.
Si accorgerebbero che quando l’immaginazione supera la conoscenza, si spezza qualsiasi tipo di ragionamento e non ci sono più i presupposti per un dialogo.
Occorre rialfabetizzarsi al confronto per non perdere di vista la realtà e soprattutto se stessi.
Adoro la notte quando giunge come una rivelazione e mentre ti racconti le storie che di giorno sfumano nella luce e nel rumore, recuperi quella sacralità in cui tutto ha un nome e un senso.
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Di me ricordo uno spasmodico senso di attesa. Se dovessi personificare l’attesa la vedo come una giovane donna in piedi, sguardo a tutto campo, per scoprire da che parte arriva. E nell’attesa ci metto tutto: proiezioni, speranze, opportunità, sentimenti passioni. Nell’attesa ho atteso, perché la vita appagante non esiste, o meglio non è per tutti uguale. L’ho misurata col metro delle mie priorità, e lo spunta era talmente bizzarro da dare risposta a tutte le mie inquietudini: amore , lavoro, famiglia, sicurezza economica, gratificazioni personali, libertà. Ma è possibile conciliare la libertà con tutto ciò che rappresenta il suo contrario? La famiglia per me non è mai stata una palla al piede, anzi, ma non posso non sottolineare che la vita ideale mi ha perseguitato sempre, e ancor oggi sono in attesa di quell’afflato che forse è vivo solo nel mio immaginario.
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Ci sono giorni meno giorni di altri e bisogna guardarli in faccia senza farsi intimorire dalla loro faccia torva.
Abbiamo imparato che anche il brutto ha mille sfaccettature e perché deve esserti destinata proprio la peggiore?
Abbiamo la propensione ad abbatterci molto più facilmente che gioire, e non siamo addestrati a tenere a bada pensieri disturbanti. Quelli arrivano, t’invadono e possono incrinare il tuo ottimismo.
Abbiamo la possibilità di raddrizzarli però. Analizzarli uno a uno e farci contagiare dagli elementi di positività che affiorano prepotenti, se il terreno è ben concimato.
Io lo annaffio regolarmente, spesso il caldo lo secca, anche se lo bagno. Quando le cose non dipendono da me, aspetto. Prima o poi il seccume ritorna verde.
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Ho aperto gli occhi e mi sono sentita invadere da questa frase: Tutto inizia con un inizio, un nuovo inizio, una fine, un’interruzione. Mi ha messo un po’ in agitazione tutta questa mancanza di chiarezza. È che sono abituta a dare ai termini la loro giusta accezione ma è da un po’ di tempo che fine e inizio mi perseguitano. Non so mai dove inizia l’inizio, dove finisce, dove s’interrompe, per dar vita a qualcosa di nuovo. Ogni interruzione non ferma il flusso, lo rinvigorisce, lo smorza, diventa momento di ripensamento…certo è che da ogni stacco nasce un nuovo inizio. Di quanti inizi siamo fatti, non c’è mai fine a ciò che credevamo finito…Anche
le cicale, dopo breve interruzione, hanno ripreso a cantare.
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Ogni volta andrò sentendo meno e ricordando di più.
Julio Cortazar
E pensare che io la ribalterei questa frase.
Il tempo mi sta allontanando sempre più dai ricordi. Ricordare è un bell’esercizio ma non sempre. Ci fu un tempo in cui mi crogiolavo nei ricordi, fosse un amore finito o un irrigidimento nei confronti di qualcuno o qualcosa. Sembravo avvitata su me stessa e consideravo la vita come uno spazio da riempire secondo un ordine prestabilito.
Studio, lavoro, matrimonio, figli, rigorosamente nell’ordine, dovevano garantire, oltre che sicurezze e ipotesi di realizzazione anche la felicità che io, questa cosa della felicità nelle piccole cose, nel guardarmi attorno, nel pensare a chi sta peggio, nell’averla dentro, in tutta onestà non l’ho mai capita provando spesso dei sensi di colpa.
Forse oggi so cosa sia la felicità e non ha niente a che fare con la gioia, la soddisfazione, l’appagamento, l’afflato amoroso, che sono soltanto delle derivazioni.
La felicità è il percepirsi unici, liberi, slegati da qualsiasi condizionamento, è riuscire a sentirsi come si è, è riuscire ad essere ...ed è la cosa più difficile.
La vita é un battito di ciglia ma anche uno sguardo che contiene l'infinito.