Mi descrivo
le parole possono essere finestre, talvolta muri
Il prestigio delle parole, divise ma unite da un accordo di suoni,
con risonanze intime e pregnanti, che convergono, talvolta
divergono. E’ il fasto dei sensi che sgorgano tra i significati
plausibili. Ciò che mi delude delle logiche relazionali e degli
anagrammi del mondo che ci attornia e recinta, è il fatto che
nell'insenatura dell'esistenza, tra i suoi vivacchi e grovigli
interpersonali, lievita, nell'incostanza della profondità del
sentire, l’incertezza delle parole, ineffabile e sospesa. Rimane un
arcano silenzio nel respiro del cuore, con la fiducia di intendere.
E’ il sacro istinto dell’essere, avulso da pedissequi precetti,
volendo scrutare oltre, attraverso esercizi di passione e
cognizione, perspicacia e audacia, ambendo osare percezioni
astrali. Talvolta, però, quella fiducia si stempera e dissolve,
consapevoli che, seppur limitrofi, si è distanti.