Patologia molto diffusa, specie nel virtuale, ma lo sapete gia...
Mi chiamo Narciso, molto piacere.
Hai avuto la fortuna di conoscermi, hai toccato le vette del grattacielo più alto del mondo, sono stato gentile, educato, rispettoso, ti ho portata in alto, ti ho dato la possibilità di sognare ad occhi aperti facendoti vivere la fiaba più bella della tua vita.
Ti ho corteggiata, ho usato parole meravigliose, mi sono comportato in maniera ineccepibile ed eccelsa.
Quello che ancora non immaginavi è che era tutto finto, il mio scopo era quello di inabissarti, di farti precipitare, di maledire il giorno in cui mi hai conosciuto.
Nonostante tutto l'affetto che mi dimostrerai, le tue premure, il tuo amore, ti tratterò così male, che vorrai sparire e sprofondare. Studierò tutte le tue mosse, le tue fragilità, i tuoi valori morali e userò tutto questo per colpirti, per denigrarti, per farti sentire una nullità.
Sarò talmente pessimo che, mentre tu starai male a causa mia, io userò quel dolore per affossarti, per tagliare ll tuo cuore che ferirò a morte.
Ti farò sentire talmente insicura di te stessa che passerai intere giornate a piangere e a deprimerti in attesa di un mio messaggio o una mia telefonata, che non arriverà.
Sono bugiardo, cattivo, manipolatore con premeditazione, ma ti farò sentire paranoica e ti darò anche della pazza.
Impazzirai con i miei discorsi inutili, patetici e inconcludenti e persino quando avrai un momento di sconforto, i miei eloqui saranno talmente stupidi, che ti sentirai soffocare.
Non mi scuserò perché io non sbaglio, anzi minimizzerò i miei errori e sarò talmente bravo e meschino da farti credere che ho ragione.
Ti umilierò, ti tradirò, ti schernirò, mi prenderò gioco dei tuoi sentimenti, li calpesterò e ti sentirai morta dentro.
E mentre tu continuerai a morire, io mieterò altre vittime, succhierò il loro sangue e le annienterò.
Se riuscirai a sopravvivere a tutta questa agonia e mortificazione, mi ringrazierai per averti resa più forte e per averti insegnato che da quelli come me, bisogna stare alla larga.
Paola Tafuro, sociologa