“Ti va di salire da me?”
Ho parcheggiato la macchina a pochi passi al suo portone, alla periferia del cono di luce di un lampione. Non è ancora mezzanotte. Dalla radio giungono le note di una vecchia canzone d'amore. Un sottofondo ruffiano appena percettibile. Avevo tredici anni la prima volta che l’ho sentita. Non dirmi che tu non ti sei mai fidanzata ascoltando questa canzone…
Lei è seduta sul sedile al mio fianco, nell’oscurità dell’abitacolo, si è voltata a tre quarti. Nei suoi occhi brilla una profferta di elegante spudoratezza, fra le sue labbra sorride una profferta di elegante spudoratezza, ogni suo gesto disegna una profferta di elegante spudoratezza. È affascinante. È intelligente. È desiderabile.
Il suo odore ha impregnato l’ambiente. Avvertirlo mi eccita e, al tempo stesso, mi rassicura. La conversazione tra di noi, dall’aperitivo e fino a quell’istante, è stata un complesso e aderente incastro di dialoghi. Una sorprendente piacevole novità in confronto allo scontro di monologhi cui mi hanno assuefatto i miei ultimi, deprimenti incontri galanti. Del suo passato, questa sera, non mi ha raccontato che sparuti aneddoti. Di sé ha concesso rari dettagli, utili a tratteggiarne il profilo, ma insufficienti a svelarne il ritratto.
Non ha mai avuto un marito. È una donna che sa apprezzare il whisky e i complimenti e la sua risata è coinvolgente. Ha in sé la sicurezza che toglie l’imbarazzo alle inevitabili pause di silenzio in una serata tra due persone che si stanno lentamente conoscendo. Quella stessa sicurezza che sostiene con nonchalance gli sguardi altrui. Ama i cani, ma non sopporta averli in casa. Fuma in compagnia e, ovviamente, non ride mai a sproposito.
Tra il secondo e il dessert le ho osservato le mani. Unghia curate e gesti appena accennati ad accompagnare un concetto. Ho pensato cosa quelle mani sarebbero in grado di fare di me e ho avvertito un accenno di erezione e di imbarazzo.
Ma anche io ho giocato bene le mie carte. La sua profferta ne è una prova evidente.
Tutti gli indizi raccolti lungo il fluire di questo nostro primo appuntamento conducono alla porta del suo appartamento al sesto piano di quel lussuoso, anonimo condominio, varcata la quale la serata troverà la sua passionale, infuocata conclusione. E la nostra relazione, forse storia d’amore, il suo perfetto, poetico e passionale avvio.
“Mi piacerebbe, ma sono molto stanco. Domani ho da lavorare e mi tocca alzarmi presto.”