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il.passo

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ultimo accesso: 17 maggio

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il.passo più di un mese fa

 

La mia voce sentirai

portata dal vento.

 

Un canto tra i monti

per un tuo sorriso

 

che vorrei respirare.

 

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Davanti allo specchio si inchinò leggermente e vide se stesso fare altrettanto. Gli disse - servirebbe davvero un po' di magia - La figura al di la dello specchio mosse le labbra muto. Si girò e vide l'altro fare altrettanto.

 

Cercò di prenderlo alla sprovvista rigirandosi all'improvviso e facendogli una linguaccia, ma come risposta ne ottenne una uguale.

 

- Voglio il mio amore - disse in un sussurro avvicinandosi allo specchio. La figura davanti a sé fece lo stesso, forse non lo aveva sentito bene. - Si, non hai capito? VOGLIO LA DONNA CHE AMO - gridò gesticolando - E' troppo tempo che non la bacio, che non la sfioro, che non sento il profumo della sua pelle. - La figura dall'altra parte si dibatté muovendo le braccia in modo buffo. 

 

Si avvicinò ancora di più e vide il proprio fiato farsi condensa allo specchio. - Chissà se anche dall'altra parte si sarà appannato - si chiese pulendolo con una mano. Evidentemente sì, perché anche la propria immagine puliva lo specchio dal suo lato. 

 

Si fermò e per un momento i due si fissarono senza muoversi. - Non chiedevo poi molto - disse - volevo solo un po' di magia per poter sfamare il mio cuore affamato, per poterlo cibare del mio amore lontano. -

 

Diede un ultimo sguardo allo specchio e poi si girò e si allontanò lentamente. 

L'immagine nello specchio rimase li a guardarlo finché non lo vide sparire.

 

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Vento portale il mio messaggio - vengo da te amore - non mi importa se potrò solo guardare i suoi occhi. 

 

Nuvola nera che precipiti al suolo tempesta e lampi, portale un po' di refrigerio e carezze d'acqua e vapore sul viso. Dille che sono le mie, che sono quelle che non potrò darle.

 

Stormo di verzellini dal petto color del sole, volate dal mio amore, portatele il mio canto che sgorga dal mio cuore, cantate voi per lei.

 

E tu luna, che stai nascosta dietro la spessa coltre di nuvole, si tu. So che sei li anche se sei ormai dietro l'orizzonte, e ci guardi. Dille che la amo da impazzire, dille di alzare lo sguardo e guardarti mentre cresci notte dopo notte, ingorda ed affamata di luce. Dille che la amo da morire e che quando comincerai a calare, stanca ed ebbra, io sarò da lei.

 

Si, luna, sarò da lei.

 

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Seduto sullo spuntone di roccia che dominava la curva del fiume si fermò ad osservarla. Le gambe nude, la camicia bianca troppo grande per lei, abbottonata solo sotto il seno, giocava con il riflesso nell'acqua dei suoi capelli rossi.

 

Alzò il viso e lo vide. Gli sorrise e lui si sentì invadere da un calore immenso. Alzò un braccio per salutarla e la guardò immergere i piedi nell'acqua gelida, cominciare a ballare senza smettere di fissarlo. 

Era bellissima. 

Un anno, lui pensò. Quasi un anno. Si accorse che stava trattenendo il respiro.- ti amo da morire - le gridò mentre scendeva verso il fiume.

- Aspettami - le chiese mentre lentamente si avvicinava. - aspettami - ripetè mentre percorreva gli ultimi metri che li separavano. .

 

 

- aspettami. - 
 

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Mi avvicinai senza che tu mi vedessi, eri seduta con lo sguardo verso la valle. Il sole sopra le montagne illuminava il tuo viso accendendo il rosso fuoco dei tuoi capelli. Mi fermai alle tue spalle, vi posai le mani e mi piegai verso di te. Sentii il tuo respiro ed il profumo dei tuoi capelli e vi affondai il viso. Ti baciai sul collo dalla pelle del sapore del sole.

 

Feci scivolare le mani dalle tue spalle alle braccia, lungo le maniche a tubo, sfiorando l'attillato corpetto bianco, ricamato. Seguii  con lo sguardo la dolce curva del seno... sentii il mio cuore battere più velocemente, così come il tuo respiro. Ti presi una mano e ti aiutai ad alzarti.

 

Chiusi gli occhi e mi concentrai sul fruscio del grembiule celeste e sull'ampia e lunga gonna di panno nero. Le mie mani cercarono quel suono lungo i fianchi. Le dita, in ascolto, si fermarono stringendoti. Ti feci girare e ti attirai a me. Sentii il tuo corpo contro il mio, le tue dita affondare nella mia schiena.

 

Aprii gli occhi e vidi che mi stavi guardando sorridendo, mi tuffai nei tuoi occhi trasparenti e ti baciai sulle labbra. Erano fresche, morbide. 

 

Ed al profumo di lavanda.

 

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Guardo le luci che ammiccano. Si accendono e si spengono una ad una per poi riaccendersi. Mandano bagliori rossi sulla parete della stanza. Danzano.

 

Volgo lo sguardo verso l'orizzonte, le luci della cittadina lo rendono cangiante. Non c'è traffico, solo il rintocco delle campane che annuncia il Natale.

 

E' notte, il vento porta il suono di una musica lontana.

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La tua carezza

 

 

Lieve fruscio,

d'ali di farfalla.
 

Fragile tocco,

bambola di porcellana.
 

Tempesta di fuoco,

brivido tumultuoso
 

leggero filo di seta.

 

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Una goccia d'acqua scivola piano lungo la tua schiena nuda.

Mi fermo guardarla. Non percorre il tragitto di tutta l'acqua che scorre dalla doccia sulla tua pelle, no. La goccia si ferma, sospesa sulla scapola.
 

Evita il ruscello d'acqua che precipita veloce fino terra  si muove mollemente lungo la spina dorsale.

Riflette il bianco luminoso della tua pelle.
 

Sento che mi dici qualcosa, annuisco, ma non ti sto ascoltando. Sono concentrato sulla gocciolina, ho paura che se distogliessi anche solo per un secondo lo sguardo, la perderei.
 

Questa ricomincia muoversi, si sposta decisamente lungo un fianco, verso la mia mano che tengo per sostenerti. Trema un momento, scompone un frammento di luce in un piccolo arcobaleno si tuffa nel flusso d'acqua scrosciante chiacchierone.
 

Ti giri mi guardi, sorridi. - Cosa stai facendo amore? - mi chiedi - Non mi lavi la schiena?
 

Mi piego ti bacio il fianco, nel punto dove la gocciolina è sparita. Ti bacio sul collo. Do un'ultima occhiata al rivolo d'acqua che si è impossessato dei tuoi fianchi.
 

certo amore, -

 

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                                                                                 ©

 

Ti guardo dormire, amore. Ascolto il tuo respiro regolare che scandisce la mia notte.

Allungo una mano e raccolgo un tuo ricciolo ribelle che, più intraprendente, è scivolato dal cuscino e dondola sfiorando il lenzuolo.

Alzo lo sguardo alla finestra, il cielo ad est si sta colorando di rosso e tra non molto sarà giorno. Guardo la dolce curva della tua spalla nuda, il braccio che stringe un angolo di cuscino.

Vorrei essere io al suo posto, sentire ancora il tepore del tuo abbraccio, ma non voglio svegliarti. Mi stendo accanto a te, ti accarezzo piano e mi fermo a guardare il lento sollevarsi del tuo petto.

Tra non molto suonerà la sveglia, lo so e rivedrò i tuoi splendidi occhi verde acqua.

Poso  la mano su un tuo fianco, sento la stoffa scivolare sotto le mie dita.

Chiudo gli occhi. Pochi minuti, amore.

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