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Mi descrivo

Nella vita si può essere più di un passeggero - Amelia Earhart

Su di me

Situazione sentimentale

-

Lingue conosciute

Inglese, Francese

I miei pregi

-

I miei difetti

-

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. Dialogare e Comunicare
  2. Osservare la realtà che mi circonda
  3. La creatività. l'inventiva, la fantasia

Tre cose che odio

  1. Mancanza di rispetto
  2. Perdere tempo
  3. Urlare

I miei interessi

Vacanze Ok!

  • Prendo l'auto e parto

Vacanze Ko!

  • Villaggio turistico
  • Passioni

    • Fai da te
    • Motori

    Musica

    • Rock
    • Jazz

    Cucina

    • Piatti italiani
    • Indiana

    Libri

    • Narrativa
    • Fumetti

    Sport

    • Tennis

    Libro preferito

    Il mondo di Sofia

    Meta dei sogni

    Russia, Irlanda e Scozia

    Film preferito

    A Clockwork Orange

    E' un sogno così bello! ^_^

     

    Stanley Kubrick

     

    De vulpe et uva - Esopo

    C’era una volta una volpe, furba e presuntuosa.
    Un giorno spinta dalla fame, gironzolando qua e là, trovò una vigna dagli alti tralicci. "Ecco - disse - finalmente qualcosa di prelibato”. Tentò allora di saltare spingendo sulle zampe con quanta forza aveva in corpo, ma nulla.
    "Calma - si disse - io così furba non posso arrendermi, ma devo escogitare qualcosa per raggiungere quell’uva”. Dopo un breve riposo riprese a saltare ma dopo alcuni balzi, non potendo neppure toccarla, così disse mentre mestamente si allontanava: “ Nondum matura est, nolo acerbam sumere - Pazienza, non è ancora matura, non mi va di spendere troppe energie per un frutto ancora acerbo”.

    The Godfather

      

    La rana e lo scorpione

    Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
    A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione..." rispose lui "E' la mia natura
    "

    Star Wars

         

    La favola del giovane e dei chiodi.

    Un padre aveva un figlio incline all'ira e sgarbato. Non sapendo come fare, chiese aiuto al proprio padre. Il ragazzo andò a trovare il nonno che prese un sacchetto di chiodi e disse: “Vedi quello steccato laggiù? Ogni volta che ti comporterai male con qualcuno, pianterai un chiodo in quello steccato.” Il primo giorno il ragazzo piantò 30 chiodi. Il secondo altri 30. Il terzo il nonno gli disse: “Se continui così non avrai chiodi a sufficienza.” Il quarto giorno il ragazzo piantò 15 chiodi. Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati diminuì: era più facile controllarsi che piantare chiodi. Dopo alcuni mesi il giovane andò dal nonno e disse: “Sai, sono 2 giorni che non pianto chiodi.” Il nonno rispose: “Bravo. Ogni volta che avrai una parola buona per qualcuno, togli un chiodo dallo steccato.” Il primo giorno il ragazzo tolse un solo chiodo, il secondo 3 e il terzo 10. Così. il ragazzo andò dal nonno: “Guarda ho tolto tutti i chiodi dallo steccato.” Il nonno lo condusse allo steccato e disse: “Bravo, però vedi quanti buchi ci sono? Ogni volta che offendi qualcuno è come se piantassi un chiodo nella sua pelle e ogni volta che fai ammenda è come se lo togliessi ma, rimangono segni profondi. Nono importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà. L’ideale è tentare di non piantare mai nessun chiodo.”

    La cicala e la formica

    In una calda estate, una cicala cantava sul ramo di un albero, mentre una lunga fila di formiche faticava per trasportare chicchi di grano. La cicala disse alle formiche: “Perché lavorate tanto, potremo cantare insieme!” Le formiche risposero: “Non possiamo! Dobbiamo preparare le provviste per l’inverno! Quando verrà la neve non troveremo più niente da mangiare e solo con le dispense piene potremo sopravvivere!” “L’estate è ancora lunga, c’è tempo per fare provviste. Io preferisco cantare!” Per tutta l’estate la cicala continuò a cantare e le formiche a lavorare. I giorni passarono veloci e arrivò l’autunno. Una mattina la cicala si svegliò tutta infreddolita e cominciò a vagare cibandosi di gambi rinsecchiti che spuntavano dal terreno duro e gelato. Venne la neve e la cicala non trovò più niente da mangiare. Affamata e tremante di freddo, pensava con rimpianto al caldo e ai canti dell’estate. Una sera vide una lucina lontana e si avvicinò: “Aprite! Sto morendo di fame! Datemi qualcosa da mangiare!” La finestra si aprì e la formica si affacciò: “Chi è che bussa?” “Sono io, la cicala! Ho fame, freddo e sono senza casa!” “Ah! Mi ricordo di te! Cosa hai fatto durante l’estate, mentre noi faticavamo per prepararci all’inverno?” “Cantavo e riempivo del mio canto cielo e terra!” “Hai cantato?” replicò la formica, “Adesso balla!”

    Alla formica – Gianni Rodari

    Chiedo scusa alla favola antica,

    se non mi piace l’avara formica.

    Io sto dalla parte della cicala

    Che il più bel canto non vende, regala.

    Il corvo e la volpe

    Un corvo avendo rubato da una finestra un pezzo di formaggio, si nascose tra le foglie di un albero.
    Una volpe di passaggio lo vide ed iniziò ad adularlo: “Oh che splendore si irradia dalle tue ali, che piume lucenti, che bel corpo e che bel volto. Ah, se io sapessi che la tua voce è perfetta come la tua bellezza, non esagererei se dicessi che nessun uccello ti eguaglierebbe”.
    Il corvo, allora, volendo mostrare che neanche la voce gli mancava, si mise a gracchiare con tutte le sue forze, e lasciò cadere il formaggio che precipitò direttamente tra gli avidi denti della volpe che beffeggiò il corvo soggiungendo: “Se poi, caro il mio corvo, tu avessi anche il cervello, non ti mancherebbe altro, per diventare re”.

    Solo allora il corvo si accorse di essere stato ingannato e a nulla valsero i lamenti per riottenere il formaggio già inghiottito dalla furba volpe.

    L'aquila e la cornacchia

    Un' aquila dopo aver catturato una tartaruga la sollevò in aria per portarla lontano e mangiarsela in pace. Non appena questa racchiuse il suo corpo nella propria casa di corno poiché in nessun modo la si poteva scalfire, rintanata com’era, ecco sopraggiungere nel cielo una cornacchia che accostandosi al volo le disse: “Ottima preda davvero hai portato via con i tuoi artigli, ma se non ti insegnerò cosa devi fare, ti stancherà inutilmente con il suo greve peso”. Promessale dall’aquila una porzione, la persuade a fracassare la povera tartaruga sopra a uno scoglio, scagliandola dall’alto del cielo. “Il cibo, contenuto all’interno del duro guscio, così ridotto in frantumi, potrà essere consumato in tutta tranquillità” disse la cornacchia. Convinta da tale parole, l’aquila seguì il consiglio e nel medesimo tempo divise, con la sua maestra, il bottino. Così la tartaruga, che si era ben difesa per un dono di natura, non poté resistere a due nemici e perì di miserevole morte.

    Il lupo e il cane

    Un giorno un lupo stremato dalla fame incontrò un cane di bell'aspetto e ben nutrito. Il lupo stupito gli chiese: “Come hai potuto diventare così forte e robusto, mentre io muoio di fame?” Il cane rispose con molta schiettezza: “Anche tu potresti avere gli stessi benefici, rendendo ad un padrone un servizio identico al mio”. “Quale?” disse il lupo. Allora il cane: “Di giorno fare la guardia alla sua porta e di notte difendere la casa dai ladri”. “Io sono pronto a fare ciò, rispose il lupo, la mia vita è ben più dura. Patisco neve e pioggia nei boschi, volentieri ti seguirò per avere una vita più comoda”. Mentre passeggiavano il lupo si accorge che il cane ha il collo segnato, allora gli chiede la causa. Il cane risponde che il padrone lo lega ad una catena perché si abitui a dormire di giorno e vegliare di notte, ma in cambio ha bocconcini prelibati e riparo sicuro. “Benone, rispose il lupo, ma se ti salta in mente di andare in qualche posto, puoi farlo?” “Assolutamente no” disse il cane. “A queste condizioni, rispose il lupo, goditi pure i tuoi privilegi, che io mi tengo lo stomaco vuoto”.

    Il leone e il topo

    Mentre un leone sonnecchiava nel bosco, topi di campagna facevano baldoria. Uno di loro, un po' sbadato, nel correre si buttò su quel corpo sdraiato. Povero topolino! Il leone con una rapida zampata lo afferrò deciso a sbranarlo. Il topolino supplicò clemenza e promise, in cambio della libertà, eterna riconoscenza. Il re della foresta scoppiò a ridere e lo risparmiò. Una sera, poco tempo dopo, il leone, attraversando la foresta, cadde in una rete tesa dai cacciatori, si impigliò nelle maglie e rimase prigioniero. Il topolino udì i suoi ruggiti di lamento e accorse in suo aiuto. Senza perdere tempo, con i suoi dentini aguzzi si mise a rosicchiare la corda. Dopo averlo liberato gli disse: “Ecco! Tempo fa hai riso di me perché credevi di non poter ricevere la ricompensa del bene che mi hai fatto. Ora sai che anche un piccolo topolino può essere d'aiuto ad un grande leone!”

    Al lupo, al lupo

    Un pastorello conduceva ogni giorno le sue pecorelle a pascolare. Si annoiava molto e così decise di fare uno scherzo a tutta la gente del villaggio.
    “Aiuto… al lupo al lupo!!” Cominciò allora a gridare con quanto fiato aveva in gola.
    Tutti i contadini accorsero armati di forconi e randelli, ma quando arrivarono nel grande prato non videro neanche l'ombra del lupo.
    Il pastorello rideva a crepapelle : “Era solo uno scherzo e voi ci siete cascati!”
    Qualche giorno dopo ripeté lo stesso scherzo e i contadini, allarmati, giunsero di corsa la prato.
    Presto si accorsero che il pastorello si era giocato un'altra volta di loro. Un giorno arrivò d'improvviso un intero branco di lupi; il pastorello cominciò a gridare disperatamente: “Al lupo al lupo!!”
    Ma i contadini, credendo fosse un altro scherzo, non si mossero più. Indisturbati i lupi, fecero strage di pecore e agnelli.

    Chicken Horror Movie

    Kubrick - Filmografia

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