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Alma83 più di un mese fa

L'antifragilità

 

Premesso che so che sarà uno dei post più complicati per la difficoltà di ricerca interiore e per lo spessore del contenuto, so anche che più di qualcuno aspetta da un po' di leggere una nuova pagina di questa mezza specie di libro che contiene i miei quotidiani tormenti.

In realtà avrei voluto intitolarlo resilienza parte quarta ma dopo la prima, la seconda e la terza mi pareva un po' troppo e così mi sono chiesta, anzi ho chiesto a Google, cosa cavolo c'è dopo la resilienza? L'antifragilità.

Dice che va al di là della resilienza e della robustezza; ciò che è resiliente resiste agli shock e rimane identico a se stesso; l'antifragile migliora.

Non so quanto sia migliorata forse a livello cerebrale si ma fisicamente ed emotivamente direi assolutamente no.

Se la mente resiste e migliora per conoscenza e capacità di analisi verso me stessa e nei confronti del mondo circostante e anni luce distante; il corpo cede il passo alla fragile fragilità.

Convivevo già non bene con la mia malattia chiamata fibromialgia, dove il tutto è doloroso ma sopportabile.

Dopo 4 anni ho fatto una nuova risonanza vertebrale e una nuova densitometria ossea che rivelano una situazione grave che va ben oltre la "sola" fibromialgia, sia a livello osseo, articolare e muscolare e che molto probabilmente dovrò operarmi altrimenti sono a rischio per intera.

Quindi non so quanto antifragile sia la giusta definizione per questo post. Un mese fa ho iniziato a stare diversamente male, dolori al nervo sciatico mai avuti prima.

Ho passato un luglio di merda dove gli altri prenotavano viaggi e io prenotavo visite in preda a dolori assurdi, più febbre assurda e placche alla gola assurde con annessa assunzione di antibiotico estremamente salutare con questo caldo (sempre perché sono antifragile).

Il non riuscire a muovermi, a stare seduta, sdraiata a letto o in piedi, il tutto condito da un mix di 10 iniezioni di miorilassante e antinfiammatorio che è servito solo a tamponare leggermente e ad avere grandi lividi sul sedere. Non è più normalità la mia. Faccio fatica a mettermi i pantaloni o i calzini, faccio fatica a chinarmi e faccio strafatica a stare seduta. Dovrei passare le giornate in piedi o sdraiata.

Mi chiedo come sia potuto succedere ma è successo e anche se spesso vorrei farmi un pianto esagerato mi dico ma a che serve Dè? Non posso permettermi la debolezza e la fragilità più di quanto non ne sia già vittima fisicamente.

A volte penso che per anni ho avuto la forza di alzarmi alle 4.30 di mattina cercando di andare a "salvare" il mondo e non mi è mai successo di risparmiarmi in nessuna cosa. Ho preso treni non sapendo dove andare seguendo solo il cuore. Ho scritto una grande tesi che ancora oggi mi chiedo come ho fatto e mi arrampicavo pure sugli alberi.

Questo per dire che facevo cose che adesso non riuscirei a fare e non so quale parte di quel mondo che tentavo di salvare salverà me. La mia sopravvivenza è direttamente proporzionale ad un filo danneggiato tenuto in piedi da integratori e antidolorifici.

Chissà se qualcuno leggendo questo post si ritrova o ha vissuto la mia stessa situazione e ce l'ha fatta.. o magari qualcun altro si rivede nelle mie parole e si starà chiedendo come sarà o come andrà..

Speriamo bene.

 

Voglio chiudere questa pagina  finita ed infinita con una citazione del grande Erny Hemingway:

 

"Siamo più forti nei punti in cui siamo stati spezzati."

 

P.S. Un grazie speciale a tutti quelli che in questo periodo di lontananza mi hanno chiesto come stavo e soprattutto gli interessava la risposta.

 

Love 💚

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Alma83 più di un mese fa

Resilienza parte terza 

 

Quando entro qui e leggo che è passato più di un mese dal post in cui parlavo di me e della mia vita, mi rendo conto che mi sono tenuta volutamente lontano dal guardarmi dentro evitando di scendere nell'abisso dell'animo. Capita nella vita reale di dover scendere nella propria cantina o di salire in soffitta a dare una sistemata o a cercare qualcosa che non si trova più.

La mia cantina e la mia soffitta sono lo stesso posto del quale ho perso volutamente la chiave.

Da qui sono passate esattamente 11.350 persone. Tantissime davvero (più di quante potessi aspettarmi) ma di queste ho intravisto poche anime e menti e molti soli corpi. Questo per dire che io pur essendo mente, corpo e anima, non riesco mai a farmi visita e fallisco, tengo chiusi cassetti pieni di tanto e tutto. Se stanotte sono tornata a scrivere di me lo devo ad una conversazione che ho risentito di mesi fa con F., che per quanto diversi, ha sempre saputo leggermi dentro e tirare fuori qualcosa che non pensi mai di avere ma che in realtà c'è. Basta solo avere coraggio. Ultimamente qualcuno mi ha detto che leggendo i miei post si capisce che parlo sempre della stessa persona e probabilmente è reale, se ti manca fortemente qualcosa la mancanza si veste dei tuoi panni e scrive al posto tuo. Quasi impossibile invece per qualsiasi altra persona vestire i tuoi di panni e scendere in cantina o salire in soffitta al tuo posto e cercare quello che non trovi più.

Di questo periodo nel 2016 iniziavo il mio percorso di tirocinante all'università. Ricordo che ero fiera, tanto stanca ma felice del percorso difficile che avevo scelto.

Ero un'altra me, una Debora diversa, identica nel farsi in mille per tutti ma differente. Adesso non sono solo differente ma anche diffidente e resiliente.

Vorrei poter essere ancora d'aiuto a qualcuno, ma non solo non trovo più le chiavi di cantina e soffitta, ma non riesco nemmeno ad aprire la porta di questa me senza salire o scendere di livello a cercare cose o a cercarmi nelle precedenti versioni di una me che manca a me stessa e forse anche agli altri. Certe cose non cambiano, molte di queste rimangono, come strappare i soffioni dall'erba ed esprimere desideri, scrivere di notte pensieri che fanno a botte per uscire e nello stesso tempo rimanere rinchiusi dentro. Ieri ho guardato una foto in occasione del compleanno di mio padre, eravamo io lui e mio fratello il giorno del mio di compleanno. Io con le mollette colorate, la frangetta, i capelli lunghi, il mio vestito preferito, i calzini ricamati bianchi sopra i collant saltallegro bianchi, le scarpe nere lucide con la fibietta e un bel sorrisone. 

Avevo solo 5 anni e una fierezza da fare invidia alla me di 35 anni dopo.

​​​​Molte versioni di noi non ci sono più, molte cose o persone nemmeno. Tante altre però ci sono e dovremmo tenerle dentro ogni nostro passo, senza aspettare di sentirne la mancanza. 🎈💛

 

 

 

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Alma83 più di un mese fa

E dicono che c’è un secondo grande amore.. una persona che perderai per sempre. Qualcuno con cui sei nato collegato.. così collegato.. che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice. Fino a che un giorno smetterai di provarci.. ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare. Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio.. o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando.. perché mentre stai leggendo queste righe.. il suo nome ti è venuto in mente. Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire.. finirai per incontrare la pace.. però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti. Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami.. che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.
(Paulo Coelho)

 

 

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Alma83 più di un mese fa

La vita nelle case degli altri.. 

​​

Quante volte nella mia vita mi sono immaginata come fossero le vite degli altri attraverso le loro case. 

Mi capitava fin da piccola di essere in macchina e mentre i miei discutevano, io mi alienavo guardando dal finestrino i balconi, le finestre delle case degli altri e immaginavo che vita fosse la loro. Mi succede ancora oggi, anche da casa mia, guardare i balconi, le finestre delle altre case e immaginarmi la loro esistenza.

C'è normalità? Abitudine? C'è odio o amore? Ricchezza o stenti e povertà? Abbracci, baci o schiaffi? Bugie o verità? Parole buone o litigi? Dolore, sofferenza o felicità? Salute o malattia? 

Penso a chi non sia capitato almeno una volta di chiedersi se la vita nelle case degli altri sia peggio o meglio della propria?

Una fotografa vissuta nei primi anni del novecento, Margaret Bourke White, disse: “Non credo esista una vita migliore delle altre, esistono solo vite diverse”. 

Credo nel fatto che nessuna felicità, se può esistere, dentro o fuori le case è esente da ammaccature. 

La verità è che le vite degli altri ci sembrano sempre più felici, solo perché le guardiamo da fuori.

Perché non sempre siamo in grado di guardare oltre le apparenze.

Nessuna esistenza è solo dolore e male o solo felicità e bene.

La mia.. la tua.. o quella nelle case degli altri.💙

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Alma83 più di un mese fa

E' strano accorgersi che è proprio quando te ne vai che puoi capire quanto sei rimasto e quanto ti rimane di qualcuno.

La prospettiva delle lontananze fa percepire tutto più nitido. Ci sono assenze che sono scuse, assenze che sono pause. Ci sono mancanze che restano, presenze che stancano, tenute in vita artificialmente soltanto dall’abitudine. Al di là di ogni apparenza, in un mondo in cui quasi tutto si cancella in fretta per fare spazio a centomila possibili novità, qualcosa la metti a fuoco oltre ogni previsione possibile e per quanto ci provi non puoi negarla ai tuoi occhi. Più ti manca qualcuno più è ovunque presenza.

 

 

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Alma83 più di un mese fa

Ci ritroveremo amabilmente confusi in un giorno di pioggia... in un silenzio sconcertante. Ci ritroveremo il cuore incollato... frammentato di idee e speranze. Frastagliato di odori e sapori. Ci ritroveremo trattenendo il fiato... pieni di parole... mentre gli occhi sfuggono lo sguardo.

 

 

 

 

 

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Alma83 01 novembre

 

 

Ti amo fino agli estremi di profondità e di estensione che l’anima mia 
può raggiungere.. quando al di là del corporeo tocco i confini dell’Essere. Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane.. alla luce del giorno e al lume di candela. Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze. Ti amo con quell’amore che credevo aver smarrito.. ti amo col respiro.. i sorrisi.. le lacrime dell’intera mia vita. E... se Dio vuole.. ancora di più ti amerò dopo la morte.

E. Barrett Browning

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Alma83 13 ore fa

Resilienza parte seconda

 

Mi accompagna la consapevolezza che un dolore fisico al pari di quello interno possa non passare e può togliere a tratti il fiato, ma è necessario per poter sopravvivere, sorridere e non arrendersi mai a nulla.

Mi viene in mente la fenice dalla lunga esistenza... ogni 500 anni si bruciava da sé per poi rinascere dalle proprie ceneri.

Penso che non ho festeggiato i miei 40.. in realtà contavo di farlo con mio zio che era di maggio come me, ma soprattutto speravo in una sua ripresa. Avrei voglia di festeggiare fuori tempo con torta, festone a tema e karaoke ma poi dico sempre che non è il periodo giusto. Nessuna festa di laurea e nessuna festa per i 40... forse da troppo tempo non è il momento giusto.

Indosso una corazza per proteggere le mie fragilità. Tiro fuori le unghie per non affondare, curo le mie ali per tornare a volare. Ho più lividi che sogni, ferite che non passeranno mai, lacrime nascoste dietro un sorriso. Sono una che dà mille possibilità, che perdona, che ci crede. Soffro, inciampo, cado. Eppure rinasco sempre. Vivo di istanti, di attimi, di emozioni. Ho capito che il tempo non cancella niente, non cancella i ricordi né il dolore, ma aiuta solo a stare peggio o meglio, questo dipende da quello che ci circonda, da quello che è o non è modificabile intorno e dentro di noi e da quello che cerchiamo o vogliamo davvero per noi stessi e per la nostra vita. Quanto siamo disposti e predisposti a fare, a dare, a ricevere. Non da uno o dagli altri quanto piuttosto dalla vita stessa. 💜

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Alma83 12 ottobre

Ti ho salvato molte volte in altre vite...
ho stritolato il tuo cuore
e nessuno può restituirgli la forma originaria...
Eravamo una cosa sola
tanto che nessuno 
potrà stare con te 
senza avere
anche un po' di me.
(E.M.R.)

 

 

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Alma83 più di un mese fa

Resilienza parte prima

 

La capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. A livello psicologico la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

Sto cercando di capire come ma vorrei resilienziarmi. Non ci sono tutorial o manuali da seguire, c'è solo la testa e l'anima che devono essere calibrati energicamente. Soprattutto la volontà, la forza.

Parlo e scrivo ancora da non resilienziata (sembra quasi una malattia esantematica di quelle che è meglio prendere da piccola), non ho superato perdita e mancanza ancora tutto troppo recente, troppo vivo nella mia testa. Non si supera fino in fondo e questo l'ho imparato con la prima perdita vissuta.

Ci si convive all'interno e si diventa dirimpettai all'esterno del dolore.

Per tutto il resto mi viene in mente la solitudine dei numeri primi.

Vorrei fare un p.s. per chi è alla continua estenuante ricerca di un'alterità, rischiando di perdere la capacità di accorgersi dell'unicità e della semplicità di un'anima incontaminata che ad oggi è cosa più rara e preziosa di tanta blasonata alterità. Chi saprà leggere tra le righe capirà se vorrà capire.

Amo la la forza dei fiori che nascono tra le crepe degli asfalti.

Voglio essere.. sono quel fiore di tanti colori.

Sono un numero primo.💜

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