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Per esempio dinnanzi alla legge italiana l’ingiuria, la molestia,
la diffamazione, anche se dietro un apparente anonimato,
protratte nel tempo nei confronti di una persona, rappresentano
dei reati molto seri, contrariamente all’uso improprio di
punteggiatura o al produrre dei refusi. E non servirà a molto
registrare un sito all’estero o adottare tutti i marchingegni
possibili per navigare in anonimato nella rete, come fanno molti
dei gruppi di nick per denigrare chiunque. Citare poi precisi
refusi che sono evidenziati anche in altri ambienti
circostritti non fa altro che dare precise indicazioni
sull’identità di chi accusa, anche quando questa accusa viene poi
fatta nell’anonimato della rete. Una sorta di firma, insomma. Ma
giungerà il momento in cui i conti torneranno. L’ingiuria è la
freccia leggendaria che torna indietro per trafiggere l’occhio
del cattivo arciere.
(Emil Zolà, J’accuse)
Sono stata nel centro Di una tempesta Col volume distorto Che
picchia in testa Con i pensieri in fumo Fuoco di un incendio
tutto mio E ti trovo, per caso, Che parli al mare Anche tu avevi
un sogno Da riparare Tu non mi dire niente Mi fermo a farti
compagnia Posso soltanto guardare il punto dove Stai guardando tu
E Posso solo pensare che ho già vinto Se convinco te Che sei
speciale Come le cose che non mi aspetto Come quel “grazie” che
arriva dritto O quell’abbraccio che non smette mai Di dare
affetto Come il profumo di una sorpresa Di una speranza che si è
accesa Qualsiasi posto insieme a te è sempre casa È quel sole
d’ottobre che scalda Roma La stagione migliore che arriva prima E
chi ti batte le mani Perché fa suo quello che sei Posso soltanto
tornare dove ancora Stai aspettando tu E quel che ho avuto,
restituire E lasciarlo a te Che sei speciale Come le cose che non
mi aspetto Come quel “grazie” che arriva dritto O quell’abbraccio
che non smette mai Di dare affetto Come il profumo di una
sorpresa Di una speranza che si è accesa