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Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
L'umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
Perché quando saranno passati amori e battaglie
Nell'ultimo camminare, nella spoglia stanza
Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
Ma braci, un sorso d'acqua, una parola sussurrata, una nota
Il poco, il meno, il non abbastanza

Stefano Benni

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“Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite. Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto”

Richard Bach

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Mi lascia indifferente il concetto di felicità, ritengo più importanti la serenità e l’armonia. Il concetto di felicità presuppone che uno sia contentissimo, che se ne vada in giro ridendo, abbracciando tutti, dicendo sono felice, che meraviglia. È chiaro che anche un mal di denti gli toglierà la gioia e, quindi, la felicità. Penso che la serenità sia una cosa diversa. La serenità ha molto dell’accettazione, ma include anche un certo autoriconoscimento dei propri limiti. Vivere in armonia non significa non avere conflitti, ma poter convivere con gli stessi serenamente
Josè Saramago

 

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Pellicola che affronta la tematica della guerra tra nuovi poveri ed emigranti. Una speranza si accende di nuovo in un pub sull'orlo del fallimento. Loach, maestro del cinema "impegnato" di denuncia, non delude neanche questa volta

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Drive My Car è un film di parole: parole scritte in un testo, recitate su un palcoscenico, mimate con le mani, create nell'estasi del piacere o dette nell'abitacolo di un'automobile. Parole, ancora, usate per inventare storie, per confessare traumi, per ammettere colpe e trovare sé stessi

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Dietro molti dialoghi de “La dolce vita” si coglie tutto il disincanto di Flaiano per la vita, ma anche il richiamo lontano della poesia, una voce flebile ma di intatta purezza che il rumore del mondo riesce a coprire. È nella scena finale del film, che si chiude sul bellissimo viso di Paola, che questo concetto viene reso con suprema grazia e amarezza insieme

 

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"Quando guardiamo il cielo stellato sopra le nostre teste, ammiriamo una presenza che è fatta di assenza o una assenza che si rende presente. Vediamo la luce delle stelle brillare nel buio della notte senza pensare che sia generata da un oggetto già morto. 
È il volto più proprio della seconda nostalgia, della nostalgia-gratitudine: quello che è passato non è più tra noi ma, anziché diventare oggetto di un rimpianto regressivo, risplende nella sua assenza raggiungendoci come una visitazione inattesa. 
La nostalgia-gratitudine sa contemplare lo splendore dell’apparizione della luce come resto del corpo morto della stella, della luce come presenza viva di un’assenza."

 

(“La luce delle stelle morte” di Massimo Recalcati)

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Finisce tutto: la gloria, le mode, il denaro, la bellezza esteriore, la giovinezza. 

Resta solo il germoglio dell’amore che avrete saputo dare, senza pretese, neppure quella di vivere fino a vederlo fiorire

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