Mi immergo in questo meraviglioso viaggio.
Comunque lo giri, da qualunque angolatura lo osservi, è stato un anno straordinario.
L’eccezionalità del trascorso non riguarda la percezione del singolo momento, investe le emozioni che mi hanno scosso lungo il tragitto nel suo complesso. Porre in essere delle azioni comporta l’assunzione di responsabilità la cui portata non è sondabile a monte, rivelerà ogni possibile implicazione a valle. Puoi solo scegliere fino a che punto metterti in gioco, quanto sei disposto a rischiare, e come.
Durante la fine dello scorso anno la Sorte ha messo sul piatto le sue carte, rigorosamente coperte, le ho annusate, mi sono fidato e le ho giocate. Nel tentativo di far saltare il banco per un barlume di eterno. Ho rischiato tutto, ho vinto molto saldando ogni debito pregresso.
Non accontentarmi ha condotto spesso all’isolamento dal mondo nel perseguire con tenace ostinazione quello in cui credo a costo di fare il vuoto intorno. Chi decide di vivermi e godersi le mie attenzioni è fatto del mio stesso impasto.
Spesso in questo trascorso mi sono domandato cosa abbia combinato e dove potessi trovare la forza per attraversare il guado, talvolta mi sono guardato indietro, la risposta covava dentro nella brace accumulata negli anni, gelosamente custodita al riparo da ogni sguardo indiscreto. Mi ha scaldato dal gelo, dai morsi dell’apatia e del compatimento, strappandomi a furia e forza ad un destino che non mi è mai appartenuto.
Alle volte mi stupisco di quanta energia si celi nei fondali dell’animo, la sua voglia di emergere nei momenti che contano ha del prodigioso.
Ai sentimenti chiedo tutto, dentro o fuori, mai nel mezzo, per questo quando indovino l’arcano l’amore riscrive la genesi del mondo e le storie che vivo, indipendentemente da quanto durino si traducono nella realizzazione di un sogno. Immerso, dal regno sommerso affiora il paradiso emerso.
Nel frattempo mi godo l'immenso.