La dama ricordava. Un giorno di primavera dell’anno precedente, quando il marito stava ancora bene, erano andati insieme alla servitù a raccogliere erbe vicino alla cavità della montagna. L’erba tenera stava appena spuntando e sulle soffici e delicate foglie delle piante si vedevano chiare le sottili venature. Il prato che rivestiva la superficie della cavità era tappezzato di fiori e, a poca distanza da esso, si scorgeva una piccola cascata dove accorreva solo un filo d’acqua. Da qualche parte doveva essere nascosta una fresca sorgente. Ma da quel punto in poi il sentiero si faceva molto pericoloso, e seppure a malincuore dovettero ritornare, Man mano che questi ricordi si facevano più forti, lei fissava attentamente la lontana cavità, che da quella distanza sembrava una minuscola nicchia.
Il suo sguardo rivelava una preghiera angosciosa. Una preghiera limpida in cui lei stessa non era cosciente, una preghiera brevissima e potente capace di smuovere la volontà di Dio. Il desiderio con uno splendido battito d’ali si levò dalla sua anima e volò lontano.
In quel momento in mezzo ai luminosi gigli della cavità, la dama vide una massa bianca e indistinta che splendeva con la stessa energia dei fiori. Sembrava un tronco d’albero, ma ondeggiava flessuosa. La donna concentrò lo sguardo su di essa ed ebbe la sensazione che si avvicinasse. Il sole estivo inondava l’atmosfera, dalla verde e afosa valle fin sulla cima dell’alta collina era tutto un abbagliante e caldo luccichio. La dama aguzzò ancor di più lo sguardo e in un batter di ciglia quella massa si fece più chiara. L’immagine era confusa, ma sembrava una donna dai capelli lunghi e lucenti che indossava una lunga veste bianca. Accanto a quel candore abbacinante si intravedeva una luce bianca, piccola come un punto: era un giglio che stringeva nella mano. Una donna con abiti così nobili ed eleganti non si sarebbe potuta incontrare neanche nella capitale, cosa ci faceva mai in quel recesso di montagna? Ma la dama era così affascinata da quella visione che la sua mente non fu neppure sfiorata da simili domande.
Yukio Mishima - La foresta in fiore