Profilo BACHECA 83
Tu
eri il cielo in me,
che non mi amavi
per la mia vita
ma per l'altra vita
che poteva destarsi
in me.
Tu
eri il cielo in me
il gran sole che muta
in foglie trasparenti le zolle
e chi volle colpiti
vide uscirsi di mano
uccelli
anzi che pietre
- uccelli-
e le loro piume scrivevano nel cielo
vivo il tuo nome
come nei miracoli
antichi.
E quando per le strade - avanti
che sia sera - m'aggiro -
ancora voglio
essere una finestra che cammina,
aperta, col suo lembo
di azzurro che la colma.
Antonia Pozzi
Quando fui davanti a lui per la prima volta,
mi prese per un braccio e mi tirò a sé.
Ci baciammo. Ci baciammo subito e a lungo.
Non ci fu spazio per i saluti, le presentazioni, i convenevoli, i giri di parole...
Ci baciammo. Ci baciammo ovunque: le guance, il collo, la schiena, le caviglie, i polsi. E poi i capelli, le cosce, le mani, la nuca.
Fu un mero riconoscersi.
Clara Lorenzini
Non ho voglia di aprire la bocca
di che cosa devo parlare?
che voglia o no, sono un’emarginata
come posso parlare del miele se porto il veleno in gola?
cosa devo piangere, cosa ridere,
cosa morire, cosa vivere?
io, in un angolo della prigione
lutto e rimpianto
io, nata invano con tutto l’amore in bocca.
Lo so, mio cuore, c’è stata la primavera e tempi di gioia
con le ali spezzate non posso volare
da tempo sto in silenzio, ma le canzoni non ho dimenticato
anche se il cuore non può che parlare del lutto
nella speranza di spezzare la gabbia, un giorno
libera da umiliazioni ed ebbra di canti
non sono il fragile pioppo che trema nell’aria
sono una figlia afgana, con il diritto di urlare.
Nadia Anjuman (Herat, Dicembre 1980 – Herat, Novembre 2005) è stata una poetessa afghana.
Il più bel regalo del 2024: Tu.
Grazie Amore mio!