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ultimo accesso: 14 aprile

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N.I.H.I.L 01 aprile

13 - UNITA' DI PRODUZIONE (DERIVA)

 

"Scelgo scartando, perché non c'è altro modo,
ma quello che scarto è più numeroso,
è più denso, più esigente che mai."

 

è fatica ed è certa la sensazione dell'infinito che scivola via inosservato

però scelgo, da sempre

con inevitabili inciampi, intervalli di placida inedia

ma ho nella testa le cose che per me valgono

e non smettono di stupirmi, schiacciarmi, sopraffarmi

 

a volte penso che il giro di tutto per me non c'è già più il tempo per farlo

che (lo dice borges) c'è un libro che non aprirò più

non un libro del cazzo purtroppo

un libro che amo

o anche solo una riga che se potessi leggerla mi lascerebbe con il fiato corto

 

ma c'è anche, ogni giorno, qualcosa che vale

come una montagnola da cui trarre all'infinito tutte le pepite che servono

 

c'è la consolante certezza della memoria (fin che regge, certo...)

 

c'è tutto quello che esiste

che in fondo esiste perchè l'ho vissuto io, perchè sperimentandolo l'ho imposto alla realtà

 

il mondo mi piace, è strabordante e ogni angolo cela qualche futura meraviglia

 

grazie, lo so che esiste per conto suo

ma io lo tengo tutto nel palmo di una mano

e quello che percepisco è quello che ho costruito pezzo per pezzo

 

mio, privato, da crescere o smontare e rimontare se mi va

 

insomma

pensavo a quella volta di tanti anni fa

con gli amici delle superiori assemblavamo il nostro eroico cortometraggio freak

con vhs, videoregistratore

(primitivi  ma a modo nostro geniali come forse solo i primi pink floyd)

 

"mettiamoci anche la musica!"

 

ma per limiti tecnici ci stava o la musica o l'audio originale

e perdere l'audio ci sembrava la più inaccettabile diminuzione dell'universo

 

quei rumori di fondo, quelle poche frasi scombinate

 

poi giorgio se ne è uscito dicendo

"del resto ci siamo persi l'audio di tutta la vita"

 

siamo stati un po' zitti

 

io non me la sono dimenticata più quella frase

consapevole che c'è un pozzo che il mio mondo se lo consuma

 

scelgo, spesso ritorno sul sentiero già battuto

per viverlo di nuovo

assaporarlo

imprimerlo forte nella mente per non perderlo

per tenerne almeno un frammento...

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N.I.H.I.L 28 marzo

12 - IO

 

l'altra volta ero Dio

padre di un universo trascurabile, certo, ma lo stesso un universo

e quella gente intenta ad adorarmi

chi ne può vantare uno tutto suo?

e cosa si può scrivere poi?

come tornare alle piccole cose di tutti i giorni?

 

intanto non sono nemmeno scontate in certi periodi

sono un traguardo prezioso da conquistare a fatica

 

oggi è lunedì

ho viaggiato e poco altro, da prestissimo fino a un'ora fa

però ho risolto alcuni pasticci

la casella della posta ha portato buone notizie e nessun guaio

insomma, nel caos certo ma meno nel caos di prima

e già sono felice

 

pranzerò sorridendo delle macchie di olio nel piatto

senza sospettare nessuno ad adorarmi sopra quei mari immaginari

ma nemmeno schiacciato sotto il piede degli dei malvagi delle ultime settimane

 

così, agnostico

 

indaffarato

spensierato

con la capacità di vedere ridotta a una settimana dal naso

ma tanto che importa ora andare più lontano?

 

pranzo

mi rimetto qui

lavoro sereno 

non un dio

non un eroe greco senza macchia o senza paura

niente di che

dimenticato dal mondo

alla deriva

una fucina che brucia del suo piccolo lavoro febbrile

un niente

ma ci sto dentro come una lumachina nel suo guscio

si sta bene anche così a volte...

 

(altrove c'è la guerra, la pandemia, i premi al cinema

io non so parlare quasi di niente, pazienza...)

 

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N.I.H.I.L 04 marzo

11. (D)IO - (MINIMA COSMOGONIA)

Forse le macchie di aceto aromatico mescolato all'olio e alle spezie, dentro il piatto disegnano davvero la geografia di un arcipelago.

Forse non è solo un'impressione, forse è un'intuizione.

 

Costruiscono palafitte sull'aceto-terraferma gli esseri onniscenti di un universo separato, pescano con imbarcazioni fragili nel mare-olio-d'oliva.

 

Forse la loro esistenza corre via misurata da un tempo infinitesimo alle nostre coscienze, così che nello spazio di un pranzo si consumano, dalla prima all'ultima, le loro ere.

 

Forse di padre in figlio si tramandano leggende e cosmogonie che dicono del mio volto, principale manifestazione di quello che dev'essere per loro il cielo.

 

Forse sono un'incredibile religione le ancestrali memorie che narrano un tempo in cui io sorridevo, mentre ora, dicono, il mio viso accigliato è il segno ineluttabile della fine del tempo, dell'ira degli dei.

 

Io poco fa semplicemente ho sorriso per cortesia, per una battuta da quattro soldi. Poi ho fatto una smorfia per un racconto truce. Ora niente di preciso, solo guardo una bottiglia là sulla mensola e non mi curo di me.

 

Giù nel piatto intanto si moltiplicano gli auspici e i saggi profetano con voce cupa.

 

I popoli intanto piangono, sorridono, si affannano, partono per la marcia che li condurrà alla battaglia.

 

Tutto per causa mia, perso intanto nei miei ordinari pensieri.

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N.I.H.I.L 04 marzo

10. REMISCELATO

 

le mie parole le ho spedite sempre nel buio
un grumo denso, scritto non per essere districato o compreso ma quasi per ferire o disorientare


ne mando via frammenti, mescolati ad altre cose
al sole, all'aria sottile, a una pedalata su per una certa salita

 

sono sempre state, le mie parole, il segno della mia differenza

il risultato felice o disperato di estraneità e solitudine

 

assomigliano (nei miei sogni forse) alla musica che certe volte metto su con l'idea che qualcuno la possa sentire

un misto di ostile barbarica autonomia e tenera ricerca di fratellanza


le ho sempre scritte più che altro per me
per districare in qualche modo le mie sensazioni


perchè le parole in qualche modo le ridefiniscono, le spiegano
certe volte, in un modo che mi stupisce, le cristallizzano

 

raramente, miracolosamente, arriva qualcuno con la capacità unica di entrare fino a fondo in tutto quello che scrivo
di completarlo, di rimescolarlo

 

io allora mi innamoro

ci perdo il sonno

e il cervello brucia e ne genera senza sosta

parole

parole

parole

 

sento di averle già scritte queste cose

ma non ho voglia di andare a controllare ora

ho sonno

devo lavorare

eccetera...

 

appena posso mi ci metto con impegno

lo prometto

a te

a tutti

a nessuno mi sa

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N.I.H.I.L 23 febbraio

9. IO SONO LA PRIMAVERA

 

io sono la primavera

quel primo sole caldo che si sente attraverso i vestiti

quei campi gialli di fiori che mi fermo a guardare interrompendo un viaggio

l'aria ancora sottile ma non più invernale

 

sono l'estate di quando il caldo è così di casa che non da più fastidio

del resto io resisto alle intemperie, faccio finta che non ci siano

sono l'erba folta e il sole che picchia forte

 

sono l'autunno, il primo freddo

il temporale che lascia il segno

le foglie secche in cui affondano i piedi

 

sono l'inverno

la pioggia che cade per giorni e giorni

ma poi sono anche quell'azzurro sfrontato che compare alla fine

e che sembra incredibile dopo tanto grigio

 

io per dirla tutta non sono niente

insomma

non è che sono le stagioni o quello che le compone

 

però mi riempiono e mi invadono

e tutto il resto un po' ne viene diminuito

 

cammino sempre svagato, sempre attento ad altro

 

oggi invece del cantiere guardavo le nuvole in cielo

e attaccata alla linea elettrica badavo più ad una piccola lucertola

che alla strumentazione da collegare

 

il viaggio è stato come sempre l'essenza della giornata

e non il necessario trasferimento per arrivare a destinazione

(ma attenzione, occorre dissimulare

decantare l'attività svolta e lamentarsi del lungo viaggio!)

 

domani sarò di nuovo a zonzo

strade nuove, posti che ancora non ho visto se non sulla cartina geografica

 

vicino a dove arrivo c'è un grande telescopio

io domani in pratica vado a vedere quello

appena mi libero dal resto devio di qualche chilometro e vado lì

 

poi qualcuno mi paga e come sempre fingo di fare il mio mestiere

rilevare, relazionare, progettare

ormai ho imparato, ormai ci cascano sempre

 

però

come bambino

io sono sole, aria, foglie, insetti, vento

primavera, estate, autunno, inverno

 

quello che nelle cronache resta a margine

ma che riempie ogni istante con un'intensità che da sola mi sommerge

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N.I.H.I.L 19 febbraio

8. A COSA STAI PENSANDO?

 

chiede questo il sito se entro a scrivere qui

solo che io sono entrato ma non sto pensando a niente

o meglio

sono invaso da mille noie che si inseguono e si scacciano una con l'altra per prendere il posto dentro la testa

pasticci con il lavoro

poi lavoro

altro lavoro

lavoro (l'ho detto "lavoro"?)

 

il progetto da fare, quello che verrà dopo ma non così dopo da non sovrapporsi e dare già impicci

il discorso da mettere in ordine per dire che "cazzo, per quel cantiere i soldi sono pochi e non si fa tutto, io così non ci sto!"

fastidi insomma

 

da qualche giorno mi svegliano presto la mattina e non mi piace

li vorrei solo consumare e avere alle spalle

lasciare che si riaccenda tutto il resto

quelle cose minime che a me piacciono così tanto

 

ho detto che vorrei scrivere ogni giorno qualcosa qui dentro

allora metto un po' di musica e scrivo senza più pensare

ma con la testa che ronza per il poco sonno e la stanchezza

 

nelle cuffie un ritmo ossessivo pestato al contrabbasso

scodanibbio, si chiama lui

una cosa che ho sentito la prima volta tantissimi anni fa

 

registravo la notte un programma alla radio

"audiobox"

con la sensazione che lo trasmettessero solo per me

e l'incredulità che tanta meraviglia non andasse in tv

in prima serata e a reti unificate

(mi ha sempre fatto un po' soffrire questa cosa

perchè la meraviglia è sempre solo per pochi!?)

 

non so perchè la musica mi faccia così male

non so perchè sia così necessaria

e perchè dal niente ogni mio nervo si tende

in modo quasi insostenibile

 

io però mi ci butto senza riserve

ne ho bisogno, mi piace bruciare così

è qualcosa che mi accompagna da sempre

 

non ho mai provato una droga

ho sempre pensato che non fosse necessario

ne ho abbastanza dei miei sensi, mi dicevo

di come tutto esplode con niente

 

ora mi rimetto a lavorare

scodanibbio ne ha ancora per un pezzo

tipo altri 40 minuti

del resto il titolo è "voyage that never ends"

 

tra poco arriva quel frammento ascoltato tanti anni fa

io so che mi mancherà il respiro

 

poi davvero

lavoro fino a che mi si chiudono gli occhi

che importa a quel punto?

 

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N.I.H.I.L più di un mese fa

7. IL TEMPO QUI NON CONTA

 

il tempo qui non conta, dicono

ed è come vivere in un universo parallelo

(ma non percorsi paralleli, per fortuna

il bello è proprio che a volte ci si incontra)

 

io scrivo e guardo queste righe un po' stranito

avrei voluto un messaggio al giorno

preciso come un metronomo

proprio per scandirlo e misurarlo, il tempo

 

e parole che racchiudessero ogni volta un pezzo del mio universo

per fermarlo, per averlo a disposizione quando occorre

per tirare il fiato e convincermi che, nonostante la realtà sia traboccante,

non tutto va perduto

 

un catalogo di istanti, frammenti, impressioni

 

e il tempo avrei voluto mettercelo in tutte le salse

anche il tempo metereologico

(ora piove, ad esempio, e come si fa a non sentire preziose queste

raffiche di pioggia tormentate dal vento?)

 

scrivo sempre di getto

parole che in genere non rileggo

srivo con quell'ansia nei nervi

con la gioia e l'urgenza di scrivere anche senza sapere cosa

 

ultimamente capita che la tastiera ogni tanto perda un colpo

il tasto con la "à" va solo se premo forte

osì scrivo mail in cui ci sono poche "à"

e tante parole accentate lasciate tronche

 

poi giorni dopo rileggo e mi mangio le mani

so che non importa, si capisce lo stesso

ma vorrei sempre essere preciso e impeccabile

 

"allora rileggi, no?"

 

no, non c'è tempo di solito

o non ho già più voglia

 

il tempo fuori da qui conta anche troppo

e gli universi non sono paralleli, anzi, coincidono quasi in ogni punto

il mio con quello del cliente, del collega, di questo e di quell'altro ancora

 

per fortuna io stacco la spina ogni tanto

e ho da sempre la strafottenza felice di saper pensare al prossimo minuto e basta

senza curarmi di cosa accadrà poi

 

il prossimo minuto è lavoro quieto

la prossima ora anche

poi la cena, poi magari un film

domani a zonzo

e di più non importa adesso

così sto bene

 

ecco qui... altra deriva...

solo a me sembrano una ricchezza infinita questi pensieri disordinati che non finiscono mai?

(per scemi che siano, certo)

(a me non importa più di tanto, ci sono e tant'è)

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N.I.H.I.L più di un mese fa

6. COLLAUDI

 

il viaggio di ritorno l'ho fatto tutto in la minore

appisolato ma felice

appiccicato al vetro per vedere passare le montagne

e i fiorellini gialli

e quella luce di quando il sole è già abbastanza basso ma ancora luminoso e pieno

 

sentivo Mattarella che parlava alla radio (glielo dovevo, in fondo penso sia il mio Pertini)

ma poi mi davano noia quegli applausi continui e falsi

e i commenti stucchevoli della cronista

(mi dava noia un po' anche lui

ma a dirglierlo mi piange il cuore e anche ammetterlo procura sensi di colpa con cui farò i conti dopo)

 

l'ho scritto ormai

tanto qui non viene Woody Allen ma nemmeno Mattarella

 

ho messo la musica allora

la musica è sempre perfetta per viaggiare

 

guardavo la pampa

quelle montagnole che non sono vere montagne nemmeno se la strada ci si appiccica sotto

le case che sembra la Bolivia

le ferraglie rosse di ruggine perse nel niente

 

ho accelerato così per risvegliarmi

giustò una manciata di chilometri prima di arrivare

linea continua ma un pezzo di strada bello dritto

una macchina lentissima e dietro altre due

il lungo sorpasso è stato come sgranchire i muscoli dopo un lungo sonno

 

 

i carabinieri appostati cento metri avanti sono stati gentili ma fermi

"ho fretta perchè devo andare a scrivere un verbale!"

non ho idea di come mi sia uscita ma penso loro non l'avessero mai sentita

hanno chiesto addirittura delucidazioni e sono stati a sentire la mia storia

prima di chiedere patente e libretto

 

alla fine mi hanno perdonato

sono sempre buone le forze dell'ordine se sei calmo e sincero

o forse ho una faccia da bravo ragazzo, non so

forse da scemo

sta di fatto che non mi danno quasi mai la multa

riparto con quella felicità di scampato pericolo

di armonia con il mondo

 

mi ci crogiolo ancora

mentre scrivo e quasi mi addormento

nella penombra quieta della casa

le luci tutte spente

il silenzio

 

 

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N.I.H.I.L più di un mese fa

5. QUANDO TORNERAI DALL'ESTERO

 

questa è una canzone che mi ha colpito dal primo istante e non so perchè

che ad ogni ascolto mi mette in difficoltà e non so perchè

come se il testo dicesse altro senza dirlo

come se dietro certe le parole che un pochino mi urtano ce ne fossero altre che invece mi inchiodano

 

c'è la chitarra acustica certo

anche quella mi è sempre piaciuta a pelle

anche se non ricordo di preciso da quando e perchè

 

però sono quegli accordi di ferro, secchi e sgraziati

 

sono le cose che ad un certo punto arrivano per restare

 

quelle che mi definiscono, per dire

 

da piccolo le dighe e le condotte che vedevo quando giravo in montagna con mio padre

e prima ancora una piccola stazione elettrica nei campi vicino al paese

dove mi portava passeggiando e tenendomi la mano

 

"papà ma questa è una centrale nucleare?"

 

ora so che di cosa ci fosse lì dentro non ne sapeva molto più di niente

ma di certo abbastanza per dirmi che no, non lo era

 

io pendevo dalle sue labbra

ed era per me una roccia salda e inattaccabile

 

ora ci penso, ricordo

basta perchè non riuscire più a scrivere altro...

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N.I.H.I.L più di un mese fa

4. DOES WOODY ALLEN DREAM OF ITALIAN RIVERS?

 

questa mattina in aereo ho scelto di guardare un film che si intitola Manhattan
il film con la famosa introduzione composta con frammenti della città
palazzi, ponti, tramonti, la notte, gente che cammina per strada

 

mi è passata, improvvisa come una rivelazione, l'idea che ci sono questi luoghi straordinari
mentre io vivo tutta la vita in una terra qualunque dova al confronto non c'è nulla

 

e mi ha preso alla gola la sensazione forte e netta che essermente reso conto solo ora sia una grossa fregatura
e che se me ne fossi accorto prima la mia vita l'avrei vissuta di certo altrove
e in modo diverso

 

con amarezza ho distolto lo sguardo e ho guardato fuori dal finestrino accecato di sole
in basso stava la pianura in un sottile strato di nebbia
che ne attenuava i colori senza perderli del tutto
e sotto la nebbia, come un serpente, le grandi spire del Po' appena accennate

 

"in fondo non è che fa proprio così schifo!"

 

allora ho pensato che forse se Woody Allen fosse stato seduto al mio posto
avrebbe bramato la mia pianura e il suo fiume come io la sua città vertiginosa

 

ho sorriso - siamo pari in fondo

 

anzi

 

anche se so che a leggere qui Woody Allen probabilmente non ci verrà mai
gli scrivo lo stesso che io, per dirla tutta, 
al grande fiume che lui forse rimpiange di non avere avuto  per casa
certe volte ci passo sopra senza neanche guardarlo!

 

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