Mi descrivo
Povera ma bella dentro. Ho un pancreas che è uno spettacolo...
Ps. Mi scuso con tutti,son poco presente qui in questo periodo.
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"Beati i normali, quegli esseri strani. Quelli che non ebbero una
madre pazza, un padre ubriacone, un figlio delinquente, una casa in
nessun posto, una malattia sconosciuta, quelli che non furono
bruciati da un amore divorante, quelli che vissero i diciassette
volti del sorriso e un po' di più. Quelli pieni di scarpe, gli
arcangeli con cappelli, i soddisfatti, i grassi, i belli, i
damerini e i loro seguaci, quelli che "volentieri, passi pure",
quelli che guadagnano, quelli che sono amati fino all'osso, i
flautisti che vanno con i topi, i venditori e i loro compratori, i
signori leggermente sovrumani, gli uomini vestiti da tuoni e le
donne da lampi, i delicati, i sensati, i fini, i gentili, i dolci,
i commestibili e i bevibili. Beati gli uccelli, lo sterco, le
pietre. Ma lascino passare quelli che fanno i mondi e i sogni, le
illusioni, le sinfonie, le parole che ci sbaragliano e ci
costruiscono, i più pazzi delle loro madri, i più ubriaconi dei
loro padri e più delinquenti dei loro figli e più divorati da amori
brucianti. Che gli lascino il loro posto nell'inferno, e basta".
Roberto Fernández Retamar
Dylan Thomas
Non andartene docile in quella buona notte, I vecchi dovrebbero
bruciare e delirare al serrarsi del giorno; Infuria, infuria,
contro il morire della luce. Benché i saggi conoscano alla fine che
la tenebra è giusta Perchè dalle loro parole non diramarono fulmini
Non se ne vanno docili in quella buona notte, I probi, con l'ultima
onda, gridando quanto splendide Le loro deboli gesta danzerebbero
in una verde baia, S'infuriano, s'infuriano contro il morire della
luce. Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono, Troppo
tardi imparando d'averne afflitto il cammino, Non se ne vanno
docili in quella buona notte. Gli austeri, prossimi alla morte, con
cieca vista accorgendosi Che occhi spenti potevano brillare come
meteore e gioire, S'infuriano, s'infuriano contro il morire della
luce. E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
Benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego. Non
andartene docile in quella buona notte. Infuriati, infuriati contro
il morire della luce.