Non riesco ad incontrare il sonno tra gli stretti vicoli di quelle bianche notti d'estate, in cui, anche i passi dell'anima fanno troppo rumore per poter essere ignorati.

Gli occhi si chiudono sulle stanze dell'inconscio ma restano vigili a sorvegliare che la psiche non fugga via dalle finestre della razionalità.

Si disfano silenzi grigi. Ombre impalpabili mi sfiorano le labbra mangiandomi il respiro.

Combatto la mia guerra partendo già sconfitta. Il Dio Morfeo non è dalla mia parte.

Si veste con gli sfavillanti abiti del giorno e resta in disparte, ai piedi del mio letto, guardandomi beffardo mentre conto, sulla punta delle dita, i minuti che mi separano dall'alba.

Si disfa la tela della notte. Tace il verso cupo della civetta, lasciando il posto al gorgheggio allegro dell'allodola.

Il primo raggio dell'aurora spezza l'oscurità all'orizzonte. Le stelle svaniscono affondando nella luce sfolgorante del mattino.

Mi aggrappo all'ultimo lembo che la notte mi porge prima di morire del tutto, ma è di un tessuto così leggero ed impalpabile che sfugge via dalle dita prima che le mie mani possano afferrarlo e, sotto le unghie, mi si conficcano già frammenti di sole.

Smantello anche l'ultima illusione di poter giacere tra le braccia quiete del crepuscolo .

Gli occhi sono ancora colmi di notte, ma la vita mi chiama fuori da questa stanza buia. Ed ora di andare. Ed ora di iniziare a vivere un altro lungo giorno

...ed è quando sei lì tra cielo, terra e mare che ti rendi conto di quando il mondo sia meraviglioso e di quanto tu sia fortunata a farne parte.

Quando respiri lo stesso respiro del mare e asciughi le sue lacrime dal volto del silenzio. Quando gli occhi si riempiono della stessa luce abbacinante del cielo. Quando l'orizzonte sembra volerti abbracciare in se e offrirti rifugio in tutto quel chiarore dorato che l'illumina, per, poi,non lasciarti andare più via.