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Rosecestlavie 08 giugno

FRAMURA + GUERRA + ROMANICO LIGURE

 

 

 

 

 

 

 

 

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​​Life is a long song

 

 

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LA MIA BLUESECOFILIA 🍀

 

On the road again [ad Alan Wilson] E.A.R.

Post n°107 rivisto e originariamente pubblicato il 26 Luglio 2009 da Rosecestlavie

 

E la tua collezione di race records, Alan? 
E la tua collezione, Alan?

Ventimila dischi. Ventimila!
Ti hanno ritrovato cadavere, un bel giorno... sì un bel giorno di settembre Alan, appoggiato ad un albero immenso (quegli alberi che tanto amavi) una cattedrale viva.

Sembravi addormentato Alan, con il capo sulla federa rugosa della corteccia di una sequoia bimillenaria, la schiena mollemente sorretta dal Generale Sherman, sì dalla colonna più grande del pianeta: il Generale Sherman, oh Alan…
Una bottiglia di gin e tranquillanti come un birillo velenoso rotolato ai tuoi piedi Alan, pillole multicolore sparpagliate intorno come le caramelle psicotrope di Alice. Tu, Alan nel pese delle meraviglie.
Come un muschio ai piedi del diroccato edificio della natura: stavi lì.

Come un muschio, Alan 
E il blues ? e la tua chitarra con l'armonica a bocca, Alan? 
La tua armonica, Alan… 
🐾🐢

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alan "Blind Owl" Christie Wilson (Boston, 4 luglio 1943 –  3 settembre 1970) con il mitico bluesman John Lee Hooker.

 

 

Dopo questa prova (datata 22 gennaio 1968) di maestria strumentale e di verve istrionica dell'espansivo ed "espanso" 😁 cantante dei Canned Heat, il gruppo fondato da Wilson, segue un pezzo formidabile e profetico.
Credo sia il primo brano ecologista di una rock band.
Buon ascolto.
🐼💔

 

 

 

 

 

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Stanotte ho sognato che…
Post n°104 pubblicato il 15 Luglio 2009 da Rosecestlavie

Stanotte ho sognato che Massimo Troisi ed io pigliavamo il sole sul lungomare di Ostia. Cerco di concentrarmi sul settimo volume delle memorie di Churchill, invano.
Lui non smette di sfruculiarmi con la storia della tipa che ci avrebbe guardato, ieri sera, in pizzeria.

- “Ma tu, sei proprio  s…sicuuro… chilla… g…guardava a me?

- “Ma certo, Massimo” rispondo esasperato.

Dopo una breve pausa, Troisi dice con un sorrisetto furbastro: “No, no…

- “CHE C’E’ ?” urlo io

- “Chilla… guardava a te…

Sono sull’orlo di una crisi di nervi.
Lui, intanto, si mette nella presunta posizione in cui si trovava la sciagurata rispetto al nostro tavolo, e la imita lanciandomi bacetti con occhiate provocanti e improbabili.
Non so se ridere o piangere. Devo liberarmene.
Improvvisamente, scorgo un banchetto dei gelati poco lontano.
Ho un’idea.

- “Senti, Massimo… me lo faresti un favore?”

- “Eee come no? ” mi risponde Troisi, preoccupato e solerte.

- “Mi piglieresti un ghiacciolo?”

- “Si capisce, subito…” mi sorride beato alzandosi.

Lo fermo prima che si allontani e dico velocissimo: “Allora guarda: chiedi limone in alternativa menta e solo in terza posizione arancio mai Coca-Cola o porcherie del genere però assicurati che il bastoncino sia plastificato perché quelli di legno non li sopporto l’ideale sarebbe il bastoncino di liquirizia ma solo se è associato al limone se non hanno nulla di tutto questo prendi un cornetto  ma prima verifica che vi siano le nocciole a pezzettini e poco cioccolato se il cornetto è finito prendi il biscotto con il gelato dentro ma solo se c’è la vaniglia però se hanno il granulato all’amarena ferma tutto e piglia quello che ha anche la priorità sul ghiacciolo alla menta e ovviamente su quello all’arancio ma non su quello al limone grazie”

Lui non si muove.

- “Hai capito?”

- “Sì… sì, ho capito, cioè…” esita, guardando nel vuoto.

- “ MA TU HAI CAPITO O NON HAI CAPITO?”

- “Sì, signore… eh, non urlate… che ci… ci guardano tutti quanti… aggio capi… chisusscemo?

- “E allora, vai!”

Si allontana titubante, guardando per aria e sussurrando come ripetesse una poesia a memoria.
Sono 40 minuti che lo vedo gesticolare con il gelataio. 

Bene… ne avranno fino a sera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non posso vedere ricomincio da tre rimanendo serio. Non importa come io mi senta o quante volte io lo riveda...la maestria di Troisi è particolarmente evidente a 2:16 e a 4:30... le maniere in cui cambia espressione non le impari in nessuna scuola di recitazione ! 🎩

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Yeah, torniamo ai fondamentali.&

 

 

Questi non sono gli Yes osannati dalla critica per le loro lunghe e complesse suites progressive, già presenti nel secondo lavoro.

Questo è  l'album d'esordio datato 1969. Avevo 16 anni (e non si è seri a quella età) quando, a metà anni 80, scelsi di acquistarlo su suggerimento del mio compagno di banco Piero, scappato qualche tempo dopo nella foresta dell' Equador come Gaughin in Polinesia per evitare il servizio militare ma, soprattutto, un padre manesco.

Considerando che un Lp costava tra le 8 e le 13000 lire, potete immaginare quante figurine e pacchetti di gomma da masticare fossero contenuti in una somma tanto mirabolante. 

Fui deliziato da questa cover dei Beatles che trovavo assai più eccitante dell'originale (all'epoca ero incapace di relativismo storico).

Nato rockettaro basico (Hendrix, Led Zeppelin, Pink Floyd, Cream, Rolling Stones a palate... senza disdegnare affatto l'hard e il metal tipo Sabbath o ac/dc o Iron Maiden) ma innanzitutto amante del blues, che opponevo agli orribili ricordi delle lezioni di teoria musicale e di violino del conservatorio Fraschini... la maturità per apprezzare i lavori successivi degli Yes, quelli di Emerson e compagni, i Genesis o, peggio, quel pazzo di Henry Cow arrivò ben più tardi, una mattina, come la buona novella capovolta: più è complicato meglio è

Da lì partii per diventare un conoscitore molto serio di jazz. Avevo già decine di dischi di Mingus, Davis, Coltrane, Coleman, Dolphy, Parker e potrei continuare per pagine intere...

La cosiddetta "musica classica" avrebbe aperto il suo scrigno di tesori per me ancora dopo. A 22 anni acquistai le mie prime sonate per violino e pianoforte di Beethoven: la op.24 in fa maggiore e la numero 9 op. 47. Ma, dopo la sbandata mozartiana e i lieder di Schubert, la febbre barocca, la conversione a Ravel e Debussy, il tifo per Brahms e Sibelius, l'estasi per Monteverdi, Vivaldi e Mastro don Gesualdo, persino la deriva dodecafonica, finalmente Bach mi riportò per mano nel regno della musica pura. 

Ci pensò Zappa a convertirmi in monomaniaco devoto di Stravinski. 

A trenta ero innamorato di Shostakovich e di Anton Bruckner (musicalmente s'intende). 😂

Ora conosco la musica elettronica più  sperimentale, anche i canti dei pigmei Aka e i gruppi Funk nigeriani degli anni '70.

😨

Come si cambia, vero?

Ma mica per non morire (come frigna la Mannoia che m'annoia 😴)... piuttosto proprio per il motivo contrario: poiché solo la fronte marmorea delle statue degli dei immortali non conosce l'aratro del tempo. Yes!

 

Per esempio, ora che la riascolto mi piace di più la versione originale... è più lenta, più sognante, meno nervosa e più in armonia con il testo... Gesù...

 

Ps2. L' avverto Bouvard che se continua a mettermi giudizi negativi io la licenzio.  Ma forse è quello che vuole... non so dove sia la dichiarazione dei redditi, mi lasci respirare santo cielo! 😠

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I PRIMI DUE STORICI SOGNI DI ROSE😛

 

Stanotte ho sognato che...

Post n°1 pubblicato il 22 Marzo 2009 da Rosecestlavie

 

Stanotte ho sognato che Lennon ed io eravamo seduti al tavolo del cucinotto, facendo colazione. 

Lui mastica rumorosamente, e legge assorto il retro della scatola dei corn-flakes.

Poi si è versato il latte senza lasciarmene una goccia.

Ho sollevato il tetrapack con gesto enfatico e gli ho sussurrato: "Sei una merda".

Mi ha lanciato uno sguardo fulmineo ed inespressivo dietro le piccole lenti tonde; poi, tornato alla sua lettura, ha biascicato a mo' di scusa:

"Sono orfano di madre".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

🍷🍷🍷

 

 

Stanotte ho sognato che...

Post n°2 pubblicato il 22 Marzo 2009 da Rosecestlavie

 

Stanotte ho sognato che io e Bukowski pigliavamo l'aperitivo alla terrazza di un caffè.

Il tavolino è ingombro di bottiglie di ogni sorta di liquore.

Gli ho passato gentilmente il piattino delle patatine e lui, con un gesto stanco, ha rifiutato.

Poi ha aggiunto: "Fanno male al fegato".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PS.Quello che mi lascia assai perplesso è il florilegio di supposte citazioni di Bukowski che abbondano sui profili e nei blog. Alcune sono francamente improbabili. Tutto era C.B. salvo che melenso, sentimentale, mieloso e femminista. Non si può attribuire a Bukowski qualsiasi cretinata da baci perugina che si legge su internet.
Lui non era elegante e corretto. Se volete una prova a prescindere dai suoi scritti è questa trasmissione in cui il, forse ingenuo, dottor Pivot lo invita nel suo celeberrimo salottino letterario televisivo dei primi anni 80, a dibattere con una femminista ed alcuni altri mediocri (il grande Cavanna escluso... è quello che sembra un vecchio Asterix), lasciando che Charlie si portasse dietro tutte le sue bottiglie. Quando lo scrittore si alza barcollando il conduttore dice per alleviare la sua tensione: "Dopotutto non reggono molto bene l'alcol questi scrittori amercani"
Roba da matti. Se quel buffo omino di Pivot avesse solo respirato l'alito di Charlie sarebbe caduto in coma etilico. Idiota.
Io vidi questa trasmissione in diretta, proprio la sera in cui andò in onda...
Non potevo crederci. E fu così che scoprii chi fosse Bukowski.
Naturalmente mi precipitai a comprare i suoi libri.
Segue la foto che lo testimonia.
Ma voi, che citate senza sosta Bukowski... lo avette letto almeno???

 

 

 

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Stanotte ho sognato che…

 

Stanotte ho sognato che visitavo estasiato il "buen retiro" del mio caro amico: il vecchio senatore romano Lucio Licinio Lucullo (detto Liciccio, per i pochissimi in confidenza).
Passiamo da una stanza meravigliosa all’altra: affreschi dei miti di Teseo e Arianna; Issione re dei Lapiti in Tessaglia; scene di gladiatori tanto realistiche da mozzare il fiato e nell’ingresso uno strabiliante ritratto di Priapo che sembra fatto nel ventesimo secolo. 
Una stanzetta con pitture molto piccanti ci trattiene a ridere e scherzare sulle faccende di Eros (detto inter nos : gran scopatore Lucullo e forchetta famigerata😉), mentre la schiava africana di Lucio, la stupenda e giovanissima Nafretiri, mi lancia delle occhiate di fuoco che promettono un pomeriggio torrido.
Al centro della villa c’è come un grande cortile, con una piscina per raccogliere la preziosa acqua piovana, tutta coperta di mosaici d'oro e pietre preziose. Rappresentano Poseidone su un drago marino.
Non ho mai visto una scena tanto mirabolante in nessun museo, da sveglio.

E poi fiori, frutti autunnali, una vite secolare e un glicine gigantesco che, al momento della fioritura, mi assicura accalorato Liciccio, inebria del suo profumo tutte le stanze della sontuosa dimora.
Poi ci rechiamo in sala da pranzo dove c’è una stagionata coppia di patrizi romani a cui Liciccio mi presenta con parole di eccessiva stima che mi mettono in imbarazzo. Sapiente in tutte le arti e divino nella predizione, mi definisce.
La signora indossa una tunica scura tutta ricamata e vistosi gioielli. Il trucco pesante e la palpebra stanca di chi ha visto troppe cose nella vita. Indifferente al marito Caio (un grasso bonaccione logorroico, che ci racconta senza sosta improbabili episodi salaci che gli sarebbero accaduti o freddure non richieste) lei mi punta gli occhi addosso, non smette di sorridermi con i suoi denti gialli e sembra mi abbia già completamente svestito con lo sguardo.
Per fortuna io so che nel letto mi ritroverò Nafretiri, questa sera.
Basta che io dica una parola al padrone Lucio Licinio.
Non sono disposto ad un’orgia a quattro o cinque, però (rifletto in silenzio)… eventualità da non escludere vista la nota perversione del mio ospite e dei suoi conoscenti…
Ci accomodiamo tutti sui tre letti dorati (triclinium /nia) mentre gli schiavi si affannano intorno a noi, versandoci un vino liquoroso e un po’ dolce in grandi bicchieri fenici di vetro colorato.
Ovviamente la patrizia romana (ho saputo che si chiama Claudia) trova il modo per sistemarsi vicinissimo a me.
Troppo vicino.
Il suo profumo eccessivo di strane erbe amare e fiori esotici mi dà il voltastomaco.
Ma è tutto così meraviglioso che nulla può innervosirmi.
Mentre sorseggio con piacere la bevanda alcolica (piuttosto forte, a dire il vero) già mi gira la testa, e Nafretiri (che non mi perde di vista) accorre in mio soccorso e mi porta direttamente un vassoio d’argento massiccio con della frutta come antipasto.
Mi sorride con denti di perla, resi ancor più bianchi dal suo incarnato scuro, mentre mi servo di succose pere e di uva asprigna, i suoi dolci e grandi occhi neri piantati nei miei. Poi se ne va con movimenti sinuosi ed eleganti da gatta facendomi un occhiolino.
Ha i tratti fini dell’etiope ma credo sia egiziana, un corpo da Afrodite, la pelle ambrata e non così scura, deliziosamente vellutata e profumata.
I suoi piccoli seni turgidi e puntuti sotto la tunica mi sfiorano quando si appoggia leggermente a me, in bilico con il suo grosso e pesante vassoio.
Sono completamente cotto e avrei un altro appetito piuttosto che la gola.
Ma mi devo adeguare alla situazione… e non posso saltare le tappe.
Le ire di Lucio Licinio sono leggendarie.
In sottofondo le chiacchiere moleste di Caio mi passano addosso senza lasciare tracce. Come la risacca sento un vago fritto misto di parole senza senso: “Allora ho detto al comandante della legione… faceva un caldo, per Giove… sono tutti corrotti al senato oggi… quando ero giovane… belle more… la sapete quella del patriarca ebreo, il Nasi che si perde a Tiberiade?.... ahahaha”
Ma io mi sento davvero in paradiso. Questi romani sanno vivere, per Zeus!

D’un tratto si ode un rombo spaventoso.
Tutti ammutoliscono di paura.

Mi scaravento fulmineo alla finestra e mi sporgo dal muro per osservare il panorama.
C’è un golfo marino meraviglioso, e un grande vulcano da cui esce un fungo altissimo nel cielo. Mi ricorda la bomba atomica di Hiroshima, ma non lo posso certo dire a nessuno.

- “Ma Lucio, scusa... io credevo fossimo vicino a Roma. Quel vulcano cos’è?”
- “Vrose, tu mi deludi…. Ma cosa vuoi che ci faccia io nel caos vomano. Con il tvaffico dei cavvi incolonnati nelle stvade, tutti quei forestievi, e il rumove e la puzza? Evito Vroma come posso. Ma quale vulcano? Quello è un banale piccolo monte. Di che vulcano pavli? 
- “Senti” dico nervoso “quello è un vulcano te lo assicuro io, e noi siamo proprio sotto il vulcano per dirla alla Malcom Lowry ed è in fase eruttiva, cazzo! E per Dio, cioè volevo dire per Minerva, quello che vedo non promette nulla di buono!”
- “ Un vulcano? Dici davvevo? Malcomlori?? Che cose incvedibili sai tu magnifico Vrose. Beh, il rumove in effetti è stato ben bvuttino” mi risponde lui addolcito. 
Tutti si sono precipitati alla finestra. Claudia mi spinge da dietro con il bacino incollato alle mie gambe. Caio cita, a sproposito, episodi del viaggio di Odisseo e butta lì citazioni completamente sbagliate.
Lucio si mette al centro della stanza e dice con un sorriso: “Calma. Comunque non c’è pevicolo: gli dei pvoteggono Pompei 
- “Pompei?? ” sono passato dal paradiso all’inferno. “SIAMO A POMPEI? Oh, no... quello è il Vesuvio! Ma che giorno è Lucio, eh?”
- "Il nono giovno pvima delle calende di novembve, o Vrose… che domande! Cos'è il Vesuvio?? Ma che ti piglia? Ti ha pizzicato Mercuvio??
Cerco di fare mente locale su tutti i miei ricordi scolastici e arrivo alla conclusione: è il 24 ottobre.
- “Sì, ascolta caro Lucio… tu che sei tanto colto… quanto tempo fa è morto quel nazzareno che tutti chiamavano in Palestina il “figlio di Dio ?” - … la grassa e fastidiosa risata di Caio mi interrompe 😠 - “ Ti ricordi Liciccio ? L’idolo ebreo di quegli stupidi adoratori del pesce… i cristiani…”

Lucio Lucilio mi osserva come se fossi impazzito, ma mi accorgo che intanto riflette tra sé e sé.
- “Allova Vrose, fammi ricovdave…. Rosa, rosae, rosae, rosam… Ecco! Ci sono! E’ passata una vita… evo giovanissimo… 46 anni fa… quando lo hanno cvocifisso con altvi numevosi ladvoni. Il re di giudea… quello spovco imbvoglioncello… io evo già al servizio di Ponzio Pilato come vesponsabile degli affavi economici. Ah, se mi sono divevtito con Ponzi… che peviodo d’ovo… ma eva la gioventù… avevo 17 anni, ed evo bello come il sole e fovte come un Titano
Faccio rapido i calcoli e arriva la soluzione come un fulmine: 46 + 33 = 79. 
Oggi siamo il 24 ottobre 79 Dopo Cristo a Pompei !!!

Urlo disperato, ma la mia voce è sovrastata da una seconda esplosione più forte della prima. Tutto trema intorno a noi. Mi ritrovo stretto nelle braccia grassocce di Claudia che grida nevrastenica.
Calma… Calma…” dice Lucio ecumenico per tranquillizzarci, ma tutti ci siamo accorti che la luce abbagliante di un attimo prima ha lasciato il posto ad una semioscurità inquietante, una sorta di livido bagliore. Sembra di essere precipitati nell' Averno e nel regno di Plutone. 
- “Ma Vrose? Dove vai? Non abbiamo neppve pvanzato… e sei ospite stanotte…” mi urla tremante Lucio mentre, spintonata a terra Claudia, fuggo impazzito verso l’uscita. 
Quasi vado a sbattere contro Nafretiri che porta a fatica un grande piatto di trippa fumante. 
Mi fermo un attimo e le lancio un ultimo sguardo disperato, prima che un diabolico fumo denso, caliginoso e infuocato copra tutto e tutti.
I suoi grandi occhi scuri erano pieni di lacrime... una brillava come un piccolo diamante nella sera, e già le rigava il viso.

 

 

 

PS. Un caro amico (il mio segretario Bouvard... a dir la verità ) mi comunica che qui ho davvero raggiunto l'apice. Va beh... ora non posso che decadere... come l'impero romano🙄

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Rosecestlavie più di un mese fa

Stanotte ho sognato che…

 

Stanotte ho sognato che mi recavo, con il batticuore e un po’ di apprensione, alla mia prima seduta come paziente nello studio del celebre psicoanalista Jacques Lacan, a Parigi.
La porta dell’appartamento signorile è misteriosamente aperta (lui riceve infatti chez-lui ).
Tutto è immerso in un silenzio quasi sacrale. Mi dirigo verso la libreria immensa che occupa due delle pareti di una stanza gigantesca dalle grandi finestre, piena di luce. Sembra la biblioteca nazionale e ci sono volumi in tutte le lingue, opere che i collezionisti si strapperebbero le budella per possedere.
Oggetti d’arte africana su una grande scrivania intarsiata, quadri di pittori celebri sulla parete tra le finestre, un grosso gatto grigio sonnecchia su una poltrona Luigi XVI.
Accanto alla poltrona un divanetto, piccolo ma confortevole, che suppongo sia l’equivalente del lettino di Freud. Proprio sopra infatti campeggia una grande foto incorniciata di severo legno scuro del "padre della psicoanalisi", dallo sguardo penetrante e indagatore che mi mette un certo disagio.
Mi siedo sul bordo del divano, accanto al felino immobile e rannicchiato a ciambella.
Aspetto.
Si odono solo il ticchettìo di un orologio nascosto, e le fusa regolari del micione.
Dopo un tempo che non saprei quantificare, se non con il termine “eternità”… improvvisamente, da una porticina dissimulata dietro una spessa tenda rosso pompeiano, entra lui, Lacan in persona, sbuffando, con un grosso sigaro spento nella bocca.
Non è un uomo gigantesco (sono più alto io di una spanna) ma la sua presenza occupa d’un tratto la stanza intera. E’ come se si fosse materializzato un minuscolo buco nero che assorbe tutto intorno a sé.
Mi sento come un volgare insetto che ronzava inopportuno nei quadrati di luce, e che si fosse posato sperando di non essere visto.
Ma il dottore mi ha visto benissimo.
- “Monsieur Rosecestlavie, suppongo?” mi chiede calmissimo, sorridendo con il sigaro nella mano.
 - “ Ehm… sì, dottore…. ma lei come fa a sapere il mio pseudonimo comple…
- “Lasci perdere, egregio signore, qui le domande le faccio io” interrompe lui con un modo brusco, totalmente imprevedibile.
Mi accartoccio come una foglia gettata nel fuoco del caminetto.
Lacan mi fissa interrogativo.
Riunisco tutte le forze, deglutisco e, finalmente, riesco a dire: “ Io… ero venuto per… per la seduta…
- “E’ già iniziata” mi risponde lui beffardo.
- “Ah, ma dottore io non…
- “FASE DEL NO !! ” urla lui, a non so chi.
Sono rattrappito sul divanetto.
Poi, calmissimo: “Signor Rose… ha già fatto conoscenza con il mio gatto?”
- “ Ehm…. sì…. ma dorme… non ho voluto disturbarlo… come si chiama? 
- “FELIX!” urla di nuovo lui e poi di nuovo calmo:  “Ha visto? Ho gridato il suo nome e non si è mosso. Giustamente perché come spiega De Saussure il significato e il significante non... beh, lasciamo perdere.... sono discorsi un po' complicati per lei..."
- "In effetti, dottore..."
- " Felix MA non Guattari e con la x che barra il feli ” aggiunge pacato.
- “Ahhh… e... eee… e come si pronuncia? ” chiedo candidamente. -“Hotettochequiletomantelefaccioio! ” mi dice rapidissimo con la voce stridula di ira trattenuta “lei è un soggetto indisciplinato!”
Devo dargli ragione o si mette male.
Lacan fa un passo avanti nella mia direzione.
Mi scruta con occhi magnetici e mi sussurra: “ Qual è il gusto del gelato che preferisce?”
- “Ehh?..."
- "Presto, si sbrighi a rispondere!"
- "Ehm… limone sua eccellenza, cioè volevo dire papà, cioè voglio dire Dottor Lacan…
- “Ottimo. Ottimo” risponde soddisfatto.
Tiro un sospiro di sollievo.
E’ la prima volta che mi sembra di non aver sbagliato qualcosa.
- “MA… se le offrissero un gelato alle nocciole” prosegue lui con tono insinuante e pericolosissimo “ al posto del limone, che lei adora, promettendole che in cambio avrà una dose di panna montata gratis? Che cosa risponderebbe?”
- “ Rifiuterei ” dico deciso, senza esitazioni.
- “Anche se a farle questa proposta fosse suo padre? “ incalza lui sospettoso.
- “A maggior ragione” affermo risoluto.
- “Ottimo” mi sorride “la seduta è tolta... cioè volevo dire è finita”.
Sono sbigottito. Sarà durata tre minuti al massimo.
- “Ma come dottore?... di già ?... e quando devo tornare?...”
- “MAI PIU’ ! Lei sta benone. Addio”
Lacan si siede alla scrivania, apre uno scartafaccio ed è come se tutto fosse sparito per lui. Io compreso.
- “ Ma dottore, mi permetta… pensavo che almeno parlassimo un po’ delle donne… perché veda io con le donne…
- “La donna non esiste ! 
Cherchez la femme et vous trouverez rien du tout. Addio” risponde lui sovrappensiero, senza alzare gli occhi dalle pagine.
Mi alzo e striscio lento verso l’uscita biascicando un grazie.
- “Ah, Monsieur Rose… veda con la mia segretaria (in fondo al corridoio, porta a sinistra) per le volgari ed escrementizie questioni di danaro. Addio”.
Mi tasto tutte le tasche. Nei sogni non so mai come sono messo a finanze. Con gioia trovo un bigliettone enorme: è il taglio più alto!”
- “Certo dottore… ma lei crede che 500 franchi basteranno?... perché…
Lacan alza lo sguardo e mi fissa esasperato.
- “Con o senza ricevuta?” chiede secco.
- “ Ehm… ma con ricevuta dottore, naturalmente…
- “Allora non bastano. Ora, se vuole scusarmi ho da fare.
Tempus fugit. Addio!”
 

Mi sono svegliato, e non mi sentivo tanto bene.
Devo consultare uno psichiatra: dormo troppo male di questi tempi… 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PS. Una cara amica mi dice. "Perché pubblichi post del genere? Chi li capisce a parte Recalcati? "
Beh, chi se ne frega? Io rido da solo...

 

PS2. Avverto che chiunque metta una reazione a questo post sarà contattato dal mio segretario Bouvard che indaghera' sulle sue reali capacità. 😨

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Rosecestlavie più di un mese fa

MUSSOLINIANA...

​​​​​

 

 

 

Mussolini ha fatto ottime cose. 😊

Ha anche commesso qualche imperdonabile puttanata criminale, se bisogna dirla tutta. Che poi la natura del potere sia essenzialmente criminogena è ancora un altro discorso, ma mi ficcherebbe in un vespaio in cui non voglio mettermi.

A proposito di insetti... il Signor Vespa 😲 (Beeurk... ho toccato la carta moschicida e mi devo lavare le mani...), dicevo il Signor quello lì, ha affermato che nessuno sa che Mussolini creò la settimana lavorativa di 40 ore.

COME NESSUNO? Io lo so. 

Crede forse il Signor Vespa 😨 (arridaie col lavaggio di mani...) di essere l'unico ad aver leggiucchiato di Storia? Bastano qualche pagine di Longanesi per sapere benissimo che, ancora a metà degli anni '30, Benito Mussolini era incensato dalla stampa inglese, francese, americana per il suo operato, e per il fatto di aver praticamente reso moderna l'Italia e averle dato uno Stato sociale degno di tal nome. Non era forse nato socialista il tipetto? Le stesse vili e insipienti democrazie europee erano tanto stupide da credere sino all'ultimo  (1938) che Benito avrebbe disinnescato la bomba hitleriana.😂 Ah ah ah,  sarebbe da ridere se non fosse stato tragico!.

 

 

La nipotina esuberante di Mussolini ha fatto anche lei delle buone cose.

Mi correggo: le sta facendo solo oggi... perché vedere lo stato del suo "corpo di ballo" alla sua veneranda età è davvero notevole. Notevole pure come abbia apparentemente superato il fastidioso evento costituito dal fatto che il marito andasse a baby squillo! Se solo lei non avesse mai aperto bocca e si fosse dedicata al ballo sarebbe stata perfetta.

Introvabile è l'incursione bestiale nel mondo della musica della giovane nipotina del dux. Fortunatamente, esiste YouTube e il canale orrore a 33 giri che ci regala l'inaudito godimento di poter finalmente riascoltare quest'ugola d'oro!

 

 

💓 2:48 sensazionale ah ah ah! 

 

 

Il solo Mussolini che abbia fatto unicamente cose ottime e, a volte, pregevoli, si chiama Romano. Quarto figlio di Benito e Rachele (prova concreta che dal letame, a volte, può nascere un fiore) è stato bravo pittore, ma soprattutto uno dei più apprezzati pianisti e  compositori jazz italiani. A livello mondiale! 😮

Trovare dischi suoi è impresa ardua, ma volete che un supermelomane come me non li possegga? Vedere per credere.

Quindi io sono mussoliniano ma per Romano, naturalmente.

Alla prossima chicca.

Dj Rose

 

 

 

 

PS. Un post rilassante dopo il precedente che mi ha fatto sudare 7 camicie. Forse però l'argomento non è  proprio dei più calmanti...

 

 

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Rosecestlavie più di un mese fa

​​​​​​Stanotte ho sognato che...

(Vanishing point)

 

Stanotte ho sognato che mi stavo appisolando sul divano con un libro intitolato: "Virtuale,attuale e reale nel pensiero di Gilles Deleuze".

Sono l'unico che sogna di dormire nei sogni (un caso grave, suppongo).

Improvvisamente, suona il telefono.

Lo lascio squillare.

Insiste, caparbio e nervoso.

Ho i sudori freddi perché ho riconosciuto quello squillo.

"Ehm, sì... pronto? "

"Ciao Rose. Sono Enzo."

"Caro, che bella sorpresa! " mento spudorato, con voce flautata.  

"Ho bisogno di un consiglio"

"Mi dica pure, sono a sua disposizione..."

Sento un silenzio che non promette nulla di buono.

"Al telefono? Sei matto. Qui da me a pranzo. Ore 13,15. Ciao."

​​​​​Sarà a proposito della solita vecchia Fiammetta extraconiugale 😩

Sono nei guai: Enzo odia i ritardatari. Anche di un millesimo di secondo.

"Eh ma, eh, no... aspetti Dottor Ferrari... è mezzogiorno e un quarto... mi spiega come diavolo faccio da Milano a Maranello??? Non ho neanche la patente io, lei lo sa. Cerchi di cap..."

"Sono le 12 e 09, Rose. C'è una macchinina con autista parcheggiata fuori dalla tua porta, sbrigati. Lui è canadese e potrete capirvi.  Solo che è nervosetto perché ha dei sospetti sulla moglie. Ci vediamo alle 13 e 15. Ciao".

Click.

Sono leggermente sconvolto.

Mi riprendo.

Mi precipito in strada con il fiatone. Ansimando, osservo il marciapiede e subito mi acceca il riverbero di una Ferrari arancione nuova fiammante, parcheggiata di sbieco con il motore acceso e qualcuno al volante.

Mi infilo nel posto passeggeri a fatica perché sono troppo alto. Il pilota mi lancia appena uno sguardo obliquo, e mormora salut.

Non dirà altro per tutto il viaggio.

Ha la faccia da schiaffi dello sciupafemmine, arrogante e presuntuoso. Già lo odio.

La macchina non corre: letteralmente vola. Sull'autostrada piglia la corsia d'emergenza a 240 all'ora. Sfiora un palo che sembrava un siluro, evita un fossato a malapena, sterza brutale e pare voglia schiantarsi oltre la barriera del suono. I semafori non esistono. Tutto, fuori dal finestrino, è  confuso come un quadro dei futuristi.

Io mi sono improvvisamente convertito a tutte le religioni, e prego ogni divinità e soprattutto Visnù che la morte sia sul colpo, senza sofferenza. 

13 e 12 siamo a Maranello, nel parco di Villa Ferrari.

Esco dall'abitacolo cercando di non tremare troppo e, bianco come un cencio, sussurro un ringraziamento al giovane pilota.

"Vous avez rendez-vous avec Enzo, n'est-ce pas? (avete appuntamento con Enzo, vero?"

Annuisco con un cenno del capo, non ho più  saliva. Gli spiego che Enzo mi chiama spesso per consigli e che pensa io sia capace di prevedere il futuro. Per la prima volta il giovinastro mi osserva con considerazione.

"Ah, una sorta di magicien, di mago... e cosa prevedi per me guru? "

Ho un brivido. Brutta sensazione. 

Gli rispondo seccato e enigmatico come un oracolo: " Non faccio il cartomante à la carte."  E continuo prendendolo in giro e stuzzicando il suo ego : "Comunque, se lei decide di correre per Ferrari le assicuro che non potrà mai eguagliare Tazio Nuvolari. Può sempre vincere chi le pare ma LUI era un poeta del volante."

Il giovinastro scuote la testa ridendo.

Continuo imperterrito: " Vedo anche un tedesco non molto simpatico e una stupida caduta sugli sci... non si preoccupi se non capisce... sono deliri miei" Alla fine aggiungo serio: " Il sogno di ogni attore è morire sulla scena!"

Lui mi sfodera un sorriso meraviglioso e mi dice, risalendo in macchina: "Giusto, ben deto. Alors acceterò quela proposta del dottor. Io non voleva accetare (sic) perché Enzo è tropo... come si dice in italiano? pignoro..."

"Pignolo" lo correggo subito. 

"Sì, quelo. Ma parlar con lei mi ha davero convincito, sì grazie... convinto... e vedrà che non rimpiangerete Nuvolarì . Il doc ha proprio un grande fiuto per i suoi collaboratori. Se va sempre da Enzo poverino lei. Bien... ci rivediamo cosi hein? volentieri per un aperò, non? Monsieur Rosecestlavie. Buona fortuna e bon courage ! "

 

Avevo giudicato davvero male questo tipo.

Gli urlo per sovrastare il rombo del motore: "Come sai il mio pseudonimo completo? Non lo conosce neppure Ferrari. Ma tu come diavolo ti chiami?"

Lui, sempre sorridendo, mi grida: "Anche io son un po' mago. Gilles Joseph Henri Villeneuve, è stato un vrai plaisir"

Dopo uno spaventoso ruggito, il mostro arancione sparisce come una diabolica saetta.

 

Mi risveglio in un bagno di sudore.

 

 

 

Anche questo post mi ha messo in un bagno di sudore... un vero parto... 😓

 

 

AL POETA DELLA VELOCITÀ. 

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