Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e non cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero al bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in sé stesso. Muore lentamente, chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare. Muore lentamente, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore, chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
Profilo BACHECA 137
La vita è come le lancette di un orologio: se cerchi di accordare il tuo tempo a quello degli altri sarai sempre fuori fuso orario, ergo usa il tuo fuso orario( metaforicamente cio ' che sei),diversamente se userai sempre lo stesso fuso ( il tuo),prima o poi troverai chi è all'ora giusta per te.
E suo padre lo voleva avvocato
E sua madre per lo meno professore
E sua nonna lo sperava un altissimo prelato
Per un fatto strettamente personale
Ma si chiamava Robin, Robin Hood
E ogni donna la colpisce
Nel cuore, nel cuore lui la colpirà, Robin
A dieci anni aveva già la sua banda
Un violino, due chitarre e batteria
A Natale finalmente trovò un pianoforte
Spolverato dai ricordi di una zia
E si chiamava Robin e la sua banda
Robin ti porta con lui
Robin ti toglie dai guai se vuoi
Lui non ti tradirà mai perché, perché
La sua voce ti va dritta nel cuore
E la sua musica per tutti canterà
Le sue mani parleranno di milioni
Di storie, di potenti ladri e figli di papà
E si chiamava Robin, la sua banda
Sulla strada che porta a Piumazzo
Incontrarono un bandito gentiluomo
Disse: "Vengo da Cesena e son proprio sfortunato
Ma in compenso io conosco la regione"
Piacere: sono Libero come il sole, il cielo
Io farò di te un eroe, io ti insegnerò a colpire e poi scappare
Non ti prenderanno mai perché tu sei
Robin più veloce del vento, quello che tu rubi lo ridai
Coi tuoi sette straccioni in un solo momento
Degli stadi e delle piazze tu sei il re, Robin
La tournée cominciò da Torino, davanti alle carceri nuove
Fregarono una Giulia sorpresa dal mattino
E verso sera si misero a suonare e li ascoltava Marian, la rossa
Laureata in lettere antiche, lavorava in una scuola di Milano
Disse: "Basta un po' di trucco, un mantello verde mela
E sul viso una mascherina nera"
Adesso tu sei Robin perfetto
All'incrocio della via Tiburtina
Fu investito da una strana nostalgia
Disse: "Torno tra un momento" ma nessuno ci credeva
Lasciò tutte le sue cose e scappò via
Lui si chiamava Robin
Robin, Robin Hood
Robin, Robin Hood
Robin
Dimmi cos'è
Che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo
Dimmi cos'è
Che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani
Dimmi cos'è, cos'è
Che batte forte, forte, forte in fondo al cuore
Che ci toglie il respiro
E ci parla d'amore
Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova
Dimmi cos'è, cos'è
Quella stella grande grande in fondo al cielo
Che brilla dentro di te
E grida forte, forte dal tuo cuore
Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova
Dimmi chi è
Che me fa sentì 'mportante anche se nun conto niente
Che me fa re quando sento le campane la domenica mattina
Dimme chi, è chi è
Che me fa campà sta vita così piena de problemi
E che me da coraggio
Se tu non me voi bene
Grazie Roma
Che ci fai piangere abbracciati ancora
Grazie Roma
Grazie Roma
Che ci fai vivere e sentire ancora
Una persona nuova
Gli stereotipi e i luoghi comuni sono sempre figli della mediocrità.
Questa sera è ancora presto
Ma che sciocca sei
Ma che sciocca sei
A parlar di rughe
A parlar di vecchie streghe
Meno bella, certo, non sarai
E siccome è facile incontrarsi
Anche in una grande città
E tu sai che io potrei, purtroppo
Non esser più solo
Cerca di evitare tutti i posti che frequento
E che conosci anche tu
Nasce l'esigenza di sfuggirsi
Per non ferirsi di più
Lasciami giù qui
È la solita prudenza
Loro senza me, mi hai detto
È un problema di coscienza
Certo che lo so
Certo che lo so
Non ti preoccupare
Tanto avrò da lavorare
Ora è tardi e rincasare vuoi
No che non vorrei
Io sto bene in questo posto
No che non vorrei
Dopo corro e faccio presto
Meno bella, certo, non sarai
E siccome è facile incontrarsi
Anche in una grande città
E tu sai che io potrei, purtroppo, anzi, spero
Non esser più solo
Cerca di evitare tutti i posti che frequento
E che conosci anche tu
Nasce l'esigenza di sfuggirsi
Per non ferirsi di più
Prendila così
Non possiamo farne un dramma
Essere causa della propria insoddisfazione e lagnarsene è uno degli esercizi più stupidi.
Qualcuno qui mi chiede di spiegare le motivazioni di quello che scrivo nei messaggi privati e sul mio profilo, non ci sono spiegazioni che possano essere spiegate con poche parole occorrerebbe contestualizzare ai vari momenti e trascorsi della mia vita.
Il filo conduttore si puo riassumere con una citazione latina: cogito ergo sum.