Ottobre 2023
Il locale era deserto quando entrai. Dalle finestre aperte filtravano i colori del tramonto i cui riflessi brillavano sul pavimento creando ipnotici disegni. Mi sentivo stanco, nell’inerzia di quella quieta indolenza pomeridiana mi avvicinai ad un tavolo, quello più lontano dal bancone del bar, e mi sedetti. Quella mattina ero partito tardi da una località nei pressi di Palermo per fare ritorno a casa dopo diversi mesi di assenza ma non mi sentivo pressato da alcuna urgenza. E così, per un caso fortuito, dopo esser sfuggito ancora una volta ai mitologici mostri , ho preso la decisione che mi ha condotto sin qui dove mi trovo adesso, lungo la statale ionica, anziché percorrere l’autostrada calabra della costa occidentale come di consueto.
Immerso in una ridda di pensieri non mi ero accorto che, nel frattempo, una signora mi si era seduta di fronte e attendeva paziente che mi accorgessi di lei. Sicuramente era intorno ai cinquanta, l’età che prediligo, capelli lunghi e neri sciolti sulle spalle, occhi espressivi di un colore indefinito e, per quanto potessi vedere, un corpo dalle linee perfette. Mi osservava senza mostrare impazienza e il suo viso sorridente palesava chiari segni di curiosità nei miei confronti. Data l’ora le chiesi se fosse rimasto qualche cosa di commestibile in “cambusa” e lei con voce argentina dal chiaro accento locale mi illustrò quello che poteva offrirmi per placare l’appetito che mi stava divorando. Mi servì personalmente sedendomisi poi di fronte. Mentre pranzavo mi incalzò con un fuoco di fila di domande. Trovavo la cosa piacevolmente insolita. Pareva una ragazzina dotata di un’insaziabile curiosità e le rispondevo senza reticenze.
L’avevo osservata mentre provvedeva alle mie necessità e la sua spontaneità unita alla gentilezza dei modi e della persona mi stavano conquistando.
Anche la sua immediata capacità di compenetrarsi nel mio stato d’animo aveva creato un ponte ideale tra noi dove il linguaggio dei gesti, le espressioni del viso mostravano ingenuamente ormai ciò che le parole non potevano più esprimere. Mi sentivo attratto da lei e capivo che anche lei provava le stesse mie emozioni.
Restammo lì seduti a raccontarci per un bel momento ancora, poi, lei si alzò per andare a chiudere la porta d'ingresso, non si era accorta di aver superato l’orario di apertura non essendoci altri avventori, così, tornando, si fermò accanto al bancone osservandomi da lontano.
Ero incerto sul da farsi, si era creata una tale atmosfera di complicità che mi pareva estremamente riduttivo pagare semplicemente il conto e andarmene, ma ero comunque fiducioso in un destino diverso!
Riflettevo sul momento che stavo vivendo, mi pareva incredibile provare delle emozioni così vive nei confronti di una perfetta sconosciuta ma era tutto vero e fu allora che decisi di afferrare l’attimo fuggente.
Mi avvicinai guardandola negli occhi mentre lei ricambiava il mio sguardo. Il suo viso era talmente invitante ed espressivo che mi rendevo conto di non poter sfuggire al suo fascino. Quando le fui accanto, le sorrisi e le feci una timida carezza sulla guancia, lei mi guardò languidamente sorpresa ed io, incoraggiato, presi a sussurrarle quelle parole che mi sgorgano spontanee nei momenti più delicati e vanno dirette là dove devono essere ascoltate. Il suo viso cambiò lentamente espressione e, alla fine, con le lacrime agli occhi, mi disse che provava da tempo un forte desiderio di sentirsi protetta e aggiunse anche che quando mi vide comparire scoprì in me l’uomo che da tempo sognava tutte le notti, quello che sarebbe stato il suo paladino per sempre ...
Non le promisi nulla ma continuai ad accarezzarla, quando, con indescrivibile piacere mi accorsi che sfiorandole il collo e il seno i capezzoli stavano assumendo un’evidente consistenza sotto la camicetta di seta …
Il suo evidente turbamento era anche il mio e mi procurava un’eccitazione impossibile da trattenere ancora. Lei, fu la prima a prendere l’iniziativa, mi attirò a sé con forza e ci abbracciammo. Dopo un poco le nostre bocche si trovarono … Fu un lungo bacio dove sentii di essere in Paradiso. La sua lingua fremeva a contatto con la mia, sentivo i sui turgidi capezzoli premere contro il mio petto, i nostri corpi si desideravano, sapevo che il mio sogno era anche il suo e che non avremmo saputo resistere ancora alla tentazione di averci.
Mi sussurrò all’orecchio che desiderava possedermi e mi invitò ad entrare nel locale attiguo, di servizio. Ci spogliammo infiammati da incontenibile desiderio, mi accomodai su uno sgabello e lei, con estrema dolcezza, venne in piedi su di me e mi prese. Mi sentii penetrare nel suo ventre, impazzito dal piacere ascoltavo il suo affannoso respiro mentre godevo il suo corpo fremente su di me. Decideva lei il ritmo, in qualche modo sentiva quando doveva rallentare e quanto e come muoversi per prolungare il godimento. Ero completamente soggiogato da questa voluttà sensuale che mi portava sull’orlo del parossismo e poi si tratteneva quel tanto che serviva per ricominciare.
I suoi capelli provocanti ondeggiavano su di me mentre la sua lingua mi sfiorava ovunque potesse arrivare. Ansimanti e rantolanti per il piacere immenso che ci donavamo avevamo perso la percezione della realtà finché, dopo un tempo che pensavo infinito, mi gridò che voleva avermi ancora tutto per lei quella notte, nel suo letto. In quel momento, non potei più trattenermi, mi lasciai scivolare nel suo universo abbandonandomi all’oblio temporaneo durante il quale lei si prese tutto di me …
Senza che ce ne accorgessimo il sole era tramontato, fuori era buio. L’aiutai a chiudere il locale e …
The_Hatter