Mi descrivo
L'idea di tutti gli ideali , per me odora di freddo, di dolore : ha l'odore di quando tutte le strade sono impossibili.
Non amiamo mai nessuno. Amiamo solo l’idea che ci facciamo di
qualcuno. È un concetto nostro quello che amiamo: insomma, amiamo
noi stessi.
Oggigiorno ogni uomo , la cui statura morale e il cui valore
intellettuale non siano di un pigmeo o di un persona rozza , ama ,
quando ama , di un amore romantico.
L'amore romantico è l'ultimo prodotto di secoli e secoli di
influenza cristiana ; e sia in relazione alla sua sostanza , che
alla sequenza del suo sviluppo , lo si può far conoscere a chi non
lo comprenda, paragonandolo ad una veste , o vestito , che l'anima
o l'immaginazione confezionino per vestire le creature , che
casualmente appaiono , e che lo spirito trovi adatto a loro.
Ma ogni vestito , poiché non è enterno , dura quel che dura: e in
poco tempo , sotto la veste dell'ideale che ci siamo creati e che
si lacera , emerge il corpo reale della persona umana a cui
l'abbiamo fatto indossare.
L'amore romantico , quindi , è un percordo verso la disillusione.
Non lo è . solo quando la disillusione , accettqandlo sin
dall'iniio , decide di cambiare ideale costantemente, di tessere
costantemente, nei laboratori dell'anima , nuovi vestiti ccon cui
costantemente rinnovare l'aspetto della creatura vesita da
essi..
Due , tre giorni di una parvenza di inizio d'amore...
Tutto questo vale per l'esteta grazie alle sensazioni che gli
provoca.
Continuare sarebbe entrare nel territorio dove inizia la gelosia ,
la sofferenza , l'eccitazione.
In questa anticamera dell'emozione vi è tutta la sovaità dell'amore
senza la sua profondità; un piacere delicato , quindi , un vago
aroma di desideri ; e se con ciò si perde la grandezza che esiste
nella tragedia dell'amore , bisogna tenere presente che , per
l'esteta, le tragedie sono cose interessanti da osservare , ma
spiacevoli da subire.
Perfino coltivare l'immaginazione viene danneggiato dalla vita.
Regna chi non vive tra i comuni mortali.
Dopo tutto , mi accontenterei di questo se riuscissi a persuadermi
che questa teoria non è nient'altro che un complicato rumore che
faccio alle orecchie della mia intelligenza, quasi perché essa non
capisca che in fondo , non esite altro che la mia timidezza, la mia
incompetenza alla vita.
Io?
E' un silenzio che non sopporto , un vuoto che fatico a
digerire
E' un pianto senza singhiozzo che non riesco a fermare
E' un amore viscerale che non comprendo ancora
E' un errore percettivo
E' un profumo nauseante
E' una canzone che suona forte in una città di sordi
Non sopporto questo odore
Non sopporto il rumore
Non sopporto il fato infausto
Non sopporto il ripetersi delle stagioni
Non sopporto l'anacyclosis
Ti sto parlando e non ci sei...dove sei?