Spigolature.
“Nemo suum agit, ceteri multiformes sumus”.
“Nessuno si attiene a un solo ruolo, siamo tutti multiformi”.
...
A volte anche desiderosi di assumere sembianze diverse. Per questo cambiamo maschera di volta in volta e ne indossiamo una anche opposta a quella che ci siamo appena tolta.
(Forse per meglio confondersi, mimetizzarsi fra le infinite che circolano, costellano la propria esistenza)
Così Lucio Anneo Seneca nel suo “Epistulae morales ad Lucilium, opera “mastodontica” scritta in tarda età.
Quell’età in cui normalmente si iniziano a tirare certe somme, quando il gallo inizia ad avere la voce rauca e la gallina diventa vecchia, pronta per un buon brodo…
Credo sia un fatto acclarato anche ai nostri tempi questo mutamento di “sembianze” nel corso della vita stessa, forse un adattamento a circostanze più o meno inattese che si manifestano nell’umano divenire.
Allo stesso modo l’uomo è “avidus veri” (avido di verità) eppure rifugge dalla verità; la sua passione per la verità su certe questioni non esclude il rifiuto ostinato di essa in altre.
L'uomo (detto in senso generale) in alcune circostanze si rivela debole, egocentrico, incerto, imperfetto e a volte noiosamente superficiale.
Anche in questo caso come in altri affini “nihil sub sole novi”:
la soluzione più efficace consiste nell’evitare di perdersi in un ginepraio pieno di spine, di vicoli ciechi, di pensieri vaganti fra fredde stelle di un firmamento buio e amorfo, situazioni da cui solitamente si esce malconci, soprattutto dentro.