Abbiate cura della fragilità altrui. E se proprio non ci riuscite, almeno rispettatela. Come si rispetta un semaforo, la fila al supermercato, l'ordine esatto delle parole nelle preghiere. Accettatela. Come gli occhi blu, neri, castani, quelli gialli dei gatti. Come la bellezza, l'intelligenza, la dolcezza, la riservatezza. Chi è fragile non è debole. Forse è addirittura più forte. Perché è abituato a sopportare il peso delle proprie insicurezze oltre a quello delle quotidiane difficoltà, nelle salite della vita. E vive ben due mondi. Quello dentro di sé, sconfinato e incerto, e quello fuori , che stuzzica i punti deboli e urla forte in faccia.
Abbiate cura della fragilità altrui. È una rosa d'inverno. È capace di grandi cose come il mignolino, il dito più piccolo di una mano, che riesce , da solo, a far riappacificare. È una lucina che, ormai padrona del buio, sa persino abbagliare.
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