Hanno sette vite.

I gatti.

Poveretti.

Solo sette.

L'ennesima crudeltà

verso gli animali.

Tuttavia gli esseri umani,

sino a pochi anni fa,

ossia prima dell'avvento dei Social Network,

addirittura

ne avevano solo una.

Per fortuna è roba passata.

E poi i gatti,

queste sette vite,

le hanno solo sequenziali.

Muoiono nella ennesima

e risorgono nella ennesima più una.

Metempsicosi.

Anzi, trattandosi di animali,

per i quali l'esistenza dell'anima

è ancor più dubbia che per gli umani,

il termine corretto dovrebbe essere

"Metemsomatosi".

Già, Metemsomatosi

senza però cambio di specie.

Il gatto torna gatto,

insomma,

mica cammello.

Così la definizione

dovrebbe essere esatta.

La sintesi concreta

È comunque la seguente:

"Un gatto esce da un gatto

che ha osato troppo,

lascia la pelliccia sull'asfalto

e si infila in una nuova pelliccia,

assieme ad una nuova vita

facendo andar su di una unità

il conta-vite."

Peraltro non si è mai capito se,

nella vita successiva,

abbiano o meno consapevolezza

di aver vissuto quella precedente.

Ammesso poi

che quella credenza

sia vera.

I miei gatti,

quelli che ho avuto,

dopo la prima

non si son mai più ripresentati.

Chissà,

forse quelli che ho avuto erano tutti

già arrivati al settimo giro.

Per gli umani tecnologici invece,

come dicevo,

sono possibili infinite vite.

Una Reale

e tante Virtuali.

Parallele oltretutto.

Per i gatti,

la vita successiva,

è un dono,

un privilegio.

Per gli umani,

la Vita Parallela

(virtuale)

è una Opzione.

In passato,

la miseria,

concedeva a molti pezzenti

un solo abito.

Ora si apre il guardaroba

ed ecco lì,

uno dietro l'altro,

Tanti bei Completi,

Tante Giacche,

Tanti Pantaloni.

Camice,

Cravatte,

Calzini,

Scarpe,

Cinture

e Profumi.

In quantità.

A costo zero.

Oggi mi metto quello

tinta unita Blu.

Domani quello scuro a righe.

Dopodomani forse i jeans.

La vita Reale è complessa.

Per le vite virtuali invece

non serve neppure la MasterCard.