Mi descrivo
"Mia madre quando parla di me dice che sono una buona figlia i miei fratelli dicono di me che sono una cara sorella le mie amiche quando parlano di me dicono che sono una buona amica ma loro non sanno che ho tante tentazioni che vivo soltanto di illusioni ma loro non sanno che scappo da una chiesa perché non credo in niente ma loro non sanno che la mia vanità va oltre l'apparenza ma loro non sanno che penso al suicidio quando viene Capodanno ma loro non sanno che provo eccitazione quando mi sento sola"
In me l'ateismo non é nè una conseguenza, nè tanto meno un fatto
nuovo: esso esiste in me per istinto. Sono troppo curioso, troppo
incredulo, troppo insolente per accontentarmi di una risposta così
grossolana. Dio é una risposta grossolana, un'indelicatezza contro
noi pensatori: anzi, addirittura, non é altro che un grossolano
divieto contro di noi: non dovete pensare! [...] Il concetto di Dio
fu trovato come antitesi a quello di vita, in esso fu riunito in
una terribile unità tutto ciò che vi era di dannoso, di velenoso,
di calunnioso, tutto l'odio mortale contro la vita. Il concetto
dell'al di là, del vero mondo fu creato per disprezzare l'unico
mondo che ci sia, per non conservare più alla nostra realtà terrena
alcuno scopo, alcuna ragione, alcun compito! I concetti di anima,
di spirito, e, infine, anche quello di anima immortale, furono
inventati per insegnare a disprezzare il corpo, a renderlo malato-
cioè santo- per opporre a tutte le cose che meritano di essere
trattate con serietà nella vita.
"Io sono uno scrittore, e la mia potenza è la scrittura. Non è
leggere. Ma neanche scrivere dei diari. Io devo liberare l’energia
più pura e profonda del mio inconscio. Devo liberare un flusso che
dalle viscere arrivi al mondo. Non per vanità o narcisismo, ma per
liberazione, terapia, miglioramento. Per il bisogno di fluidificare
i grumi di insofferenza, noia, esasperazione. Devo scrivere. Ma
devo trovare le mie forme, le mie vie d’uscita. Devo superare i
miei blocchi: la pigrizia, la frustrazione, l’incoerenza. Devo
sciogliere i miei nodi: la debolezza, la tristezza, la corruzione.
Io sento, vedo, tocco i miei movimenti legati. Devo riversare
tutto, restituire tutto, svuotarmi di ogni cosa. La vita che mi è
stata data, riconsegnarla con gli interessi. Devo diventare
trasparente, inodore, impercettibile. Sono ancora legato a questa
terra. Ciò che mi inchioda al suolo sono le mie mancanze, le
fratture al patto di fedeltà verso me stesso. Voglio la mia morte
personale ma che sia morte violenta. Voglio sfracellare il mio
ventre al suolo e con l’occhio di vetro guardare gli uccelli
nutrirsi delle mie viscere. Quando avrò smesso di esistere avrò
abbastanza aria nei polmoni da poter smettere di respirare per
sempre. Voglio vibrare nel vento ed emettere un suono profondo come
l’Universo. Posso finalmente smettere di chiedere approvazione o
consenso. Sono una bestia unica, nessuno mi può commisurare. Posso
finalmente sbagliarmi del tutto. Sono colpevole soltanto nei
confronti di me stesso. Posso infine fallire totalmente. Sono di
passaggio e non ho intenzione di restare." M. S.