1987
Dopo aver affrontato un argomento "pruriginoso" e prometto di tornarci considerando i motivi che possono stare dietro certe pratiche, ma anche quanto la demonizzazione stavolga la realtà o addirittura spinga agli estremi, torno al mio solito e leggero escursus sulla musica che ha attraversato la mia vita da quando ho acquisito un gusto musicale, molta è stata la musica che ho apprezzato come altrettanta è stata quella che ho subito.
Ma si sa, spesso la musica che ascoltiamo è volontà dei produttori, che stanno a cavallo tra il proporre quello che loro ritengono la cosa più redditizia e l'imposizione di determinati gusti.
Continuano questi anni 80, la musica italiana oramai è qualche cosa di strano, da una parte la continua riproposizione di musica stantia, con artisti oramai attempati e incapaci di rinnovarsi, nel mezzo la musica diremmo di provocazione, ma anche questa oramai rinchiusa in cliquè stereotipati e infine la musica delle etichette indipendenti espressione spesso del fenomeno dei centri sociali, che coprono sempre più le pagine dei giornali tra approvazioni e condanne.
Tale varietà di gusti è espressa anche nelle hit di quegli anni, i singoli, oramai espressione di quello che trasmettono le radio (su spinta delle case discografiche) cioè musica stantia, gli album espressione di quella voglia di uscire dagli schemi, ma senza volerlo veramente, ai primi posti ci sono Zucchero, Vasco Rossi e un polemico Celentano, e infine un mercato altrettanto importante ma di sottobosco quello delle etichette indipendenti che vendono soprattutto ai concerti e fuori dai canali ufficiali.
Cosa scegliere come esempio di quegli anni?
Facciamo una sintesi, un tormentone nazionalpopolare in inglese e che fu persino censurato per il video.
Dopotutto l'Italia rimane la regina della musica da discoteca!!