Libero

bluaquilegia

  • Donna
  • 55
  • alle spalle, montagne
Gemelli

Mi trovi anche qui

ultimo accesso: 26 aprile

Profilo BACHECA 73

bluaquilegia più di un mese fa

Non si tocchi Caino 


 


 

Guardami –
non prometto niente di buono.
Sono messo qui a dirti qualche cosa
che non capisci bene –

Io sono la prima profezia.
La profezia che porto nella carne
è questa: calpesterai ciò che ami.
Molto vicino, intorno
e dentro te – ciò che ti fa vivo
lo massacrerai.

La profezia è questa:
ti butterai in un agire furioso
fino alla rovina.

Dopo non so. Non so.
Non so cos’altro covi.

Io sono Caino. Non sono l’antenato
non abito un passato favoloso
non sono la pagina di un libro
io non sono il reietto
il primo mal riuscito che s’accantona e si perde
una manovra sbagliata della creazione
io non sono
una patologia malata.

Non sono la favola stantia
di due fratelli nello scenario vuoto
del principio. Io vivo adesso
dentro ogni umano, e lo strattono
fino all’insolenza, fino al delitto
a volte.

Sono il tuo infecondo, il secco, la desolata riva
da cui guardi la terra fertile degli altri,
il loro stare bene e te ne duoli, ti rodi,
la più sterile riva
su cui piombi stremato, a volte.

Sono io il mistero
del male che ti attrae
e con cui ti batti. Sempre.

 

Mariangela Gualtieri, Caino 

Ti piace?
2
bluaquilegia 01 aprile

lettere particolari

 

 

 

Dear,

 

 

best regards.

ep

 

 

 

all the world is green... Tom Waits  (from so Far).

 

 

 

Ti piace?
4
bluaquilegia 29 marzo

Wallace Stevens

della superficie delle cose,1923

 


 

I

Nella mia stanza, il mondo è oltre la mia comprensione;
ma quando cammino vedo che consiste
in tre o quattro colline e una nuvola.

II

Dal mio balcone, studio l'aria gialla,
leggendo dove ho scritto
«La primavera è come una bella donna che si spoglia».

III

L'albero d'oro è blu.
Il cantore si è messo il mantello sulla testa.
La luna è nelle pieghe del suo mantello.


 

Ti piace?
2
bluaquilegia 24 marzo

Matsuo Basho
 

È primavera:
tenue nebbia
su una montagna senza nome

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ti piace?
2
bluaquilegia 23 marzo

Giorgio Manganelli 
 

 

 Ecco, diciamo che sta piovendo. Non fa freddo. L’acqua vi circonda con cura, non aggressiva, ma pervasiva. Una buona pioggia, professionale, seria. Il paesaggio è morbido, lene, pensoso. Pascoli, campi di avena, qualche boschetto dipinto dei colori giusti. Sotto la pioggia, mucche senza ombrello, tranquille, irrestringibili. Potrete anche vedere maiali che brucano.

 

 

 

nota apodittica

 

questo è un poeta ed è questa poesia.
far sì che si sentano gocce fresche di pioggia scorrere addosso 

in questa siccità, meteorologica e umana.

 

 

 

Ti piace?
2
bluaquilegia 20 marzo


tra spleen e saudade si celebri pure questo equinozio. 

 

Ti piace?
2
bluaquilegia 19 marzo


"Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati."

 

Philiph Roth

 

 

 

 

 

 

 

STARDUST... 

 

 

 

Ti piace?
1
bluaquilegia 17 marzo

The God Called Poetry

Soltanto ora comincio a comprendere,

in queste notti, seduto a fare rime,

la forma e la misura di quel vasto

Dio che chiamiamo Poesia, che s’inchina

e salta attraverso cerchi di carta

ogni volta più in alto.

Mi piace pensare che diventerò

un grillo canterino o una cavalletta

che fa prodigiosi salti in aria

mentre le folle sbalordite, intorno,

mi fissano, e io canto, sempre più audace

fino a volare sulla spalla del mio padrone

frusciando tra i suoi folti capelli.

Più vecchio dei mari

più antico di pianure e colline

ancestrale come la luce che svasa

dalle ruote bollenti del sole.

Scuote la tempesta che strappa gli alberi

canta sopra i davanzali.

Ti ruggisce contro, oppure tuba,

grida e urla quando l’inferno scotta

cavalcando il suo guscio, spara.

Ti abbatte e ti soccorre

dove lo cerchi, non c’è.

Oggi, ad esempio, ha due teste

come Giano – calmo, benevolo, esatto;

e poi cruento, crudo: la barba dilaga

da parte a parte: dio smisurato

che spadroneggia su ogni ora;

stringe gli amanti nel bacio

sottrae il sole al temporale

tuono e odio gli appartengono

egli è il , è il no.

La barba nera mi parla, ha detto

“Benché l’uomo sia fragile

grida, schiocca la frusta, sii forte!

Infine, ti obbediranno:

collina e campo, fiume e palude

ti obbediranno, capriole e salti

al terrore della tua frusta

s’inchinano sotto il fragore della tua rabbia”.

La barba pallida mi parla, ha detto

“Vero: un premio si approssima

ma canta e ridi e corri ignaro

nel triangolo d’aria della pianura

tuffati nelle mie acque, bevi il mio sole

definisci con parole nude le mie creature;

ti verranno dietro

piene di grazia, senza dubbio né dolore”.

Parlò, infine, la sua doppia testa

il glorioso mostro terrificante

“Io sono il  e il no

nero come la pece – bianco come la neve

amami – odiami – ricongiungimi

odio nell’amore – perfetto nella viltà

giustizia equanime è fatta

vita condivisa tra luna e sole

la natura ti maledice – ti sorride

dacché sei poeta, figlio mio”.


Robert Graves

 

 


 

nota verde della giada in petto:

 

inondo di bellezza questo momento non qualificabile. ristabilisco in ogni istante il mio equilibrio. 
abbiate cura della bellezza che esplode dentro, rinfocolatela, espandetela, traboccate. 

ep 

Ti piace?
2
bluaquilegia 14 marzo

 

OSCURATO


il potere delle chiavi.
La zanna governa,
dai resti del cretaceo,
contro l’attimo
mondiale.


PAUL CELAN 

 

 

 

 

 

 

 

Ti piace?
3
bluaquilegia più di un mese fa

24 febbraio 2022

 

l’odore dei guanti di pelle di mamma, delle tonalità lilla, beige, salvia, ma pure bianchi candidi, neri lucidi.

lo shampoo, nella boccetta di vetro, di papà, con il tappo nero, dal profumo fastidiosamente attraente.

trascrivo questi due ricordi, di me, con occhi di velluto scuro capaci di assorbire concetti, modi, idee, in totale fiducia, confidando ciecamente nel mondo piccolo.

 

ora, in questo tempo in cui non voglio né potrei credere in qualcosa, per apparenze e maschere sovrapposte, con gli stessi occhi scuri di velluto, più vecchi, più vigili, disposti a meraviglia e schifo, mi sento in un romanzo di Bernhard. 

ho sempre scelto io, con i miei occhi, sbagliando, cambiando, spogliando o agghindando. 

oggi vedo questo momento di storia di cui, malgrado tutto, osservo il contenuto visibile e, inesorabilmente, l’infinito dell’uroboro si concretizza in testa.
la mia speranza non finisce. che non si impari mai nulla, assodato.

Ti piace?
3
, , , , , , , , , , , , ,