Non si tocchi Caino
Guardami –
non prometto niente di buono.
Sono messo qui a dirti qualche cosa
che non capisci bene –
Io sono la prima profezia.
La profezia che porto nella carne
è questa: calpesterai ciò che ami.
Molto vicino, intorno
e dentro te – ciò che ti fa vivo
lo massacrerai.
La profezia è questa:
ti butterai in un agire furioso
fino alla rovina.
Dopo non so. Non so.
Non so cos’altro covi.
Io sono Caino. Non sono l’antenato
non abito un passato favoloso
non sono la pagina di un libro
io non sono il reietto
il primo mal riuscito che s’accantona e si perde
una manovra sbagliata della creazione
io non sono
una patologia malata.
Non sono la favola stantia
di due fratelli nello scenario vuoto
del principio. Io vivo adesso
dentro ogni umano, e lo strattono
fino all’insolenza, fino al delitto
a volte.
Sono il tuo infecondo, il secco, la desolata riva
da cui guardi la terra fertile degli altri,
il loro stare bene e te ne duoli, ti rodi,
la più sterile riva
su cui piombi stremato, a volte.
Sono io il mistero
del male che ti attrae
e con cui ti batti. Sempre.
Mariangela Gualtieri, Caino