Facciamoci coraggio ed affrontiamo l'ennesimo gastritico autunno, con tutto il suo ampio, ingombrante corredo:
i colori della natura, gli odori nell'aria, gli ultimi tepori solari, l'umidità tanto gradita a funghi e muffe e licheni.. i repentini passaggi dai quindici ai trentacinque gradi, le infreddature, i colpi di freddo, di caldo, quelli al cuore, i colpi di schioppo per le campagne, ove, sì, si caccia, i colpi della strega e quelli di testa. Così, mentre i poeti si preparano ad ingozzarsi di tristezza-melancolia-malinconia da spleen così da produrre versi e versi e ancora versi, come le api, il miele, noi, stoicamente, graniticamente, guardiamo avanti, cercando di resistere anche stavolta.
In fondo al tunnel autunnale, quando i vini la pianteranno di gorgogliare fermentando, quandi i moscerini a nubi saranno finalmente stecchiti, quando la calviniana buccia di fico sarà definitivamente scomparsa dal marciapiede, allora, solo allora, ci sarà lo splendido feroce inverno.
Ma dal 22 non resterà che piegarsi ai toni delle fogli morte...
un caro saluto.
e