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claudia.simon

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Mi descrivo

puo' darsi....magari un altro giorno

Su di me

Situazione sentimentale

sposato/a

Lingue conosciute

-

I miei pregi

molti

I miei difetti

pochi

Amo & Odio

Tre cose che amo

  1. complicita'...il rumore della pioggia...
  2. il silenzio della notte...
  3. gli animali.

Tre cose che odio

  1. gli uomini che si sentono forti e arroganti
  2. la differenza di rispetto,di trattamento ....
  3. l'appartenenza ad un gruppo ideologico..politico

I miei interessi

Vacanze Ok!

  • Prendo l'auto e parto

Vacanze Ko!

  • Spirituale
  • Passioni

    • Musica
    • Lettura
    • Teatro

    Musica

    • Jazz

    Cucina

    • Piatti italiani

    Libri

    • Gialli
    • Biografie

    Sport

    • Bike

    Film

    • Horror
    • Drammatico

    Libro preferito

    l\'eleganza del riccio...il miglio verde...il silenzio degli innocenti..

    Meta dei sogni

    Scandinavia, Irlanda e Scozia

    Film preferito

    non ti muovere...eyes wide shut...la vita e\' bella..sette anime...

    "DONNE IN RINASCITA" DI JACK FOLLA

    Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta. Che uno dice: è finita. No, finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti da la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola. Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
    Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s’infiltri nella tua vita. Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane. Sei stanca: c’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
    Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: “Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così”. E il cielo si abbassa di un altro palmo.

    Oppure con quel ragazzo che ami alla follia. In quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima; ed è passato tanto tempo, ce ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
    Comunque sia andata, ora sei qui e so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine. Ed è stata crisi. E hai pianto. Dio quanto piangete! Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance? E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze! Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. “Perché faccio così? Com’è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?” Se lo sono chiesto tutte.
    E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli. Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? È da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.

    Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te. Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa. Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente. Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel. Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.
    È un’avventura, ricostruire se stesse. La più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli. Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori, o con un fresco ricciolo. Perché tutti devono capire e vedere: “Attenti: il cantiere è aperto. Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse”.
    Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia. Per chi la incontra e per se stessa. È la primavera a novembre. Quando meno te l’aspetti.

    JACK FOLLA

    Secondo me la donna

    di Gaber - Luporini




    Secondo me all'inizio c'è sempre una donna.
    Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo...
    Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
    Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell'amore.
    Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un uomo... rincoglionisce.
    Secondo me in un salotto quando non c'è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c'è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
    Secondo me un uomo che si vanta di iniziare le donne ai piaceri dell'amore è come il turista che mostra alla guida le bellezze della città.
    Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine "sfigata".
    Secondo me un uomo che dice di una donna "quella lì la dà via" meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
    Secondo me una donna che fa l'amore per interesse è una puttana. Se lo fa invece perché le piace è... non c'è la parola.
    Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l'amore "Come con te con nessuno" andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
    Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi... forse una proiezione, un'immagine, un sogno. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano piu'.

    Secondo me il primo maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Però io, se fossi stato Dio, non so se la donna l'avrei firmata.
    Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: 'Eh già, lui si difende... ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente... oppure si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione...' Il fatto che lei possa non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
    Donna, l'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
    Donna, il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe.
    Donna, femina maliarda. L'ha detto Shakespeare.
    Donna, sei tutta la mia vita. L'ha detto un mio amico ginecologo.
    Secondo me una donna che oggi fa la madre di famiglia e rinuncia a lavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di lavorare e di fare la madre di famiglia… sbaglia. Sbaglia comunque. L'uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve fare. Forse è per questo che è così intronato. O forse anche per qualche altra ragione...


    Giorgio Gaber, la straordinarietà di essere unico

    thumb_gaberAlcuni anni fa, si spegneva Giorgio Gaber. La sua timidezza, la sua riservatezza e il fatto che fosse un uomo molto affascinante, lo rendevano un artista unico.

    Aveva avuto la forza e la volontà, oltre a un naturale coraggio, di lasciare gli spettacoli televisivi per intraprendere una strada da solo, con la sua musica, i suoi testi e la collaborazione, di Sandro Luporini. Solo, nei teatri a dire la sua, a mandare a quel paese destra e sinistra, a parlare della vita, di sentimenti, di uomini e donne, di politica. Le sue parole e le sue musiche rimarranno immortali, come sempre accade ai veri artisti, che se ne fottono dei clientelismi e dei leccaculo. Tanti sono stati i suoi spettacoli di “teatro-canzone” e tanti sono i suoi testi indimenticabili. Citiamo a caso: “Far finta di essere sani”, “Destra e sinistra”, “Dilemma”, “Qualcuno era comunista” e tanti altri. Tutti coinvolgenti, mai banali, dotati di un guizzo, sempre, anche i più semplici.  Voglio  ricordare Gaber al di fuori dal coro e dalle date prestabilite per salutarlo, con sempre più ammirazione. Grazie Giorgio, quando ti ascoltiamo ci commuoviamo e ci capita sempre più di rado in questa società leggera e insipida.

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