Per costruire bisogna essere abili, per ricostruire bisogna essere davvero bravi!
Profilo BACHECA 111
La vita di ognuno è regolata da una specie di orologio: miliardi di lancette puntate su orari diversi.
Perdiamo qualcosa di noi stessi ogni giorno: l'immagine di un volto, l'oggetto di una conversazione, il dettaglio di un momento vissuto. Eppure il cuore non dimentica.
Ci sono buchi che non puoi riempire.
Che resteranno lì per sempre, neri e profondi.
Però, se vorrai, potrai costruirci una vita intorno. Come ricresce l'erba sul bordo dei crateri. Come si possono ornare i pozzi con i vasi di fiori.
da "Cuore nero" di Silvia Avallone
A volte, come ruminanti, torniamo col pensiero ad eventi passati. Riconsideriamo gesti, parole, perfino le condizioni ambientali in cui qualcosa è accaduto. Il più delle volte lo facciamo alla ricerca di un senso, di una spiegazione razionale, perché ammettere la casualità o anche solo il dominio dell'emotività sulle nostre azioni, spaventa.
In fondo passiamo la vita a cercare un senso a ciò che semplicemente non lo ha.
Il sogno di volare, sia pure declinato in forme diverse, ha accomunato e continua ad accomunare tante persone. Fin da piccoli, il tappeto volante delle fiabe o la slitta di Babbo Natale hanno acceso l'immaginazione di tanti, mescolando l'eccitazione dell'ignoto alla paura di cadere. Credo che questa attrazione non dipenda soltanto dalla possibilità, altrimenti preclusa, di osservare la realtà da un diverso punto di vista, ma anche e forse soprattutto dall'opportunità di sfiorare le cose con leggerezza, di svincolarsi, almeno una volta, dal peso di ciò che quotidianamente ci avvince al suolo. Il sogno di volare, allora, è la sublimazione dell'aspirazione alla libertà.
Il più delle volte, nella vita, ci troviamo ad inseguire un'idea dell'amore, un archetipo di quel sentimento, che esiste solo nella nostra mente ed è il risultato di tanti fattori concomitanti: l'educazione ricevuta, la formazione culturale, l'esperienza di vita sociale e familiare e forse anche una componente genetica!
Quale che sia il percorso seguito, resta il fatto che quel modello tendiamo a proiettarlo verso l'esterno, facendolo indossare di volta in volta a chi abbiamo scelto di amare per un capriccio, il colore dei capelli, il sorriso, la forma delle mani, una qualche affinità elettiva.
Inconsciamente quindi operiamo ogni volta una idealizzazione, guardando la persona amata non per quello che realmente è, ma per quello che desideriamo fosse.
Con il passare degli anni, ho capito che le prospettive si appiattiscono. Tutto sommato non è sorprendente. Quale che sia la dimensione presa a riferimento, spazio o tempo, l'intervallo disponibile per sviluppare il proprio futuro si riduce e con esso le aspettative, i sogni, i progetti. Così, ad un tratto, ci si accorge di vivere un eterno presente, oppressivo con la sua pedante routine quotidiana. È in quel momento, per lo più ricorrente con ciclicità, che ci si aggrappa come naufraghi ad una speranza, anche se fin dall'inizio sappiamo che, prima o poi, rivelerà la sua natura illusoria.