La vita diventa tollerabile solo quando cade la notte ,quando la notte è dappertutto,quando è tutta tagliuzzata ,allora la realtà si sgretola diventando una polvere pepata. Mi adagio in una immonda rassegnazione ,ogni giorno maturo una marcescenza ,il vento fa calare le nuvole e fa sparire i giorni,nell'aria non c'è che una scintillante agonia e vapori danzanti. Mi impegno in disperanti occupazioni, sono seduto su un pezzo di sole.Vivo con formidabile rassegnazione ,raduno le mie incoerenze ,spio il susseguirsi dei giorni che si offrono in una luce senza scampo.Sciabordo contro il destino, pezzi di notte diventano isterici, il cielo si pavoneggia di uno scarlatto delirante ,il tramonto è un mostruoso assassino di sole i cui colori cadono a brandelli.
Profilo BACHECA 287
Ogni mia parola suona estranea,sembra lo scarabocchio di un folle,parlo solo per le mie orecchie.Insegno agli uomini a volare ,mi rivolgo a coloro per cui è pesante la terra e la vita: solo chi diventa leggero ama se stesso.Per esistere imparo ad avere un guscio e una cecità intelligente.La ragione mente a proposito dell'anima,sono nemico di tutto quanto è sangue e carne ,non voglio abitare dove gli uomini sbavano e sputano,dove gli uomini si trasformano in bestie malvagie o cattivi domatori.Ho imparato l'arte di attendere me stesso ,i miei occhi dilagano su remote lontananze ,chiedo malvolentieri la strada preferisco perdermi da solo:ogni mio cammino è un interrogativo, alla fine mi accorgo che la strada per raggiungere la meta che mi sono prefisso non esiste.
Ho chiuso ogni lato della mia esistenza ,i muri di questa stanza sono bare:non mi resta che il passato, non mi resta che da espiare la mia indegnità.Sono assorbito dai fanghi della vita, mi arresto ai bordi dell'esistenza ,sono affascinato da solitudini inviolate.Ho la incosciente pretesa di respirare eppure ne ho abbastanza della vita.La luce sfrigolante di questo tramonto mi abbaglia, non faccio che ripetermi: fai in fretta a marcire! Ogni mattino mi avvolge lo sdegno dell'ennesimo risveglio,la paura è la sola cosa di cui ho bisogno per togliermi d'impiccio nella vita.Affogo in una nebbia pastosa, sono un creatore di disillusioni.Contemplo la parte più spessa della notte così avverto tutte le complicità del silenzio.
Chioccia nelle profondità del mondo l'angosciante futilità degli esseri umani.
Non riesco a redimermi da tutto ciò che è umano, vivendo non faccio altro che ingoiare sputi velenosi.
Sto dalla parte della morte,vivo in un mondo di scimmie parlanti,la vita è un'immensa universale presa in giro.Ogni uomo è un mio fratello di spavento,quanto tempo deve ancora durare il mio delirio perché mi fermi stremato?Se dovessi uscire dalla mia tomba al mondo non riuscirei a controllare la nausea e un inaudito fastidio.Sono fuoco e rumore diventerò cenere e silenzio.In questa enorme notte fatta di una spessa oscurità niente è fatto per durare,nel tessuto del vivente niente arriva al dunque ,ogni giorno faccio finta che la vita continua.Trasporto sacchi riempiti di notte ,se parlassi d'avvenire sarei un cialtrone è l'adesso che conta:invocare i posteri è parlare ai vermi. Contemplo questo muro imbiancato di luna ,non è poi così difficile sbarazzarsi di se stesso.Ogni slancio che fa il mio cuore mi è indigesto.Sono schiacciato dalla sferza delle emozioni,per essere dalla parte giusta della vita sto nella mia verità fino in fondo: l'esistenza è una agonia differita, è una avventura misticamente anatomica.La vita è una cosa spaventosa anche quando è addomesticata,è attraversare una malinconica e fiduciosa inquietudine .
Sciamo ingobbito su piedi coraggiosi, striscio verso la mia croce ,la solitudine è la mia patria, ho per unici compagni i cadaveri di questo cimitero,ficco la mia testa nel fondo della notte,imparo la paura,predico la malinconia,grugnisco che là dove non è più possibile amare bisogna passare oltre.
Vivo come un fiume che rifluisce alla sorgente,lo strepito del mio silenzio stende un manto sui miei pensieri,i miei occhi inceneriscono il mondo,la mia non è una felicità di mosche essa spumeggia nella solitudine .Sono maestro di rassegnazione ,il ticchettio del tempo mi manda in briciole,il Nulla è una ragnatela sulla quale mi impigno.Ogni mio volere si compie a metà,corro là dove il vento si ferma,la mia felicità ride rannicchiata al sole di questo maligno mattino,il suo luminoso silenzio è l'origine di tutte le cose che danzano sulla mia esistenza.Precipito nel fondo di me stesso,nel profondo della mia ultima volontà.Lascio che il caso mi travolga,sono intirizzito dal gelo della Verità.
Tutto è in cammino, ogni luce si fa inquieta.Il mio passato spacca i suoi sepolcri e certe sofferenze sepolte vive si risvegliano.Mi getto in un baratro di luce ,si levano le piovigginose nebbie della costrizione e della assenza di scopo.Dico un "no" immenso ed illimitato a questi uomini a metà che giacciono in fondo ad un baratro senza cielo.Sosto sotto una campana azzurra ,restituisco senso a tutte le cose notando che non c'è una volontà eterna.Un germe di saggezza è sparso tra stella e stella mentre ogni cosa danza sui piedi del caso :così si fa profondo il mondo.
Le mie parole più silenziose sono quelle che portano tempesta,per vedere molto non distolgo lo sguardo da me stesso,non c'è mostro che non mi sia venuto voglia di accarezzare così si rompe il ghiaccio intorno al mio cuore.Sono lieto alla luce del crepuscolo,i pensieri sono gocce di piombo nel mio cervello.Sopporto ogni pensiero abissale:ogni cosa giusta mente,anche la Verità è ricurva.L'eternità è alle mie spalle,tutto è già esistito,ogni cosa eterna mi bisbiglia ironicamente,ride di me.