Voglio raccontare a Mauri che esattamente 25 anni fa, il 28 Febbraio 2000, Elisa partiva da Torino per Karlsruhe: era stata assunta dal Forschungszentrum Karlsruhe a partire dal 1 Marzo.
Era anno bisestile e partì con un giorno di anticipo. Era una giornata invernale grigia e a tratti piovosa. La aspettavano il suo supervisore e il proprietario della casa che avrebbe affittato, i quali già conosceva. Era il suo primo viaggio in auto così lungo, 630 km in tre Paesi e il secondo in assoluto in Germania. Non parlava ancora Tedesco, solo qualche parola, e aveva difficoltà a pronunciare "auf wie - der - se- hen". Da pochi giorni era proprietaria di una Fiat Panda 1000 fire "Shopping" di colore verde smeraldo con 54000 km, che suo padre aveva comprato 8 anni prima e la aveva regalata a lei, perché da quel momento ne avrebbe avuto bisogno. Aveva fatto mettere nuovi pneumatici, più larghi di quelli di serie e credo che fossero i Continental. Una delle ultime Euro 0 prodotte dalla Fiat, 33kW, non aveva alcun sistema di sicurezza e neanche una presa accendisigari: ma arrivava a 140 km/h in autostrada.
Allora l'euro fisico non c'era ancora e Elisa aveva con sé dei marchi tedeschi per pagare la cauzione e l'affitto della casa in contanti, perché il conto bancario a Karlsruhe non lo aveva ancora aperto.
Il viaggio non fu facile. Elisa dovette prima andare a casa dei suoi genitori, perché avevano voluto che l'auto rimanesse nel loro garage quella notte dato che era stracarica. Poi sbagliò l'autostrada due volte prendendo la A4 verso Milano invece che la A5 verso Aosta: uscì e rientrò di nuovo nel verso sbagliato! Era la prima volta che saliva sul Gran San Bernardo a 1900 metri di quota per 40 km, non era abituata a quegli strapiombi, e guidava poi in Svizzera francese (Martigny, lago di Losanna) poi tedesca (Berna, Friburgo, Basilea) e poi in Germania (Friburgo in Brisgovia) verso Francoforte, tutti posti meravigliosi. La segnaletica era molto diversa e la confondeva. Anche a Basilea rischiò di uscire dall'autostrada, c'era traffico ed era già notte: quello fu il momento peggiore. Non c'era il navigatore allora e pochi avevano il cellulare, lei non lo aveva.
Caro Mauri quel percorso era il "passaggio ad ovest" di Elisa!
Arrivò finalmente a Karlsruhe che pioveva: entrando in città da sud girò a destra verso la campagna invece che a sinistra. Infine arrivò a casa del suo supervisore, il quale le aveva prenotato una camera in un residence perché il proprietario della casa si era stancato di aspettare.
Arrivata nel residence, scese in strada, entrò in una cabina telefonica gialla della Deutsche Telekom lì sotto am Mühlbürger Tor, inserì delle monete (sembra incredibile ora!!!) e telefonò ai suoi genitori: rispose suo padre.

Chissà quanto si era preoccupato per tutta la giornata, ma Elisa non se ne rendeva conto allora. Le chiese se guadagnava abbastanza per vivere e la domanda le sembrò surreale.
Di quel viaggio non c'è una singola foto, ma eccone una di Mühlbürger Tor scattata nell'estate del 2022 insieme a Mauri, con il residence di quella sera sulla destra:

La cabina gialla era dalla parte opposta della piazza. Elisa era arrivata in un bel posto con la sua piccola Panda.
.....
E ieri Elisa ha iniziato a leggere la biografia di un'altra donna di 15 anni più anziana, che nei primi anni dopo la laurea aveva un posto simile a quello di Elisa e continuò e divenne poi Cancelliera di un Paese straniero per lei nella giovinezza, ma era sposata. Aprendolo a caso, in quella pagina lei parlava di quando si era innamorata del suo secondo marito, che era un suo collega, ma erano entrambi divorziati.
Data la circostanza e la ricorrenza, Elisa non ha potuto far a meno di ricordare quando lei era nello stesso mondo di quell'altra donna, più a sudovest, più vicino alla Francia e all'Italia. Però lei non ha - o non più - alcuna foto. Non ne fece, perché non aveva una macchina fotografica e le poche foto che altri le scattarono (ce ne era una bellissima dell'IEA Beryllium Workshop del 2003, in cui lei era l'unica donna vestita di beige tra tutti uomini vestiti di colore scuro e una del suo esame di dottorato nel 2004 con il cappello) non le ha più.
Caro Mauri, oggi non partiamo come 25 anni fa per Karlsruhe con la Panda di papà. Mi dispiace tanto! Abbiamo ora un cellulare che funziona in Svizzera e Germania esattamente come in Italia, peccato!
"Perché?" Perché oggi non è un giorno di pioggia, per esempio. Perché nessuno ci aspetta, non abbiamo preso impegni con nessuno. Poi perché la Panda è ancora in restauro: è rimasta ferma per 12 anni, tutti volevano rottamarla poverina.
"E quando torna?" chiede Mauri. Non essere impaziente gorillino mio, le manca solo più una cintura di sicurezza: intanto possiamo continuare a leggere il libro insieme e Elisa ricorderà tante altre cose e te le racconta.
Quando l'auto torna, le faremo la festa! È la nostra auto ora, mia e del mio Mauri, oltre che di mio padre. Una meravigliosa auto d'epoca che rappresenta Torino e il vicino mercato comune tedesco e può ancora circolare dovunque. Racconteremo la sua lunga storia multinazionale...che era quella di mio padre e della sua famiglia dapprima, poi la mia e da tre anni anche quella del mio gorillino.
Eccoli mentre l'auto era in attesa di restauro:

"La Panda farà ancora quel viaggio, il passaggio ad ovest?" Non lo sappiamo, gorillino mio, ma dopo un quarto di secolo quel percorso è rimasto uguale, come fu costruito negli anni '60. Certe cose, particolarmente solide, non cambiano. La Panda è uguale e anche io.
Nel 2005 Elisa intendeva sostituire la Panda con una Mercedes classe C 220 cdi di colore azzurro, il meritatissimo regalo di Elisa a se stessa per il suo dottorato, prodotta nel vicino stabilimento: un investimento locale, robustissimo, contro la crisi economica. L' auto la convinceva assolutamente. Ma stavano cancellando il posto di Elisa e lei non sapeva dei sussidi che le sarebbero spettati. I suoi genitori, non generosi, non offrirono un contributo e neanche una promessa di aiuto - e lei non se la sentì di spendere tutto quel denaro. Fu un errore: Elisa doveva essere più ottimista e non apparire più povera di quello che era. Invece accettò l'auto del 1990 di suo nonno, che a 85 anni non aveva più ottenuto il rinnovo della patente, anche perché aveva solo 43000 km e le permetteva di ridurre i costi dell'assicurazione di parecchio: auto molto confortevole. Non comprò più un' auto. I suoi non generosi genitori si offrirono - troppo tardi! - di comprargliene una da 10000 EUR (un terzo di quello che voleva spendere lei), ma non le serviva più: i 10000 EUR dovevano darglieli nel 2005 se volevano aiutarla, più tardi era solo un regalino inutile ad una minorenne media. Forse non volevano che la figlia fosse un adulto competitivo e più abbiente di loro, come doveva.
Per questo Elisa non sa se farebbe salire in auto uno dei suoi genitori se lo vedesse camminare sotto la pioggia e lei avesse un posto libero: non senza una spiegazione. Le persone vanno trattate come meritano. In Italia i figli sono a carico di entrambi i genitori, sono i genitori tenuti ad aggiungere del denaro se i figli hanno bisogno, perché per giusto motivo non è stato organizzato un sistema sociale per gli adulti di tipo tedesco. Proprio questo porta i Tedeschi a non capire come certi Italiani non! approfittatori si comportano con il denaro e la famiglia e a discriminarli.
In cambio ovviamente i figli difenderanno i genitori quando sono anziani. In realtà si difendono insieme tutta la vita.
"E tu che non hai figli?" E me ne dispiaccio: ne volevo solo uno e me lo hanno rubato degli aggressivi che ne avevano troppi, per primo il mio ultimo superiore. Io devo difendere il mio Maurino e non lo abbandonerò mai. "Ma devi fare molta attenzione a non pagare più tu i figli di altri".