Hai mai visto un'anima?
Fa un brillio lieve, è aura in controluce. La colgo nel tempo di esposizione in cui diviene rarefatta. Elicoidale è fatua all'aria finché s'apprende e diventa bolla e ancora superandosi esplode opalescente.
E ho creduto di vedere la tua sul tuo omero sinistro, seduto sul divano, quando chiamandoti per nome, hai alzato gli occhi un po' trasecolato e in quel solo e unico sorriso ti sei appoggiato, per soffiarci dentro solo un "Che c'è?"...
Ma dagli occhi, Dio, mi eternavi amore. Eri uno sbuffo di luce e venivi giù felice da una ciglia.
Allora mi sono chiesta se l'anima è inscindibile dalla pelle fino a quando l'ama...
Forse può separarsene solo all'atto del dirsi più pura e più matura, divenuta dirompente, ben altro dal corpo, come uno strato di cuoio sopra la bambagia o di filo spinato sulla spuma dell'onda.
Eppure ci separiamo per istanti brevi dall'anima per pura legge di meccanica io e te. Ci dividiamo chirurgici sui baci, tagliati per metà, concavi e convessi solo per attraversarci.
Siamo onfali d'afflati e rigagnoli d'ambrosia e briciole di sogni sulle labbra. Due grumi d'anime efflussi via dai corpi e dagli amplessi.
Ma dai tuoi occhi ti sei reso incomprimibile, in uno stato di purezza.
La tua anima è solo un lapillo di luce appena sotto pelle. Sei uno strappo di cuoio fino alla bambagia.
Made