Mi descrivo
"La femmina della specie umana non è soltanto l'unica preda di tutto il regno animale che non disdegna di essere cacciata dall'uomo, ma anche l'unica la cui sfrontatezza arrivi a tal punto da provocare il cacciatore."
Sui Monti Nevosi c'era un cacciatore che metteva le trappole per le
volpi. Un mattino trovò una volpe, dal pelo chiaro, con la zampa
stretta nella morsa. - Lasciami andare - disse la volpe. - Ho tre
cuccioli nella tana e devo nutrirli. Ti prometto che, appena
saranno capaci di cavarsela da soli, tornerò e potrai prenderti la
mia pelliccia. Il cacciatore la liberò e la volpe se ne andò
zoppicando. Passarono i mesi: il cacciatore non pensava più alla
volpe e quando ci pensava diceva: - E’ stata furba, quella! E
sciocco io a crederle! - Venne l'inverno. Il cacciatore si mise a
spaccar legna, ma gli sfuggì la scure dalle mani gelate e lo ferì
alla gamba. Cadde per terra, poi riuscì a trascinarsi in casa, ma
non poteva muoversi. Il freddo era tanto e non c'era cibo. - Morirò
tra due o tre giorni - , pensò. Ma nel pomeriggio la porta si aprì
e il muso della volpe si fece vedere. La volpe lo guardo e se ne
andò. Meno di un'ora dopo, ritornò con i cuccioli, ormai grandi. Si
sdraiano attorno al cacciatore e lo scaldarono, mentre la madre
andava nel bosco a cercare radici bacche e noci e le portava nella
casa.Così, caldo e sfamato, il cacciatore guarì. Le tre volpi
giovani andarono via di corsa e la volpe disse: - Ora puoi prendere
la mia pelliccia. Ma il cacciatore le diede una carezza e la lasciò
correre nella foresta.