“… Voglio pensare al cuore che hai mentre danzi, e scavi le braccia e il capo sollevi come a donarti intera all’aria. Quel cuore io cerco; con esso raggiungerai il gesto preciso che ti farà alta nell’arte che ami, e per la quale, come me, consumi ogni fuoco. Ma come sei distante nel tempo! Mi pare talvolta, e lo temo fino all’angoscia nella mia solitudine di uomo, che tu possa scomparire come sei apparsa improvvisamente quella sera con un po’ di fuoco nei capelli e sulla fronte. Penso anche che andrai ora dove non posso vederti, ancora più distaccata da me. La memoria mi aiuterà a soffrire ancor più; perché in fondo noi siamo della razza di coloro che hanno per legge questa assidua pena di cercare armonia conquistando il dolore”.
Salvatore Quasimodo, Lettere d’amore