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Diario di battaglia del Guerriero della Luce

Il Guerriero della Luce osserva il fabbro che, con il martello, dà forma al ferro. Ma sa che, se quel fabbro è un filosofo, egli sta dando forma a se stesso; e se è un Maestro, sta dando forma all'Universo. 

Il tempo fuori dal tempo è l'oggetto che il Guerriero della Luce percepisce quando sa che egli è sempre stato e sempre sarà unicamente quello che è, qui e ora. In ogni attimo egli è tutto se stesso, poichè egli non è acqua, ma il suo scorrere; non è fuoco, ma il suo bruciare; non è aria, ma il suo aleggiare. Non è terra, ma l'nseminazione che la feconda. Poichè l'uomo ha un tempo, ma non l'Umanità.

In certi momenti, il Guerriero della Luce ha la vittoria in pugno. E allora comprende come possa essere vicina la sconfitta.

La Magia del Guerriero della Luce è nell'essere il vivente che è fuori di lui. E nel riconoscere che il vivente fuori di lui è se stesso. E nel sapere che il vivente che è fuori di lui lo contiene. E infine, nell'essere il vivente che è anche lui. Per questo sarà ferito dal suo stesso fendente a ogni battaglia.

La realtà si presenta al Guerriero della Luce in una continua mutevolezza. Ciclicamente come il cammino degli astri, che si ripresentano ai suoi occhi a intervalli regolari e diversi tra loro. Al tramonto di una realtà, ne sorge un'altra, del tutto diversa per tonalità e per possibilità offerte. Se egli stava lavorando sulla prima, dovrà attendere il suo risorgere, per concludere il suo lavoro; e intanto si occuperà della nuova. Ma per il Guerriero della Luce, nessun astro tramonta o sorge, che non lo faccia dentro di lui come fuori. Talvolta è il suo cuore a tramontare, talvolta la sua mente. Ma non c'è percorso d'astri, né realtà vivente che non lo trascini come un fiume in piena. Il suo potere è nell'essere, alla fine, quel fiume.

Il Guerriero della Luce conosce l'arte di provare sentimenti. Quando è il momento egli li richiama e li usa per parlare con gli uomini, perchè il sentimento è un linguaggio, e l'amore è il pensiero che attraverso questo linguaggio si esprime. Ma il Guerriero della Luce ama il silenzio e parla solo se è necessario.

Il gesto del Guerriero della Luce non rimane senza risonanza. Quanto più lontano ne sarà udito il suono, tanto più ampia ne sarà la portata. Quindi il Guerriero sa quanta forza imprimere al suo gesto. È stato addestrato ad osare, ma anche a dosare. Talvolta egli è eccessivamente triste, o eccessivamente allegro. Eccessivamente rigoroso o severo... I suo amici dicono di lui che è "un eccesso". Quello che sembra un eccesso, è per lui il minimo indispensabile perchè la sua azione giunga sufficientemente lontano.

minimo indispensabile perchè la sua azione giunga sufficientemente lontano.

Il Guerriero della Luce fa del dubbio la certezza che lo guida. Se ha certezze, teme, perchè ha davanti a sé una strada sola. Il dubbio prevede almeno due possibilità , ed egli sa come incunearsi tra di loro per trovare la via giusta.

Quando i pensieri attraversano la sua mente, il Guerriero della Luce si domanda: "Di chi sono?". Egli è un mangiatore di nuvole, che sono i pensieri della gente, e li sa dunque riconoscere. Se, dopo averli esaminati uno ad uno, scopre che nessuno è il suo, egli si rallegra. Perchè il vuoto che occupa la sua mente ha origine ben oltre le nuvole.

Il Guerriero della Luce non pratica l'onestà, ma la Correttezza. Perchè l'onesto rispetta le leggi, il Corretto rispetta la Legge. La Correttezza è la lama della sua spada: fredda, tagliente, rigida. Essa non è discutibile, come invece l'onestà e la moralità. E l'uomo sociale ama discutere, ed emettere giudizi. Il Corretto non giudica mai: osserva non gli atti altrui né la loro causa, ma le loro conseguenze.

La persistenza del Guerriero della Luce, che viene chiamata "vita" dal mondo, è legata alla Presenza. Il filo che lo unisce alla Fonte ha termine nel suo cuore. Ogni assenza interrompe quel filo e lascia lo spazio per l'attacco dell'avversario. Il Guerriero della Luce sa che la sua persistenza è necessaria. Non teme di perderla, ma teme di farlo per la sua assenza colpevole.

Stare insieme con gli altri è per il Guerriero della Luce una necessità della sua funzione. Ciò comporta la partecipazione umana alle vicende altrui, la simpatia e un'umanità interamente vissuta. Per questo un Guerriero della Luce è sempre un uomo maturo. Egli ha passato la gioventù ad addestrarsi e non si è risparmiato. Ma, dopo che ha ricevuto le armi, non può più concedersi gli umani abbandoni: il sentimento costa troppo spesso il prezzo dell'assenza.

Chi ama il Guerriero della Luce avrà in cambio amore e sofferenza. Non capirà perchè lo ama tanto e perchè si senta così poco amato. È che l'amore del Guerriero della Luce è privo di sentimento.

Il compagno del Guerriero della Luce condivide i pericoli della sua funzione. Se è debole, perirà. Per questo il Guerriero della Luce spesso allontana dolorosamente coloro che ama: per salvarli.

Quando un compagno cade, il Guerriero della Luce sorride, e il compagno con lui. Non è successo niente, solo si dovrà lavorare di più. Alla fine, basta che ne arrivi uno solo.

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Come cavare acqua dal pozzo, è arte che il Guerriero della Luce ha dovuto imparare. Il complicato dipanarsi delle cavità nel ventre della terra, in cui quell'acqua scorre, è un intrigo che ha dovuto percorrere. Ora sa come trarre acqua restando sulla superficie della terra. Ma ricorda quanto sia buio, laggiù.

Quando i pensieri della gente sono troppi e il cielo si copre di grigio, il Guerriero della Luce sente qualche volta il desiderio di "andarsene". La sua fantasia è quella di addormentarsi cullato dalle onde del mare e di lasciarsi trasportare lontano, senza svegliarsi più.

Il Guerriero della Luce non si crede particolarmente coraggioso e non aspira a mostrare il suo coraggio. Sa che ci sono atti di coraggio dettati dalla vigliaccheria, e che ci sono atti di vigliaccheria dettati da un grande coraggio.

Il Guerriero della Luce ha passato lunghi anni cercando di capire cosa si nascondesse dentro di sè, ritenendosi un contenitore; ma è rimasto deluso, poichè si è scoperto un contenuto. Si è allora domandato a lungo che cosa si nascondesse fuori di sè, cercando di diventare "quello che è", e scoprendo con amarezza che si è sempre quello che non si sarebbe mai voluto essere. Poi ha cessato di cercare e di porsi domande.

Nessuna sconfitta è peggiore dell'impossibilità di combattere. Se l'avversario si dà alla fuga senza accettare il combattimento, la vittoria è sua. Questo sa il Guerriero della Luce. E che chi è tanto forte da non trovare avversari, non potrà mai dire di aver vinto.

L'ultimo straordinario atto di coraggio del Guerriero della Luce, è l'accettazione spietata della propria ordinarietà. Egli sa che l'unico progetto alla realizzazione del quale si è indispensabili, è quello di volersi rendere indispensabili, per orgogliosa piccineria.

Il Guerriero della Luce sa aspettare, ma non resta mai inattivo. Sa che la pazienza non è l'arte di attendere, ma, al contrario, quella di non attendersi nulla.

Quando la battaglia si avvicina, il Guerriero della Luce diventa inquieto. Il suo cuore è in tumulto, il sangue gli pulsa nelle tempie, le spalle ed il collo si irrigidiscono nell'attenzione. Ciò che lo tormenta è che, per quanto fiuti l'aria, non riesce a sapere da dove il pericolo arriverà, e quando. Chi gli sta accanto sente lo spirito della belva e, provandone sgomento,

si allontana. Intorno a lui allora si fa il vuoto e nessuno si può avvicinare non visto.

Il Guerriero della Luce è una macchina vivente che trasforma energia; se ne richiede troppa per funzionare, potrà restituirne trasformata molto poca e quindi sarà antieconomica. Il Guerriero della Luce è un uomo funzionale: egli si adopera per vivere con il minimo necessario a godere di salute e di allegria.

La certezza che quanto si sta facendo oggi sia perfetto, nasce dalla consapevolezza che domani si farà di peggio. Per questo il Guerriero della Luce non è mai certo dell'esito delle sue battaglie. Tuttavia, anche nell'incertezza, non rinuncia mai al combattimento e si assume la responsabilità di prenderne la decisione: il compito perfettamente eseguito, è quello che non è stato mai assegnato.

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