C’era una volta una bimba tanto carina. Tutti le volevano bene,
specialmente la nonna che la coccolava e passava sempre un sacco
di tempo con lei.
Un giorno la nonna le regalò una mantellina di velluto rosso e,
siccome i suoi regali erano importantissimi, non voleva mai
toglierla.
In paese iniziarono quindi a chiamarla Cappuccetto Rosso.
La nonna però si ammalò, e un giorno la mamma di Cappuccetto
Rosso disse alla bimba:
– La nonna è debole e malata. Portale questa focaccia e questa
tisana alle erbe, così si rimetterà in forze. Salutala per me, e
mi raccomando: segui la strada che attraversa i campi di grano e
non entrare nel bosco, altrimenti rischi di finire nei guai.
– Sì, mamma, farò come mi dici – promise la bimba alla mamma,
dandole un bacio.
Ma la nonna abitava in una casetta a una mezz’ora buona di
cammino dal villaggio, e Cappuccetto rosso sapeva che prendendo
la scorciatoia dentro il bosco sarebbe arrivata prima.
“Cosa potrà mai succedermi? Ho fatto tante volte quel sentiero in
compagnia del papà” pensò la bimba.
Cappuccetto Rosso, quindi, prese la scorciatoia. Camminava con
passo spedito e, man mano che andava avanti, il bosco diventava
sempre più fitto e buio.
Finché ad un certo punto, proprio in mezzo alla strada, incontrò
un lupo che sembrava quasi la stesse aspettando.
Cappuccetto Rosso non ebbe paura: non sapeva che quella era una
bestia tanto cattiva.
– Buon giorno bimba – disse il lupo.
– Buon giorno a te – rispose Cappuccetto Rosso
– Dove vai così di fretta?
– Vado dalla nonna che è malata.
– E che cos’hai nel cestino? – continuò il lupo.
– Una tisana e una focaccia, la aiuteranno a guarire –
– Ma che brava bimba! Ma dimmi, dove abita la tua nonna? –
– Vicino al mulino, dove ci sono gli alberi di noccioli – disse
Cappuccetto Rosso.
Il lupo pensò: “Questa bimba è proprio ingenua…” – Se vuoi ti
faccio compagnia fino dalla nonna, qui nel bosco si possono fare
dei brutti incontri sai?
Cappuccetto Rosso annuì e sorrise felice.
Il lupo iniziò a camminarle a fianco ma sembrava pensieroso,
finché all’improvviso sorrise tra sé e sé. Aveva escogitato un
diabolico piano.
Aspettò di arrivare appena fuori dal bosco e le disse:
– Ecco bimba mia, da qui in avanti puoi continuare da sola, spero
di rivederti presto!
– Grazie mille signor lupo, a presto! – rispose Cappuccetto
Rosso.
– Ma guarda quanti bei fiori ci sono laggiù! – disse il lupo –
non sarebbe bello raccoglierne un mazzo per la nonna?
Cappuccetto Rosso guardò i fiori: erano stupendi e corse a
raccoglierne un bel mazzetto per la nonna.
Il lupo approfittò del momento di distrazione di Cappuccetto
Rosso e corse dritto alla casa della nonna.
– Chi è? – chiese la nonna quando sentì bussare alla porta.
– Cappuccetto Rosso, nonna. Aprimi! – disse il lupo con la vocina
più dolce che poteva.
– Devi solo spostare il chiavistello – rispose la nonna, – io
sono troppo debole per alzarmi.
Il lupo spostò il chiavistello ed entrò, andò dritto verso il
letto della nonna e… gnam! se la mangiò in un sol boccone.
Poi indossò i suoi vestiti e la sua cuffia e si nascose sotto le
coperte ad attendere.
Cappuccetto Rosso, dopo aver raccolto un bel mazzolino di fiori,
corse dalla nonna.
Stranamente trovò la porta spalancata e, entrando piano piano
nella stanza, ebbe una sensazione così cupa che pensò: “c’è un
silenzio strano qui oggi, mi vien quasi voglia di andare via…
davvero strano, di solito sto così volentieri con la nonna…”
Si avvicinò al letto e spostò la coperta: la nonna aveva la
cuffia abbassata sulla faccia e aveva un aspetto strano.
– Nonna, che orecchie grandi che hai! – disse la bimba
– Per sentirti meglio, bambina mia! – rispose il lupo
– E che occhi grossi che hai!
– Per vederti meglio, bambina mia!
– Nonna, ma anche le tue mani sono così grandi! – disse
Cappuccetto, sempre più spaventata.
– Per afferrarti meglio! – iniziò a ghignare il lupo.
– Ma, nonna, e che bocca spaventosa che hai! – gridò Cappuccetto
Rosso.
– Per divorarti meglio! – E dicendo queste parole, il lupo balzò
dal letto e… gnam! Mangiò la povera Cappuccetto Rosso in un sol
boccone.
Poi, con la pancia bella piena, il lupo si rimise a letto, si
addormentò e incominciò a russare sonoramente.
Solo che la nonna e Cappuccetto Rosso, dentro la pancia del lupo,
stavano veramente strette.
Cappuccetto Rosso allora iniziò a fare il solletico dentro la
pancia del lupo, e subito anche la nonna cominciò a farlo.
Il sonno del lupo iniziò a essere molto disturbato, si girava di
qua e di là dal fastidio, finché non si svegliò di
soprassalto.
Iniziò a tossire così forte che anche le mura della casa
tremavano, finché fece due colpi talmente forti che dalla bocca
gli uscirono fuori sia Cappuccetto Rosso che la Nonna!
Caso vuole che proprio il quel momento passasse di lì il
cacciatore, il quale, sentito tutto quel trambusto, non poté fare
a meno di affacciarsi alla finestra a guardare tutta la
scena.
Il lupo, che si teneva la pancia con le mani per il dolore
provocatogli dai forti colpi di tosse, quando vide il cacciatore
affacciarsi alla finestra, gridò di paura e corse veloce fuori
dalla casa della nonna.
Il cacciatore non fece in tempo ad imbracciare il fucile che il
lupo era ormai già lontano. Ma andava bene così, lo avrebbe
acciuffato un altro giorno. L’importante era che Cappuccetto
Rosso e la nonna stessero bene.
Le due, un po’ frastornate per l’accaduto, stavano comunque bene
e ringraziarono il cacciatore per aver fatto scappare il lupo.
Poi Cappuccetto Rosso guardò la nonna, e si scusò dicendole:
– Scusami nonnina, è tutta colpa mia se il lupo è entrato in casa
tua e ha cercato di mangiarci… sono stata una sciocca ad
inoltrarmi nel bosco da sola, e a fidarmi di un lupo cattivo.
Prometto che non lo farò mai più!
La nonna, visto che Cappuccetto rosso aveva compreso bene i suoi
sbagli, la abbracciò forte forte, la baciò in fronte e le disse
di ascoltare sempre quello che diceva la mamma, che era solo per
il suo bene.
Così Cappuccetto Rosso tornò a casa, ma per la strada che
attraversava i campi di grano, mica attraverso il sentiero del
bosco!
— Fine della fiaba —
Copyright e Testi © Silvia e William
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