Dopo 40 giorni, che sono pari a 960 ore, che equivalgono a 57.600 minuti, il mio profilo, al quale è associato questo blog, sono stati riabilitati.
E' bastata, invece, solo un'ora ad una persona sbagliata, che si trovava nel posto sbagliato, nel momento sbagliato per farmi espellere dalla piattaforma di Libero.
Per rendere comprensibile la vicenda, affidiamoci al VAR virtuale che, nel suo salto temporale, ci permette di ritornare alla sera dell'ormai lontano 6 Dicembre scorso.
Sera nella quale mi trovavo in una di quelle stanze di chat definite 'tematiche', completamente da solo, dedito alle mie solite attività extra chat, ovvero scrivere qualcosa, scegliere una nuova musica per un nuovo testo a corredo, insomma, a fare qualcosa che si può tradurre con 'fatti miei'.
Distrattamente, alzai lo sguardo allo schermo e vidi il messaggio relativo alla mia espulsione dalla stanza.
Colpevolmente, non feci caso a chi fosse stato/a l'artefice dell'azione punitiva perché, in altre faccende affaccendato, automaticamente, eseguii la procedura per rientrare.
Però una volta rientrato in chat, perplesso per quello strano accadimento mi venne in mente di chiedere una spiegazione e lo feci contattando un nick con la stellina, a caso, proprio perché il mio intento non era cercare un colpevole ma una semplice spiegazione.
Probabilmente, il caso mi portò a contattare la fonte della mia disavventura.
Le feci due semplici domande e, per la precisione, chi fosse autorizzato all'espulsione e per quale motivo si potesse arrivare ad espellere un utente che era solo in una stanza, per cui, senza possibilità neppure di essere l'artefice di un qualsiasi comportamento sbagliato.
La prima risposta mi chiarì che le persone deputate a tale compito sono i cosiddetti 'chatleader' e, la secca, alla seconda fu quella di chiedere spiegazioni o presentare un reclamo presso lo staff della community, qualora avessi avute delle lagnanze da esprimere in merito.
A fronte di un tale invito scrissi, pertanto, all'indirizzo che mi venne linkato.
Cominciò così l'angoscioso percorso fatto di istanze, di spiegazioni, di miei ripetuti inviti a prendere atto di una decisione tanto ingiusta quanto inusuale, tanto illogica quanto, addirittura, demenziale.
Per ridurre il tutto ad una sintesi potrei dire che sono bastate poche ore per condannare un innocente e ce ne sono volute ben 960 per scagionarlo, a fronte di alcuna violazione commessa ad alcun regolamento.
Ogni mia affermazione è suffragata da fatti incontestabili; dispongo della conversazione con la 'stellina' e potrebbero anche fare fede i tabulati in possesso della polizia postale, relativi all'attività da me svolta in quella sventurata serata.
Soltanto ciò che riguarda l'idea che mi sono fatto circa il personaggio con cui mi sono rapportato è frutto di una mia personalissima sensazione, della chiara percezione dell'aura che ognuno di noi ha quando si trova di fronte ad una persona.
Ebbene, io penso che proprio la permalosità dispotica di chi per, frustrazione personale, vuole assurgere ad un ruolo di potere, abbia dato luogo ad una ripicca che ha causato a me un danno d'immagine, così come lo ha causato al buon nome della piattaforma che, tramite la stella sul petto da certi personaggi, viene rappresentata.
Libero ne esce molto male da questa vicenda perché, pur di difendere 'una indifendibile' arriva ad esprimere in un messaggio di spiegazione il seguente concetto:
'Gentile utente, la sospensione era avvenuta in via cautelativa, in quanto erano stati segnalati dei contenuti non appropriati.
Dai nostri successivi approfondimenti, è però emerso che non ci sono state violazioni delle Policy.
Di conseguenza, abbiamo fatto riattivare i nick.
Certo è che affermare che 'in via cautelativa' si punisca una persona colpevole di qualcosa che, allo stato attuale, non sia sa precisare, vada a contraddire la regola dell'azienda che recita:
Eventuali sospensioni dei contenuti di Libero Community, avvengono in seguito all'accertamento di una violazione di una o più regole della Community, visibili alla pagina https://info.libero.it/contratti/libero-community/ e non sono a carattere temporaneo.
A questo punto è valida una punizione in via cautelativa o resta valida quella soltanto successiva ad un accertamento?
Qual'è la sequenza delle azioni?
Cosa si fa prima?
Si condanna e poi si accerta o si certifica un reato prima di incolpare qualcuno?
Se si incarcera qualcuno in via cautelativa, si potrebbero ammanettare tutti i bancari perché, maneggiando del denaro, potrebbero appropriarsene.
Si potrebbero mettere dentro tutti i mariti perché, potenzialmente, potrebbero uccidere le proprie mogli.
Si potrebbe fare come Erode e, in via cautelativa, mettere in condizione di non nuocere tutti i nati di sesso maschile perché, una volta grandi, potrebbero macchiarsi del crimine di femminicidio.
Potrei andare avanti all'infinito ma mi fermo chiedendomi e chiedendovi, quale crimine può commettere uno che è da solo, per essere ritenuto così pericoloso da essere fermato in via cautelativa?
Forte dell'articolo 21 della Costituzione Italiana sul blog scrivo il mio pensiero mai politicamente corretto e sempre lontano dai belati del gregge, ma nell'accusa a me mossa non si fa cenno a nessun articolo del presente blog.
Questa è lingua italiana, non occorrono norme di procedura penale, occorre solo il buonsenso che avrebbe consigliato, in quella maledetta sera del 6, ad una certa persona di dire:
'Scusami, non so cosa possa essere accaduto ma, per un errore di cui non sono a conoscenza, sei stato estromesso ingiustamente dalla chat, mi scuso con te augurandoti una buona continuazione'.
Sarebbe bastata una semplice frase che esprimesse umanità e non il desiderio di dare una lezione a uno che ha avuto l'ardire di chiedere una spiegazione che è stata letta come un affronto per lesa maestà.
Invece no, qualcuno ha voluto mostrare i muscoli e, facendo questo, invece, non ha mostrato il cervello, cosa dalla quale neppure i muscoli possono prescindere.
Chi ha voluto mostrare 'L'adesso ti sistemo io' ha costretto colui o colei che, per aderire alle mie pressanti richieste di una spiegazione, a ricorrere ad una parola dell'inglese politichese, non certo a quello di William Shakespeare o di Oscar Wilde per dire un qualcosa che nulla, in sostanza, vuole dire.
Per esperienza, so perfettamente che, quando si ricorre ad una parola che non compare nel vocabolario della lingua italiana si prepara la fregatura.
Una parola inglese buttata a caso in un discorso in italiano, perde la sua essenza e non la si può tradurre perché vuole esprimere un concetto che è soltanto utile a chi lo va a cercare.
Quale cazzspita di Policy può violare uno che non scrive con nessuno, in una stanza in cui non c'è nessuno?
Forse, sarebbe meglio scrivere e parlare una lingua che, probabilmente, si parla appena meglio di una che proprio non si conosce, per dire appena qualcosa e non dire qualcosa, per non dire niente,
Queste mie righe hanno il valore di ristabilire una verità che non può essere taciuta, servono per non passare sempre per cretini di fronte ad abusi e prevaricazioni, servono per incitare a non chinare la testa quando si è dalla parte del giusto, a fronte di ingiustizie che mi auguro non debbano mai più essere messe in atto né qui né altrove.
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