"per non essere di quelli che tacciono,
per testimoniare a favore degli appestati, per lasciare almeno un
ricordo dell'ingiustizia e della violenza che gli erano state
fatte, e per dire semplicemente quello che s'impara in mezzo ai
flagelli, e che ci sono negli uomini più cose da ammirare che non
da disprezzare"
Ammonisce che la vittoria contro la
peste (come la vittoria contro l'intolleranza) non può mai
ritenersi definitiva.
"ascoltando, infatti i gridi di allegria
che salivano dalla città, Rieux ricordava che quell'allegria era
sempre minacciata:
"lui sapeva quello che può ignorare la
folla, e che si può leggere nei libri, ossia che il bacillo della
peste non muore nè scompare mai, che può restare per decine di
anni addormentato nei mobili e nella biancheria, che aspetta
pazientemente nelle camere, nelle cantine, nelle valigie, nei
fazzoletti e nelle cartacce e che forse verrebbe giorno in cui,
per sventura e insegnamento degli uomini, la peste avrebbe
svegliato i suoi topi per mandarli a morire in una città
felice"
" La peste "
A.CAMUS