Mi descrivo
A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare.
Più di ogni altra cosa al mondo a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo...
Perché è così che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora
l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o
un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità.
Lo scopri dopo, quand'è troppo tardi. E già sei, per sempre, un
esule: a migliaia di chilometri da quell'immagine, da quel suono,
da quell'odore. Alla deriva.
Botta, botta risposta adesso mi metto in gioco, e
lo so che siamo noi la
posta in palio, supero supero ancora la velocità che mi é
consentita, do
ancora una botta alla gabbia che intorno mi é stata costruita da
questa città,
ogni giorno più stretta, che ti blocca ti blocca il cervello ma che
ti fa
camminare in fretta, rifiuto di essere anch’io una di quelle tante
facce
stanche che hanno chiuso il cuore nella loro 24 ore, sorrido
vedendo ciò che
si stanno perdendo, anche dove non mi é concesso il mio spazio mi
prendo
in questa scatola di cemento che si sta stringendo, vivendo. a mio
modo
vivendo, stringendo. Il mio sentimento, quella scossa vitale che
dirige ogni
mio movimento tento di darla anche a te in modo veloce, o lento, ma
dimmi
di che dico dai che ti sta provocando l’impulso di muoverti
adesso,
é giusto questo?