Libero

natodallatempesta0

  • Uomo
  • 50
  • Trinacria
Bilancia

Mi trovi anche qui

Profilo BACHECA 230

natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Avviso sempre valido.

 

Non leggete.

Contenuto vietato agli esseri umani dotati di principi morali e intelligenza.

Vietata la lettura a chi è sano di mente.

 

 

Non è scontato avere pensieri da raccontare. Le storie più o meno si ripetono e i pensieri sotto nuove vesti tornano a raccontarsi.

 

C’era una volta un bambino triste che sognava di …

 

[Continua...]

 

 

 

Ti piace?
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Oggi voglio affiggere un avviso.

 

Non leggete.

Contenuto vietato agli esseri umani dotati di principi morali e intelligenza.

Vietata la lettura a chi è felice.

 

Il sorriso.

 

Caro natodallatempesta0 hai mai sorriso?

 

“Sì!”

 

Come mai allora ti dicono che non sorridi mai?

 

“Non so!!! Forse è vero, non sorrido.”

 

E perché non sorridi?

 

“Per sorridere bisogna avere un motivo, forse io non ho, mai, avuto motivi.”

 

Ieri sera sono stato, in visita, da mia madre e conseguentemente, visto che vivono insieme, da mia sorella.

Parlando del più e del meno, si è arrivati, come spesso capita, a rinvangare qualche episodio del passato.

Mia madre e mia sorella non si sono astenuti dal dire che – io – ero conosciuto nel quartiere come, “il ragazzo che non sorride mai.”

 

Tornato a casa, poi, ci ho riflettuto un po’.

Sia mia madre che mia sorella, si sono mostrate, quasi, ingenue nell’affibbiarmi quell’etichetta, come se non ci fosse nulla di male. Sinceramente e personalmente non mi sembra positiva come etichetta, ripeterla, poi, non mi è sembrato e non mi sembra né carino, né sensibile.

Forse dovrai puntualizzarlo. Qualcuno mi potrebbe, però, far notare che se sto zitto avallo il loro diritto a ripeterlo. La colpa è mia quindi.

Come è semplice etichettare una persona che non si conosce. Per quale motivo poi? Solo perché, quando camminavo per strada non sorridevo.

 

 

 

 

Perché questo pregiudizio?

 

“La libertà consiste nell’indipendenza del pensiero dalle limitazioni dei pregiudizi sociali.”

Albert Einstein

 

Limitazioni sociali! La verità è questa! Siamo limitati e mettiamo limiti. A noi è agli altri.

 

Basta guardarsi attorno per accorgersene. Giusto di qualche giorno fa l’astensione dell’Italia in Europa. L’Italia, infatti, non firma la dichiarazione europea contro l’omofobia, con lei solo i governi estremisti. Tutte l’UE democratica dici sì. Che paura avranno?

E già!!! La paura è un limite.

 

Qualche giorno fa, passeggiando con Frida, scatto una foto.

 

 

 

 

Cosa osservate di strano?

 

Il bicchiere lasciato sul muretto con il cesto dei rifiuti a un paio di metri.

Anche qui limitazione di educazione o più facile di cervello.

 

Rileggendomi riflettevo su quello che ho scritto, capita spesso di riflettere anche sui post precedenti. Gli ultimi sono stati strani e parecchio contorni.

La presa in giro, la solitudine (sempre presente), le mancanze che la vita ci porta a vivere, i sacrifici che facciamo in conseguenza a tutto questo, mi portano alla conclusione che si è per grand parte della vita infelici.

 

Perché si è infelici?

 

Le risposte sono tante, non starò, però, ad elencarle, né approfondirò l’argomento – sarebbe tedioso. Mi limiterò a fare quel che facciamo sempre. Rincuorarci e nel rincuorarci cercarla la felicità.

 

Perché per uno che sporca, ce c’è un altro che tiene pulito, per uno che dico no alla diversità, ce n’è uno che abbraccia un diverso, per uno – anzi tanti – che rubano e cercano sempre di fregarti, ce n’è uno (sono pochi purtroppo) che vive onestamente e cerca di fare la cosa giusta per sé e gli altri.

E aggiungo (per interesse personale) per uno che adotta o compra un pitbull senza sapere che non è solo un cane con la mascella più potente in natura, ce n’è uno che lo adotta sapendo che è una creatura sensibile, dedita non a mostrare aggressività, ma a cercare amore, perché ne ha tanto da dare.

 

 

 

 

Con questa ultima frase non voglio boicottare gli altri cuccioli e amici a quattro zampe.

 

Ma loro sono gli ultimi degli ultimi. Loro non piangono, né mostrano dolore, muoiono per dare un atto d’amore ad un padrone che non conosce l’amore e non sa che significa compassione e pietà.

 

A volte penso alla mia vita. A come a volte mi piango addosso. A come divento, come dice la mia compagna, vittima. A come mi lamento del male di questo mondo, del male che capita a me, come se subissi la croce di Cristo. Poi penso a Frida a quel che la sua razza, come molte altre creature, ha subito per colpa dell’uomo, e mi dico si diverso dall’essere umano. Vuoi essere felice? Ama come amano loro. Ama come ama lei.

 

 

 

Qual è il segreto della felicità?

 

L’amore in tutte le sue coniugazioni e forme.

Ti piace?
4
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Strani visitatori

Per un'amica.

 

 

Ti piace?
3
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Nulla tornerà come prima

 

Stamattina – è passato un giorno, quindi ieri mattina - ho passato la periodica visita oculistica, un occhio risponde bene alla cura, l’altro, come ha specificato il medico, è in sofferenza.

Un nuovo farmaco più potente, la cura da seguire.

La situazione è per il momento sotto controllo, se così può si può dire. Rimane, però, la sensazione che con l’età e il tempo che passa le cose sono destinate a degenerare. Inevitabile sembra l’idea che:

 

Nulla tornerà come prima!!!

 

Non saprei se vestire questa frase di bene o male? Forse dipende dal contesto. È certo, però, un pensiero, quando qualcosa si rompe, rimangono solo frammenti e cocci.

A volte non sapere è conciliante, come il sonno di un giusto.

 

In queste settimane non ho scritto.

Ed oggi non mi dilungherò con i miei soliti pensieri.

 

Mi limiterò e concluderò con la frase che avete letto pochi istanti fa:

 

Nulla tornerà come prima.

 

 

Ti piace?
2
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Non è normale

 

Tanto per scrivere qualcosa.

 

Sabato mi sono ritrovato – come sempre – a passeggiare con Frida, c’erano parecchie persone in giro.

E come sempre, la sensazione di isolamento, è viva.

Per usare una metafora, mi sono sentito come un’isola nel vuoto della vita, un vuoto anormale.

 

Ho scattato una foto giorni fa, una foto che si presta ad esser usata, in questo contesto, egregiamente.

 

 

Una nuvola isolata in un cielo azzurro.

I più forse avranno osservato la bicicletta. È in primo piano, naturale che attiri l’attenzione, se andata oltre, però, la vedrete la nuvola.

 

Dettagli!

 

Mi ha sempre attirato l’isolamento. L’occhio (il mio) cade sempre su quell’oggetto o quella creatura isolata dal contesto. Un particolare, apparentemente isolato, che rende unico l’oggetto o la creatura.

Il pretesto dell’isolamento porta la riflessione ai particolari.

 

“I paranoici attribuiscono un’importanza enorme ai particolari più insignificanti del comportamento altrui, quelli che generalmente sfuggono alle persone normali.”

Sigmund Freud

 

In questi giorni, spesso, mi sono sentito dire che una persona normale ragiona o agisce in maniera diversa.

 

Persone normali!!!

 

Le sapreste riconoscere?

Sareste capaci di definirne l’essenza?

Il carattere?

Le peculiarità morali ed etiche?

 

Normalità!!!

Non è normale!!!

 

Nella mia lunga – ma non troppo – vita, mi è stata detta tante volte questa frase: Non è normale.

 

Non è normale che mi comporti così.

Non è normale che non ti relazioni con nessuno.

Non è normale che …. che …. che ….

 

Io osservo i dettagli, sono sempre un’artista, oso definirmi tale, e nascosto nel mio isolamento, ho sempre osservato la normalità che fluisce attorno a me.

 

“In natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come la gente normale.”

Herman Hesse

 

Potrei convenire senza rigurgiti di rimorso, con la frase di Hesse. L’esperienza e la storia mi testimoniano questo sinonimo.

Normalità = crudeltà.

 

Esiste un mito greco che s’incastra perfettamente con questa mia ultima riflessione

 

Zeus – padre degli Dei – adirato per l’offesa perpetrata da Prometeo che aveva osato rubare il fuoco dall’Olimpo per donarlo agli uomini. Decise di punire sia Prometeo che gli uomini.

Condannò Prometeo a essere incatenato per l’eternità a una roccia sulle montagne del Caucaso e ordinò che ogni giorno un’aquila gli divorasse il fegato. Ogni notte però il suo fegato ricresceva, così che l’aquila potesse tornare a divorarlo il giorno seguente.

Per punire gli uomini, invece, ordinò a Efesto, il dio del fuoco e fabbro degli dèi, di creare la prima donna mortale: una ragazza con bellezza, grazia e doti straordinarie. Efesto eseguì l’ordine e modellò una fanciulla con un impasto di creta e acqua. Poi, ciascuna divinità dell’Olimpo contribuì donando alla ragazza una virtù. Atena, le insegnò l’arte della tessitura; Afrodite la rese bella e desiderabile; Ermes la rese spudorata. La ragazza fu chiamata Pandora, che in greco significa colei che dona tutto.

Ermes, il dio alato messaggero degli dèi, portò Pandora tra gli uomini. Epimeteo, lo sprovveduto fratello di Prometeo, la vide, se ne innamorò e la sposò.

Zeus inviò come regalo di nozze un vaso, raccomandando di non aprirlo per nessun motivo. Pandora, invece, che aveva ricevuto da Ermes il dono della curiosità, lo aprì per vedere cosa contenesse.

Fu così che dal vaso aperto uscirono e si diffusero tutti i mali e le sciagure che affliggono l’umanità: la fatica, la malattia, l’odio, la vecchiaia, la pazzia, l’invidia, la passione, la violenza e la morte, cambiando per sempre l’esistenza del genere umano.

La vendetta di Zeus si era compiuta, ma non completamente perché sul fondo del vaso era rimasta la Speranza, che uscì per ultima per alleviare le lacrime e le sofferenze dell’umanità.

Esiodo – VII secolo a.C.

 

Nella quotidianità e nel lessico comune aprire il vaso di Pandora significa mettere alla luce tutta una seria di problemi che scatenano una sequela catastrofica di conseguenze inevitabili.

Di vasi ne ho aperti tanti. E anno dopo anno, hanno eretto una torre fatta di cocci che ha isolato la mia natura, deformando il vincolo che ogni umano ha innato, il vincolo della relazione, il vincolo della comunicazione.

Un risvolto positivo nel mito di Pandora, però, esiste: Pandora non condanna il mondo, ma lo fa rinascere con maggiore consapevolezza. La bolla che avvolgeva un’umanità che non conosceva il dolore viene fatta scoppiare e nonostante il primo impatto sia stato catastrofico, alla fine arriva la speranza.

 

L’ultimo volto del cuore.

La veste che l’amore indossa nel suo lungo cammino per riunirsi all’altra metà di sé stessa.

 

I particolari rendono la visione unica. Piccoli atti che nell’insieme non sono nulla, ma nel dettaglio di un gesto, una frase, possono aprire una porta o un vaso.

 

Da quella porta possono, certamente, uscire mostri e fantasmi, ma se si resiste l’ultima ad uscire sarà la speranza.

 

“Per essere veramente un grand’uomo bisogna saper resistere anche al buonsenso.”

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

 

Resistere!!!

Ecco il secreto della vita.

Di certo della mia vita.

 

Resistere alla normalità, al suo sguardo, alle sue non pacate carezze, alle sue espressioni sanguinarie e al suo sorriso custode di una gelida ossessione.

Una riflessione dolce e contemporaneamente amara. Probabilmente, qualcuno cogliere la vitale e sfuggente speranza, altri l’inevitabilità della resistenza e la sua inconciliabile fatica.

 

Non avevo nulla da scrivere e nulla da dire, proprio per questo le parole si sono accodate e radunate.

 

Sapete!? Alla fine, la mente mi chiede di domandarmi.

Dove i miei occhi trovano la dolcezza?  E dove l'amara fatica?

Ti piace?
2
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Burrasca

 

Eccomi di nuovo, pochi giorni sono passati dall’ultimo post.

Un post, forse, inusuale come una cara amica ha notato. Inusuale più che altro per il contesto che si viveva quel giorno - San Valentino - una coincidenza in verità.

Non racconterò altro, se avessi voluto avrei liberato i commenti, non c’è in realtà nulla da dire, un accumulo di fattori, può capitare di dover liberare ciò che reprimi da giorni, addirittura mesi. A pagarne lo costo è stata la mia arte, sempre stato così, mi premuro d’esser sempre solo quando esplodo, non è mai stata mia intenzione far male a nessuno, se non a me stesso.

 

Come continuare, ora, posso restare nel contesto e mantenere la linea degli ultimi post.

Una pessimistica e disillusa visione di questa società, tanto per regalarvi un sorriso.

 

Ieri pomeriggio mentre uscivo Frida per la sua passeggiata quotidiana, mi sono ritrovato ad assistere ad un’altra scena d’ordinaria inciviltà.

Camminavo Tranquillo, quando imboccando una via vedo un’auto dei vigili urbani ferma a lato della strada e una vigilessa che gira attorno ad un’auto posteggiata praticamente in mezzo alla strada.

Le auto in transito riuscivano a passare, lo spazio era abbastanza per una macchina, non per qualcosa di più grande, tipo un autobus.

E di fatti un autobus era fermo, bloccato, incapace di passare. Attorno si era formata una piccola folla, vedevo la vigilessa chiedere se qualcuno conoscesse il proprietario dell’auto, persino a chi s’affacciava dal balcone richiamato di certo dal clacson del bus. Sono rimasto una 15 di minuti a osservare la rabbia dei passeggieri del bus e la rassegnazione della vigilessa costretta a chiamare il carro attrezzi.

Che dire?

Non era neanche questione di posteggio selvaggio, solo e semplice menefreghismo, un fregarsene delle regole sociali e della convivenza.

Uno stronzo che crede di poter fare quel che vuole.

 

Occupandomi di arte ho avuto la fortuna di studiare il bello e scoprire cosa può riuscire a fare una mente e un cuore se sono ispirati. Si rimane senza fiato nel contemplare il virtuosismo che possono generare.

Quando poi è l’amore a ispirare melodie e colori, i loro frutti toccano l’anima.

Ma ho visto anche il brutto. L’arte tramanda quel che l’artista testimonia. Spesso, io stesso, ho creato ispirato da eventi che la società ha vissuto. Per quale motivo sentiamo il bisogno di dare forma, colore e voce alla vita che ci circonda, non lo so?

Posso immaginarlo, intuirlo.

 

Guardando i brandelli di tela, mi sono sentito pervaso da una sensazione di stupore, come se non avessi alcuna risposta alla domanda:

Perché l’ho fatto?

 

Che cosa rimane di noi? Che peso hanno le parole che abbiamo detto?

Da tempo mi sono accorto che tra quel che dico e quel che faccio a volte c’è una distanza immensa.

Quando mente e cuore non sono sullo stesso sentiero, cosa accade all’anima?

 

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

ove trovino pace.

Io son come loro,

in perpetuo volo.

La vita la sfioro

com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch’essi amo la quiete,

la gran quiete marina,

ma il mio destino è vivere

balenando in burrasca.

Vincenzo Cardarelli

Ti piace?
4
, , , , , , , , , , , , ,