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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

 

Scrivo ora. Perché sento il bisogno di liberare un pensiero.

 

Ho appreso, proprio, pochi istanti fa, che l’uomo nella sua magnanima e saggia intelligenza, ha saputo scovare solo una soluzione.

 

UCCIDERE L’ORSA KJ1.

 

La motivazione: “Era pericolosa.”

 

 

 

UCCISA PERCHé HA DIFESO I SUOI PICCOLI.

 

Potrei continuare.... 

Ora scriverò qualcosa che susciterà sdegno e biasimo, ma non mene frega un cazzo.

 

Hitler aveva ragiona sulla soluzione definitiva, il suo errore limitarsi agli ebrei.

 

L’intero mondo.

 

Non meritiamo questa terra.

 

Un’esagerazione è una verità che ha perso la calma
Khalil Gibran

 

Ho esagerato, ho richiamato il male e degenerato le mie parole. L'Orsa non è che l'ultima di una serie di scelte dell'uomo che degradano il bello e il buono. Me ne rendo conto io, un nessuno, un'ombra tra la folla. Come può l'uomo continuare a essere un mostro?

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natodallatempesta0 più di un mese fa

Guarire

 

Non mi sono mai sentito particolarmente speciale. Il talento che la natura mi ha donato a volte mi ha fatto credere di poter dare qualcosa in più, ma a parte questo nulla e nessuno si è mai presentato a me dicendomi:

 

Ehi!!! Ma lo sai che sei speciale.”

 

Se poi dovessi aggiungere che la mia vita non è stata il massimo. Rischierei di sentirmi dire che so solo piangermi addosso.

 

Categorie!!! Tu, a quale appartieni?

 

Qualche giorno fa ero a casa di parenti. Parlando delle solite cose di famiglia si è rinvangato qualche episodio del passato, come al solito. Si parla sempre del passato. Sia esso vicino o lontano, è sempre “presente” richiamato a risollevare la vita. Rimane comunque sempre passato.

 

Cosa è successo ieri? Conta veramente? Si sprecano tante energie nel rievocare il passato, forse, più di quante se ne dedicano al concepimento del futuro.

 

Non ho partecipato attivamente alla discussione. Devo ammettere che trovo repulsione a discutere con alcuni parenti. Più passa il tempo, più divento allergico a certe dinamiche e certe persone. Le riconosco subito. Non posso farne a meno mi devo schierare, io da un lato loro dall’altro.

 

Me lo chiedo! Quando nella mia vita, il senso di unione, quel senso che definisce famiglia e rapporti, si è perso? E quando il senso di separazione, di solitudine e indifferenza ne ha preso il posto?

 

Ho detto poche frasi, pochi pensieri, che esprimevano un solo stato d’animo: "Le cose non vanno poi così bene". Mia colpa. Non è mai stata mia abitudine fare confidenze e dire cosa realmente sento.

 

Tra una parola e l’altra, mi è stato detto che sono fortunato, che c’è chi sta peggio di me. In passato trovavo saggie queste parole, oggi mi danno quasi l’orticaria. Non tollero più l’ipocrisia di certi discorsi.

 

Scelte.

 

Quanta erosione subisce la nostra anima da tutte quelle scelte che subiamo e non scegliamo?

Quante cose non si scelgono? Quante persone? Non si scelgono i parenti, non si scelgono i vicini, non si sceglie dove nascere, non scelgo il mio corpo, non scelgo il mio carattere, non scelgo chi incontro. Tutto capita.

 

Mi sono sempre chiesto se è possibile evitare l’inevitabile?

 

Zenone di Cizio aveva trovato, forse, la soluzione all’inevitabilità della vita, mi sa, però, che io non sono mai stato, abbastanza, stoico.

 

Perché mi abbandono a questi pensieri?

 

Nel tempo ho trovato solo una risposta, se non lo facessi non guarirei.

 

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Tutto ha un costo

 

Capita di litigare, è nella natura umana il conflitto. A volte, però, è indecifrabile il motivo che mi spinge a cadere in questa trappola emotiva.

 

Ieri, litigo con la mia compagna. La cosa che mi ha lasciato perplesso è che non era nelle mie intenzioni, ho semplicemente dato una risposta. Se è di gradimento, va bene, tutto prosegue in armonia, se è non gradita, divento qualcosa o qualcuno che va punito.

Mi rendo conto che nel cuore del litigio, si diventa ciechi alle altrui visioni e si sostiene a spada tratta la propria posizione, anche a costo di farsi male e far male. A volte, è assurda, però, la cecità che si persevera anche dopo, quando ogni rumore cessa e tutto è silenzio.

 

Avrò poi ragione? O ha ragione la mia controparte?

 

“La pazzia, a volte, non è altro che la ragione presentata sotto diversa forma.”

Goethe

 

Alla fine, ho semplicemente esposto un fatto – per me – un fatto non è un’accusa, se lo presenti come tale. Ho ripetuto, con sincerità e onesta, alla mia compagna, “non ti sto accusando”, dico quello che è successo.

 

E cosa era successo?

 

Beh, conta poco. È sempre, o un malinteso, o un’incomprensione, o più semplicemente vedute diverse. Quel che mi spiazza è, che lei reitera nei miei confronti una sorta di punizione. Non mi parla, si mostra scostante e accigliata e smette di fare quei piccoli riti che sono un nostro atto di gentilezza (amore) reciproco, poi gli passa naturalmente. Ma di fatto non comprendo questo, infantile, atteggiamento. Io già dieci minuti dopo il litigio, depongo le armi a terra, e porto le solite idee, le solite frasi, per riconciliarci.

 

Alla fine, non è successo nulla. Le dico. Dimentico subito (io), è nella mia natura. Una difesa che la mia mente ha eretto fin dai primi anni di consapevolezza.

 

Non posso però evitare un pensiero. Non comprendo, come faccia un essere umano a perseverare un atteggiamento negativo. Non voler andare oltre. Perché anche se dopo tutto passa, nulla è risolto. Non si è parlato, questo è un (suo) vizio. Si lascia scemare la cosa senza risolvere nulla, senza chiarirsi o perdonarsi. Non dico che sia sbagliato – ognuno ha la sua verità di cosa è giusto e sbagliato – dico semplicemente che non comprendo (un mio limite).

 

In passato gli stavo dietro e cercavo il chiarimento (con la mia compagna) ad ogni costo, risultando forse fastidioso e impertinente.

Oggi, anche con lei, ho messo distanza, è ineluttabile.

Devo accettare la sua natura, le sue forme litigiose e le sue risoluzioni. Darle spazio.

Questo porta ad un’inesorabile conclusione.

Sono, sempre è comunque, solo.

 

C’è un’idea comune che avvolge le relazioni.

L’idea che va rispettato lo spazio altrui, anche di chi ami. Soprattutto di chi ami.

È giusto!!! Ma ha un costo. Tutto ha un costo.

 

Cosa ho imparato? Che ho cercato l’amore per trovare una compagna. Che ho amato e amo per non sentirmi solo, per essere parte di qualcosa. Quando, poi, sono diventato parte di quell’unicità, si è preteso un prezzo per la diversità che porto.

 

Restare sé stessi ha un prezzo. A volte difficile da pagare.

 

L’inevitabilità della vita.

 

 

 

 

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Folle essere umano

 

Apro Libero per entrare nel mio profilo e poi nel blog, e la prima notizia che mi si presenta davanti è:

 

“Padre getta i figli dalla finestra del quinto piano e poi si suicida.”

 

Misero essere umano, meschino essere umano, vigliacco essere umano.

 

Folle uomo, colpevole uomo.

 

La realtà sfida la letteratura e il cinema. (La realtà) potrebbe pure vincere, e sedersi sul trono della tragedia.

Chissà Shakespeare quali pensieri maturerebbe se fosse vivo oggi? Le sue tragedie sono povere d’orrore.

 

Ecco cosa anima, oggi, la società: l’orrore.

 

Fateci caso.

 

Le parole non hanno il potere di impressionare la mente senza lo squisito orrore della loro realtà.

Edgar Allan Poe

 

Per quanto cerchi l’ottimismo e la bellezza, la cronaca e i ridicoli e faziosi cantastorie contemporanei, cospargono la moderna corrispondenza, di morte e violenza.

 

Se si è costretti al cinismo, allora mi sorge spontanea l’offensiva e impudente domanda:

 

(scusate il francesismo)

 

Ma che cazzo me ne fotte se uno si butta dalla finestra. Non ci tenevo a saperlo PRIMA e non ci tengo a saperlo, neanche, ORA.

 

“Non me ne frega un cazzo.”

 

Il disgusto per l’essere umano è diventato così profondo che la mia anima si è ammalata di indifferenza.

 

La cosa tragica o comica è!!!???

 

Che ha una vita che cerco di curarmi. Ho donato, persino il mio talento, all’essere umano affinché la bellezza e l’arte potesse essere un legame sociale di condivisione e benessere.

 

Mi dicono e mi dico, guarda ai buoni, guarda agli onesti, guarda a chi ha amore nel cuore.

 

E dove sono? O meglio?

 

Dove sono quando serve?

 

Forse esagero.

Ma non posso non pensare che stiamo perdendo, piano piano, qualcosa.

 

Sì! Credo d’aver esagerato.

Come rimediare?

Come lasciare il sorriso ed evitare l’amarezza della disillusione.

 

Che ci crediate a no, non era mia intenzione scrivere con questi toni e certo avrei preferito altri contenuti. Era inevitabile, però, puntualizzare la banale verità.

 

Qual è verità?

 

Che voglio la bellezza. Voglio che mi si racconti la gentilezza, che si possa leggere l’umanità nella sua innocenza. Voglio saper dell’esistenza di uomini e donne che hanno nel petto ancora un cuore e in testa un cervello.

 

Voglio la – par condicio – nella cronaca moderna. Sia equa la canzone, sia equo il cantastorie.

 

Tragedia e amore.

 

Equità

 

In quanti modi ti amo? Fammeli contare.

Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza

Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile

Agli scopi dell’Esistenza e della Grazia ideale.

Ti amo al pari della più modesta necessità

Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.

Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;

Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.

Ti amo con la passione che gettavo

Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.

Ti amo di un amore che credevo perduto

Insieme ai miei perduti santi, – ti amo col respiro,

I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! – e, se Dio vorrà,

Ti amerò ancora di più dopo la morte.

Elizabeth Barrett Browning

 

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Respira

 

Ieri mi è giunta la triste notizie che un mio cugino è morto per un infarto fulminante.

La morte in sé non mi suscita pensieri particolari. Periodicamente mi giungono notizie simili, zii e zie che purtroppo lasciano questa terra, ad una certa età è inevitabile.

Questa volta il trapassato non era così avanti con l’età, qualche anno in più di me.

Non so – mio cugino – che vita ha vissuto in questi ultimi decenni, non lo vedevo da lustri, ma certo è stata, forse, breve – la sua esistenza.

Quando si riflette sulla morte, è altrettanto inevitabile, scivolare in una certa retorica e morale.

Una cosa è certa!? Al morto, nulla più interessa e forse è in pace.

Noi che restiamo ci avvolgiamo d’un sudario malinconico, fatto di pensieri acuminati e afflizioni che solo il tempo, piano piano, sopisce.

Adesso, si possono prendere, solo, due strade.

Riflettere sul dolore lasciato dalla morte. Inevitabile. I vivi soffrano, i vivi ricordano, i vivi rimuginano.

O

Riflettere sulla morte che deve arrivare, anche questo è inevitabile, un trapasso ci porta a pensare alla nostra mortalità.

Chissà se esiste una terza opzione?

Magari è, semplicemente, cambiare discorso.

 

“La vita è un sogno dal quale ci si sveglia morendo.”

Virginia Woolf

 

I sogni sono, di solito, belli.

La vita non è, mai sempre e solo, un sogno, ogni tanto spunta qualche incubo.

Invidio gli ottimisti.

Alcuni brani per passare il tempo è perdersi nel silenzio dei pensieri.

 

 

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Tormenti

 

Ripasso e riscrivo.

Cose belle? Cose brutte?

Vedremo.

 

“Un timoniere di valore continua a navigare anche con la vela a brandelli.”

Lucio Anneo Seneca

 

Un paio di giorni fa, finisco un lavoretto e vado in soggiorno. Non vedo Frida. La cerco.

Intravedo la sua sagoma accucciata nel balcone, mi avvicino e mi accorgo che il suo muso è completamente deformato.

 

 

Dopo lo shock iniziale, la prendo e mi precipito in clinica, per fortuna la veterinaria ha aspettato il nostro arrivo. Erano quasi le 20:00, una fortuna averla trovata ancora in loco.

Una reazione di certo ad una puntura d’ape o vespa, a volte ne volano tra i fiori del balcone e Frida ha il vizio di mangiarsele.

La sua reazione è stata, nonostante tutto, da Pit, “forte”, giocava e correva come sempre. Considerando che ci sono individui che fanno profilassi anti epidemia solo per una puntura di zanzara, ce da ammirarla.

 

Una cosa – la piccola – soffre, come noi del resto.

 

Il caldo.

 

Cara amica, vorrei essere altrove, magari in un luogo come questo:

 

 

 

 

Mai più si muoverà

in quest’ora che s’indovina afosa.

Da: Ora sia il tuo passo.

Eugenio Montale

 

 

L’estata è questo, è caldo, è afa. L’unica cosa che amo dell’estate e la sinfonia di Vivaldi, tutto il resto è: tedioso e insopportabile tormento.

 

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Avviso sempre valido.

 

Non leggete.

Contenuto vietato agli esseri umani dotati di principi morali e intelligenza.

Vietata la lettura a chi è sano di mente.

 

 

Non è scontato avere pensieri da raccontare. Le storie più o meno si ripetono e i pensieri sotto nuove vesti tornano a raccontarsi.

 

C’era una volta un bambino triste che sognava di …

 

[Continua...]

 

 

 

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natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Oggi voglio affiggere un avviso.

 

Non leggete.

Contenuto vietato agli esseri umani dotati di principi morali e intelligenza.

Vietata la lettura a chi è felice.

 

Il sorriso.

 

Caro natodallatempesta0 hai mai sorriso?

 

“Sì!”

 

Come mai allora ti dicono che non sorridi mai?

 

“Non so!!! Forse è vero, non sorrido.”

 

E perché non sorridi?

 

“Per sorridere bisogna avere un motivo, forse io non ho, mai, avuto motivi.”

 

Ieri sera sono stato, in visita, da mia madre e conseguentemente, visto che vivono insieme, da mia sorella.

Parlando del più e del meno, si è arrivati, come spesso capita, a rinvangare qualche episodio del passato.

Mia madre e mia sorella non si sono astenuti dal dire che – io – ero conosciuto nel quartiere come, “il ragazzo che non sorride mai.”

 

Tornato a casa, poi, ci ho riflettuto un po’.

Sia mia madre che mia sorella, si sono mostrate, quasi, ingenue nell’affibbiarmi quell’etichetta, come se non ci fosse nulla di male. Sinceramente e personalmente non mi sembra positiva come etichetta, ripeterla, poi, non mi è sembrato e non mi sembra né carino, né sensibile.

Forse dovrai puntualizzarlo. Qualcuno mi potrebbe, però, far notare che se sto zitto avallo il loro diritto a ripeterlo. La colpa è mia quindi.

Come è semplice etichettare una persona che non si conosce. Per quale motivo poi? Solo perché, quando camminavo per strada non sorridevo.

 

 

 

 

Perché questo pregiudizio?

 

“La libertà consiste nell’indipendenza del pensiero dalle limitazioni dei pregiudizi sociali.”

Albert Einstein

 

Limitazioni sociali! La verità è questa! Siamo limitati e mettiamo limiti. A noi è agli altri.

 

Basta guardarsi attorno per accorgersene. Giusto di qualche giorno fa l’astensione dell’Italia in Europa. L’Italia, infatti, non firma la dichiarazione europea contro l’omofobia, con lei solo i governi estremisti. Tutte l’UE democratica dici sì. Che paura avranno?

E già!!! La paura è un limite.

 

Qualche giorno fa, passeggiando con Frida, scatto una foto.

 

 

 

 

Cosa osservate di strano?

 

Il bicchiere lasciato sul muretto con il cesto dei rifiuti a un paio di metri.

Anche qui limitazione di educazione o più facile di cervello.

 

Rileggendomi riflettevo su quello che ho scritto, capita spesso di riflettere anche sui post precedenti. Gli ultimi sono stati strani e parecchio contorni.

La presa in giro, la solitudine (sempre presente), le mancanze che la vita ci porta a vivere, i sacrifici che facciamo in conseguenza a tutto questo, mi portano alla conclusione che si è per grand parte della vita infelici.

 

Perché si è infelici?

 

Le risposte sono tante, non starò, però, ad elencarle, né approfondirò l’argomento – sarebbe tedioso. Mi limiterò a fare quel che facciamo sempre. Rincuorarci e nel rincuorarci cercarla la felicità.

 

Perché per uno che sporca, ce c’è un altro che tiene pulito, per uno che dico no alla diversità, ce n’è uno che abbraccia un diverso, per uno – anzi tanti – che rubano e cercano sempre di fregarti, ce n’è uno (sono pochi purtroppo) che vive onestamente e cerca di fare la cosa giusta per sé e gli altri.

E aggiungo (per interesse personale) per uno che adotta o compra un pitbull senza sapere che non è solo un cane con la mascella più potente in natura, ce n’è uno che lo adotta sapendo che è una creatura sensibile, dedita non a mostrare aggressività, ma a cercare amore, perché ne ha tanto da dare.

 

 

 

 

Con questa ultima frase non voglio boicottare gli altri cuccioli e amici a quattro zampe.

 

Ma loro sono gli ultimi degli ultimi. Loro non piangono, né mostrano dolore, muoiono per dare un atto d’amore ad un padrone che non conosce l’amore e non sa che significa compassione e pietà.

 

A volte penso alla mia vita. A come a volte mi piango addosso. A come divento, come dice la mia compagna, vittima. A come mi lamento del male di questo mondo, del male che capita a me, come se subissi la croce di Cristo. Poi penso a Frida a quel che la sua razza, come molte altre creature, ha subito per colpa dell’uomo, e mi dico si diverso dall’essere umano. Vuoi essere felice? Ama come amano loro. Ama come ama lei.

 

 

 

Qual è il segreto della felicità?

 

L’amore in tutte le sue coniugazioni e forme.

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